Anno: XXV - Numero 76    
Venerdì 3 Maggio 2024 ore 13:15
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IGNAZIO LA RUSSA PRESIDENTE DEL SENATO

I lavori del Senato aperti da Liliana Segre che ha ricordato le fondamenta della Repubblica: Costituzione, Matteotti, Shoah, Liberazione

IGNAZIO LA RUSSA PRESIDENTE DEL SENATO

 

“In Italia il principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo è la Costituzione repubblicana, che come disse Piero Calamandrei non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà”

Ad accompagnare il discorso di insediamento da Presidente al Senato della senatrice a vita Liliana Segre è stato un lunghissimo applauso e una standing ovation. Un omaggio che l’aula ha voluto riservare anche a chiusura del suo intervento, totalmente incentrato a difesa della Repubblica e dei valori della Costituzione. “Oggi sono particolarmente emozionata di fronte al ruolo che in questa giornata la sorte mi riserva”, ha esordito Segre, ricordando che “in questo mese di ottobre, cade il centenario della Marcia su Roma che dette inizio alla dittatura fascista: tocca proprio ad una come me assumere momentaneamente la presidenza di questo tempio della democrazia che è il Senato della Repubblica”. “Ed il valore simbolico”; ha aggiunto, “di questa circostanza casuale si amplifica nella mia mente perché, vedete, ai miei tempi la scuola iniziava in ottobre; ed è impossibile per me non provare una sorta di vertigine ricordando che quella stessa bambina che in un giorno come questo del 1938, sconsolata e smarrita, fu costretta dalle leggi razziste a lasciare vuoto il suo banco delle scuole elementari, oggi si trova per uno strano destino addirittura sul banco più prestigioso del Senato!”.

Dopo l’indelebile pagina della memoria, la Presidente del Senato ha posto l’accento sul “principale ancoraggio attorno al quale deve manifestarsi l’unità del nostro popolo: la Costituzione repubblicana”, che ha ricordato, citando una potente immagine di Piero Calamandrei, “non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti. Il popolo italiano ha sempre dimostrato un grande attaccamento alla sua Costituzione, l’ha sempre sentita amica”.

Una Costituzione che, ha detto, “è perfettibile e può essere emendata (come essa stessa prevede all’articolo 138)”.  Ma ha aggiunto “che se le energie che da decenni vengono spese per cambiare la Costituzione – peraltro con risultati modesti e talora peggiorativi – fossero state, invece, impiegate per attuarla, il nostro sarebbe un Paese più giusto e anche più felice”. Una frase che non lascia spazio ad interpretazioni.

 Una non troppo velata reprimenda alle forze politiche che è proseguita: “Il Senato della diciannovesima legislatura è un’istituzione profondamente rinnovata, non solo negli equilibri politici e nelle persone degli eletti, non solo perché per la prima volta hanno potuto votare anche per questa Camera i giovani dai 18 ai 25 anni, ma soprattutto perché per la prima volta gli eletti sono ridotti a 200. L’appartenenza ad un così rarefatto consesso non può che accrescere in tutti noi la consapevolezza che il Paese ci guarda, che grandi sono le nostre responsabilità ma al tempo stesso grandi le opportunità di dare l’esempio. Dare l’esempio non vuol dire solo fare il nostro semplice dovere, cioè adempiere al nostro ufficio con ‘disciplina e onore’, impegnarsi per servire le istituzioni e non per servirsi di esse. Potremmo anche concederci il piacere di lasciare fuori da questa assemblea la politica urlata, che tanto ha contribuito a far crescere la disaffezione dal voto, interpretando invece una politica ‘alta’ e nobile, che senza nulla togliere alla fermezza dei diversi convincimenti, dia prova di rispetto per gli avversari, si apra sinceramente all’ascolto, si esprima con gentilezza, perfino con mitezza”.

 Poi sui principali e urgenti interventi da compiere ha citato la lotta alle discriminazioni:  “Altro terreno sul quale è auspicabile il superamento degli steccati e l’assunzione di una comune responsabilità è quello della lotta contro la diffusione del linguaggio dell’odio, contro l’imbarbarimento del dibattito pubblico, contro la violenza dei pregiudizi e delle discriminazioni”.  Segre ha aggiunto: “Permettetemi di ricordare un precedente virtuoso: nella passata legislatura i lavori della “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza” si sono conclusi con l’approvazione all’unanimità di un documento di indirizzo. Segno di una consapevolezza e di una volontà trasversali agli schieramenti politici, che è essenziale permangano”.

 Altro grande tema, il “grido di dolore di tante gamiglie e imprese”: “Auspico, infine, che tutto il Parlamento, con unità di intenti, sappia mettere in campo in collaborazione col Governo un impegno straordinario e urgentissimo per rispondere al grido di dolore che giunge da tante famiglie e da tante imprese che si dibattono sotto i colpi dell’inflazione e dell’eccezionale impennata dei costi dell’energia, che vedono un futuro nero, che temono che diseguaglianze e ingiustizie si dilatino ulteriormente anziché ridursi. In questo senso avremo sempre al nostro fianco l’Unione europea con i suoi valori e la concreta solidarietà di cui si è mostrata capace negli ultimi anni di grave crisi sanitaria e sociale”. 

di  Huffpost

 

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