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Pa, cambiano le regole sulle assunzioni: le professioni avvantaggiate

Il ministero della Funzione pubblica ha diffuso le nuove linee guida per il reclutamento del personale

Pa, cambiano le regole sulle assunzioni: le professioni avvantaggiate

Diminuire gli statali troppo specializzati in una sola mansione, ma inserire più dipendenti versatili e esperti nelle professioni digitali oltre che in possesso delle cosiddette “soft skill” per favorire il lavoro di squadra. Nel solco del Pnrr, il ministro Renato Brunetta decide di rivoluzionare i criteri di assunzione e emana insieme al collega dell’Economia, Daniele Franco, le nuove linee guida per il reclutamento del personale nella Pubblica amministrazione.

Pa, cambiano le regole sulle assunzioni: i nuovi criteri

Nelle 37 pagine delle “Linee di indirizzo per l’individuazione dei nuovi fabbisogni professionali da parte delle amministrazioni pubbliche” si ridefiniscono i principi ai quali si dovrà guardare per le prossime selezioni dei dipendenti e per scrivere i futuri bandi di concorso.

“Al dipendente pubblico non si chiederà più semplicemente il possesso di nozioni teoriche, ma anche la capacità di applicarle ai casi concreti (sapere fare) e di mantenere una certa condotta (saper essere)” viene spiegato sul sito della Funzione pubblica.

“Avrà sempre più importanza, quindi, la capacità di individuare, misurare e far crescere queste dimensioni – si legge – Nelle procedure selettive occorrerà, di conseguenza, valutare anche aspetti normalmente trascurati, quali, per esempio, la capacità di innovare le procedure amministrative, lavorare in squadra e prendere decisioni in modo autonomo. Queste ‘soft skill’ saranno valutate nei prossimi concorsi, come previsto dalle nuove norme introdotte con i decreti legge 80/2021 e 36/2022, attraverso metodologie consolidate e avranno maggiore peso nei percorsi formativi e di carriera” (qui avevamo scritto del flop dei concorsi pubblici e tracciato l’indentikit dello statale).

Le nuove regole non dovranno limitarsi a rimpiazzare gli impiegati andati in pensione, ma pongono l’obiettivo di alzare il livello delle capacità e della professionalità all’interno degli uffici pubblici, per acquisire “nuove competenze che devono sostenere la trasformazione della Pa prevista dal Pnrr” scrivono dal ministero

“Un processo – si legge – che si tradurrà, dunque, in una progressiva riduzione delle figure amministrative aspecifiche a favore, ad esempio, di esperti del digitale, di e-procurement, di transizione verde, di project management” qui tutto quello che c’è da sapere sul rinnovo dei contratti nel pubblico e nel privato).

Le novità principali contenute nel documento diviso in tre sezioni, che aggiorna le linee guida del 2018, sono:

  • la gestione per competenze;
  • l’adozione di un modello di fabbisogno incentrato sui “profili di ruolo”;
  • l’illustrazione di esperienze di questo tipo già presenti in pubbliche amministrazioni nazionali e internazionali;

“Le amministrazioni – spiegano dal ministero – dovranno individuare il proprio fabbisogno professionale considerando non più esclusivamente le conoscenze teoriche dei dipendenti (sapere), ma anche le capacità tecniche (saper fare) e comportamentali (saper essere)”.

“In questo approccio le competenze non si esauriscono nelle conoscenze acquisite o maturate nel tempo – si sottolinea ancora – ma consistono anche nel come’ le conoscenze vengono utilizzate nello svolgimento del lavoro e, quindi, nelle capacità, nelle abilità, nelle attitudini, e sono influenzate dai valori e dalle motivazioni che i singoli debbono possedere per interpretare in maniera efficace, flessibile e dinamica il proprio ruolo nell’organizzazione.”

Il nuovo indirizzo risponde ai richiami della Commissione europea a uno snellimento burocratico organizzativo e una maggiore efficienza della Pubblica amministrazione, obiettivi previsti del resto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza

 

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