Trump strozza pure il mondo degli avvocati
Così la professione legale si piega al potere.
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Il 18 marzo 2025 Brad Karp, (nella foto) uno degli avvocati più potenti d’America, ha ricevuto una telefonata dal presidente degli Stati Uniti. Donald Trump lo aspettava nello Studio Ovale per concludere un accordo. Non su una causa, non su una legge, ma sul futuro stesso dello studio legale che Karp dirigeva: Paul, Weiss, Rifkind, Wharton & Garrison LLP. Uno dei pilastri della grande avvocatura americana, appena finito nella lista nera dell’amministrazione presidenziale.
Trump aveva firmato un ordine esecutivo che vietava allo studio l’accesso agli edifici governativi e metteva a rischio i contratti dei suoi clienti. Nessuna prova di reato, nessuna condanna, nessuna indagine in corso: solo l’arbitrio del potere usato per punire un nemico personale. Lo studio aveva rappresentato clienti invisi al presidente. Aveva assunto avvocati coinvolti in procedimenti contro di lui. Aveva contestato apertamente le politiche dell’amministrazione. Tanto era bastato. Per evitare il collasso, Karp si era rivolto a Robert Kraft, proprietario dei Patriots, la squadra di football americano della National Football League con sede nell’area metropolitana di Boston, e amico personale di Trump, affinché intercedesse. Il risultato è stato un’udienza straordinaria nello Studio Ovale, durata oltre un’ora e mezzo, in cui il presidente, tra aneddoti sul golf e rancori contro gli avvocati che lo avevano sfidato, mise sul tavolo la richiesta: un accordo, immediato.
Il giorno successivo Trump ha pubblicato il testo dell’accordo con Karp su Truth Social: lo studio si impegnava a versare 40 milioni di dollari in attività pro-bono, revisione delle politiche di assunzione, rinuncia alle pratiche di diversity. Nessuna condanna formale, nessuna accusa riconosciuta: solo l’imposizione di condizioni per revocare un provvedimento illegittimo, scritto per intimidire. La Casa Bianca lo difese apertamente: «Trump mantiene la promessa di proteggere la nazione da attori partigiani», disse la portavoce Karoline Leavitt.
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