Anno: XXV - Numero 77    
Lunedì 6 Maggio 2024 ore 13:00
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Truffe a Roma, i trucchi più utilizzati.

L’elenco delle trappole messe a segno per ingannare gli anziani e l’identikit del malvivente.

Truffe a Roma, i trucchi più utilizzati.

All’apparenza si dimostrano persone garbate, pure e dal linguaggio sciolto tanto da riuscire a tranquillizzare il prossimo – quasi sempre un anziano – e aiutarlo nelle questioni familiari più complesse. Uomini, qualche volta anche donne, ben vestiti e in grado di carpire le informazioni della vittima scelta per il colpo e pronti a raggirarla facendo pressione sulla loro sfera più intima: l’amore per un figlio o nipote. L’altro giorno un’anziana affetta da un principio di Alzheimer è caduta nella trappola di un 28enne che si è finto maresciallo dei carabinieri e le ha estorto 50mila euro tra gioielli e contanti. Insieme ai due complici – ancora da individuare – le avevano detto che la figlia aveva investito con l’auto una donna causandole una frattura del femore. Peccato che talvolta non basti: c’è anche una ragazza vittima della truffa dello specchietto. La donna ha raccontato sui social che mesi fa un uomo «in sella al suo scooter, sulla quarantina, carnagione olivastra e marcato accento romano» l’ha costretta a fermarsi perché rea di aver causato un danno alla sua moto. Un bluff, vero e proprio, come ne accadono tanti lungo le strade romane e la giovane per fortuna non è cascata nel tranello ed è scappata. Qualche malvivente torna a casa con un bel gruzzoletto (anche 300 euro), altri certamente a mani vuote ma con la consapevolezza di essersi approfittati di una persona con fragilità. Dai tamponamenti provocati, agli specchietti spaccati, al denaro richiesto per far rifornimento di benzina e perfino al simpatico ragazzo che mostra un cordoncino colorato sulla spalla del visitatore americano, come simbolo dell’amicizia. Il bracciale dalle mille sfumature è in realtà un perfetto alibi per chiedere una offerta generosa in cambio del “souvenir”. E basta un momento di distrazione del turista di turno e un complice sbuca dal nulla per derubarlo del portafogli. Una lunga scia di truffe che hanno preso di mira non solamente le periferie, ma anche zone nel cuore della città.

Modus operandi diversi, sì, ma tutti con unico intento: sottrarre alle vittime (con l’inganno) denaro o altri oggetti costosi. Difficile stilare l’identikit del classico truffatore: secondo i carabinieri, possono agire solitari o in coppia. Non sono soggetti violenti, al contrario sono abili con le parole. Il copione oramai è più che consolidato: possono arrivare a bussare alle porte dell’abitazioni travestiti con uniformi simili a quelle degli agenti della polizia locale. «Un controllo di sicurezza», dicono. In realtà l’obiettivo è quello di ispezionare l’abitazione alla ricerca di oro e contanti. Riconoscerli è insomma sempre più complesso perché lontani dallo stereotipo del malfattore brutto e cattivo: sono identici a una qualunque persona. In metro oppure sull’autobus, le donne, soprattutto, indossano ampi piumoni per coprire le loro mani al momento del furto. La linea 64 è quella più depredata: la corsa dalla stazione di San Pietro e fino a Termini vede schierati una serie di ladruncoli che si mischiano nella calca dei passeggeri in attesa di compiere lo scippo. Una giostra di furti ai danni di soggetti soli e indifesi. Terribilmente umiliati tanto che rifiutano di denunciare il raggiro.

 Secondo un’indagine svolta dai volontari del Servizio civile AncoS Aps, su circa 9.800 cittadini intervistati (con età superiore ai 65 anni), circa il 50% dei tentativi di truffa va a buon fine, ma solo il 47% degli anziani denuncia l’accaduto. Una grande emergenza sociale l’ha definita l’Anap, l’associazione degli anziani e pensionati di Confartigianato che promuove ogni anno la campagna di sensibilizzazione contro le truffe “Più sicuri Insieme”. In ogni singola situazione è sempre opportuno scartare soluzioni drastiche e funzionano le richieste d’aiuto. In caso di una telefonata da parte di un finto funzionario di banca è fondamentale non fornire dati personali al telefono, inclusi i codici delle carte di credito. Nelle strade affollate, se viene richiesta la nostra firma per una petizione e una generosa donazione a favore di un ente, nella maggior parte dei casi è sempre consigliato rispondere con un secco «No». In tutti i casi segnalati, la miglior soluzione è la telefonata alle forze dell’ordine. Massima attenzione anche ai passeggeri arrivati in stazione (o aeroporto) e con valigie alla mano pronti a salire sul primo taxi per correre all’appuntamento di lavoro. Molti si spacciano come regolari, qualcuno è però abusivo. Sul taxi è esposto un tariffario con i costi dei bagagli e il prezzo delle corse in città e fuori dal Raccordo Anulare. E’ raccomandato salire su taxi bianchi con il logo di Roma Capitale: nessun tentativo di spillare denaro, ma la certezza che si arriverà alla destinazione e l’importo da pagare sarà secondo quanto stabilito dal tassametro. Può accadere – seppur raramente – che il vacanziere giunto a Roma per un weekend di cultura e svago si ritrovi a pagare in un bar un conto gonfiato. Portafogli alla mano, ma prima di prendere contanti o bancomat, è utile controllare lo scontrino e notare se sono stati addebitati piatti effettivamente non consumati. Se il prezzo risulta eccessivo, bisogna farlo presente al titolare del locale. E poca confidenza a coloro che sponsorizzano o regalano biglietti gratuiti per serate dal vivo e o ingresso nelle discoteche. «Fidati, merita davvero», ma l’imbroglio è quasi spesso dietro l’angolo.

Il Messaggero

 

 

 

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