Giustizia, nel civile Italia lumaca d'Europa: 1.200 giorni per chiudere una causa
Qualche progresso, ma il quadro resta sconfortante.
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“Nella gestione della giustizia in Italia vediamo miglioramenti. Ce ne dovrebbero essere di più: c’è un cambiamento in meglio, ma è piuttosto lento”, ha detto la commissaria europea alla Giustizia Vera Jourova, presentando a Bruxelles la nuova edizione dello Eu Justice Scoreboard, dedicato all’amministrazione della giustizia civile ed amministrativa, quella che ha un maggiore impatto sul funzionamento dell’economia (i dati sono del 2017; mancano per Cipro e Regno Unito). “Il numero dei casi pendenti – prosegue Jourova – sta calando in modo consistente nelle diverse categorie, ma rimane il più alto dell’Ue per le cause civili e commerciali. E il tempo che serve per risolvere le cause civili e commerciali in primo grado è aumentato l’anno scorso e rimane tra i più lunghi dell’Ue”.
In Italia servono più di 1.200 giorni per chiudere una causa civile in Cassazione, più di 800 per il secondo grado e oltre 500 in primo grado. “La lunghezza dei procedimenti è calata in Italia del 15% rispetto al 2010 nella giustizia amministrativa, ma le sfide rimangono, in particolare nei gradi di giudizio più alti”, dice la commissaria europea alla Giustizia Vera Jourova. Tra i grandi Paesi, in Spagna, che pure è uno dei peggiori, per chiudere una causa civile in terzo grado occorrono circa 600 giorni, la metà rispetto all’Italia; in Germania poco più di 200, in Francia poco più di 400. “Per quanto riguarda la qualità – dice ancora Jourova – c’è spazio per migliorare, in particolare gli incentivi per usare sistemi alternativi di risoluzione delle dispute e la disponibilità di strumenti digitali per la gestione dei tribunali; in più il numero dei giudici rimane uno dei più bassi dell’Ue”. La percezione dell’indipendenza dei giudici – secondo il rapporto – è migliorata nel 2018, sia tra i cittadini che tra le società. Ma l’impatto sull’economia è ancora sottovalutato.
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