Notai. L’auto-dichiarazione degli immobili riduce il contenzioso
Il vicepresidente dell’Ordine Giampaolo Marcoz ieri in commissione Finanze della Camera sulla proposta della nuova Imu
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Una riforma dell’imposizione immobiliare locale “non dovrebbe prescindere dalla revisione del Catasto, in quanto la determinazione della base imponibile della nuova Imu, mediante il ricorso ai moltiplicatori, rischia di continuare a creare delle sperequazioni”, nel contempo, però, “si potrebbero incentivare i soggetti titolari dei diritti reali ad autodichiarare le reali consistenze, avvalendosi di tecnici iscritti agli Ordini, o agli Albi professionali, i quali potrebbero assumere l’incarico di “tecnico accertatore”, asseverando di fatto la veridicità dei dati comunicati”. A dirlo ieri, nella commissione Finanze della Camera, il vicepresidente del Consiglio nazionale del Notariato, Giampaolo Marcoz, ascoltato riguardo alla proposta di legge recante sull’Istituzione dell’imposta municipale sugli immobili (la cosiddetta “nuova Imu”). Percorrendo questa strada, ha aggiunto il numero due dell’Ordine, sarebbe pure possibile perseguire il concetto di ‘fisco amico’, e ridurre sensibilmente l’eventuale rischio di contenzioso che, inevitabilmente, deriverà dall’aggiornamento degli estimi e, più in generale, dalla revisione del Catasto fabbricati”. Nel corso dell’audizione Marcoz, ha ricordato che l’Anagrafe Immobiliare Integrata è stata istituita (con una norma del 2010) “con l’intento di fornire un efficace supporto alla fiscalità immobiliare generale e locale”, tuttavia, per “evitare che l’immissione inesatta o incompleta di dati, o l’introduzione di dati non integrati determini inefficienze nel sistema, producendo informazioni frammentate o non attendibili, è necessario” ciò avvenga “attraverso l’intervento di soggetti che ne possano garantire la qualità e l’affidabilità”, ottica che vede “il notaio, pubblico ufficiale sottoposto a penetranti controlli dello Stato riguardo agli atti da lui ricevuti o autenticati previo controllo di legalità, garantire che i dati immessi nei pubblici registri catastali ed immobiliari siano certi e verificati”.
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