Anno: XXV - Numero 72    
Venerdì 26 Aprile 2024 ore 13:00
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Bocciati emendamenti pro tributaristi

De Nuccio: “Fermato l’ennesimo tentativo di equiparare realtà non equiparabili”

Bocciati emendamenti pro tributaristi

Il Consiglio nazionale dei commercialisti esprime la propria soddisfazione per la bocciatura da parte della Commissione Bilancio del Senato di alcuni emendamenti con i quali si intendeva estendere ai tributaristi la possibilità di depositare bilanci e atti societari, legittimarli quali soggetti incaricati all’invio telematico delle dichiarazioni dei redditi e con i quali si voleva estendere anche agli iscritti a tutte le associazioni della L. 4/2013 le norme di tutela per i casi di infortunio, malattia e ricovero del professionista iscritto all’Ordine. “È un fatto estremamente positivo che il Senato abbia respinto questi emendamenti”, commenta il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio. “Constatiamo però con rammarico – prosegue – che ancora una volta si è dovuto assistere a tentativi di equiparazione con la nostra professione costituzionalmente qualificata.

Duole riscontrare – aggiunge – la distorta lettura che si dà alla iscrizione all’elenco creato dalla legge 4/2013 presso il Mimit che intende mettere in trasparenza l’infinito mondo delle associazioni di esercenti attività intellettuali non assimilabili a quelle riferibili alle Professioni regolamentate in Ordini e Collegi. Elenco che comprende migliaia di associazioni che radunano attività di ogni tipo, essenzialmente intellettuali, ma certo estranee alle attività tipiche dei professionisti ordinistici che i cittadini ben conoscono e verso i quali nutrono una fiducia precostituita proprio dal percorso superato per acquisire quella specifica qualifica professionale”.

Il consigliere nazionale dei commercialisti, Pasquale Mazza, sostiene che “se la legge ha richiesto per i Commercialisti l’istituzione di un ordinamento professionale di rango costituzionale (art. 33, co. 5 Cost.), non si comprende a quale interesse pubblico dovrebbero rispondere norme che rendessero possibile a soggetti non abilitati attività che leggi specifiche hanno attribuito ai Commercialisti, evidentemente proprio a tutela della fede pubblica”.

 “L’auspicio dei commercialisti – conclude de Nuccio – è che questa corretta lettura delle norme si affermi con sempre maggiore forza e che si ponga fine ai costanti tentativi di equiparare realtà oggettivamente non equiparabili. Di sicuro il Consiglio nazionale continuerà a monitorare con attenzione questi tentativi e porterà avanti con costante impegno la sua battaglia contro tutte le forme di abusivismo professionale”

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