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PRESCRIZIONE. MAMMONE: SI PROSPETTA INCREMENTO 20-25MILA PROCESSI

Lo chiede il Primo presidente della Cassazione in occasione in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario. Bonafede: “divergenze ma confronto serrato”

PRESCRIZIONE. MAMMONE: SI PROSPETTA INCREMENTO 20-25MILA PROCESSI

“Da più parti si è rilevato che il blocco della prescrizione prolungherà la durata dei processi e procurerà ulteriore carico per la struttura giudiziaria, di modo che coloro che siano sottoposti a giudizio, dopo la sentenza di primo grado, potrebbero rimanere ancora per lungo tempo in questa condizione”.
A sottolinearlo è il primo presidente della Cassazione Giovanni Mammone, nella sua relazione per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario. “Le vittime del reato – si legge ancora nella relazione – vedrebbero inoltre prolungarsi i tempi della risposta di giustizia e del risarcimento del danno patito”. 

Nell’anno 2019 i ricorsi penali sono stati decisi in un tempo medio di soli 167 giorni, 13 in meno del 2018, pochissimi sono i casi di prescrizione maturati nel corso del giudizio di legittimità.  “A oggi, ovvero nel momento in cui sul dato delle prescrizioni non ha ancora inciso la disciplina della sospensione dopo la sentenza di primo grado, è utile evidenziare quali conseguenze potrebbero derivare da tale innovazione al giudizio di legittimità una volta entrata a regime. Accanto ad un auspicabile riduzione delle pendenze in grado di appello derivante dall’attesa diminuzione delle impugnazioni meramente dilatorie, si prospetta un incremento del carico di lavoro della Corte di Cassazione di circa 20.000 – 25.000 processi per annocorrispondente al quantitativo medio dei procedimenti che negli ultimi anni si è estinto per prescrizione in secondo grado”. Secondo Mammone “ne deriverebbe un significativo incremento del carico penale, vicino al 50%, che difficilmente potrebbe essere tempestivamente trattato nonostante l’efficienza delle sezioni penali della Corte di Cassazione, le quali definiscono già attualmente circa 50000 procedimenti annui”. 

 

Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede risponde, durante la cerimonia: “Considero personalmente una conquista di civiltà” il nuovo regime della prescrizione entrato in vigore dal 1 gennaio 2020. È in atto un confronto serrato all’interno della maggioranza per superare le divergenze e consegnare ai cittadini un processo idoneo a rispondere alle loro istanze di giustizia, garantendo tempi certi ed eliminando ogni spazio di impunità”.  

 

“Ci separa” dal ministro la sua “posizione sulla prescrizione penale”. Lo ha rilevato il presidente del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin, che, nel suo intervento alla cerimonia ha osservato che “a prescindere dalle cause e dalle narrative sulla durata del processo penale, di certo non possiamo permetterci l’indeterminatezza dei tempi, sarebbe come se un chirurgo iniziasse l’intervento e poi ci lasciasse sul tavolo operatorio senza poter sapere quando, o se mai, terminerà l’operazione”.

 

Ed è partito dalla Sicilia l’iter referendario di Forza Italia per cancellare la riforma sullo stop dopo il primo grado di giudizio. Il gruppo degli azzurri in Sicilia ha presentato una richiesta al presidente dell’Assemblea regionale siciliana perché il parlamento siciliano avvii il processo referendario proposto da cinque regioni.
Lapidarie le battute del commissario di Forza Italia Gianfranco Miccichè. “Parlo da cittadino – ha specificato – e sono pienamente convinto che bisogna abrogare questa legge, un ultimo colpo di inciviltà giuridica di questo Paese, dove non esiste la separazione della carriere e dove chi fa il pm in un processo può finire anche a fare il giudice in appello. La prescrizione è una garanzia per l’innocente, oggi secondo questa legge si possono stare a cercare per anni e anni le prove”.

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