EQUO COMPENSO PRONTO PER L'AULA
Il testo, calendarizzato da lunedì 23 gennaio, è quello approvato all'unanimità dalla Camera dei Deputati nella scorsa Legislatura.

La II Commissione Giustizia della Camera ha concluso ieri l’esame della proposta di legge Disposizioni in materia di equo compenso delle prestazioni professionali, prima firmataria On Giorgia Meloni. Il testo base, già elaborato nel corso dal precedente Parlamento, dalla prossima settimana sarà in Aula a Montecitorio “dove si potranno riesaminare proposte di modifica“- ha dichiarato la relatrice On Maria Carolina Varchi (Fdi). Dai lavori della II Commissione si intravvedono pochi margini di intervento. Dei 28 emendamenti presentati in II Commissione, l’On Varchi ha chiesto il ritiro per accelerare l’iter di emenazione. Un orientamento condiviso dal Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove e dalla co-relatrice Ingrid Bisa (Lega). Bisa ha anche ricordato le obiezioni della Ragioneria generale dello Stato, suggerendo di non modificare il testo con emendamenti privi di coperture che potrebbero compromettere l’iter.
Il testo della pdl è già stato approvato nella scorsa legislatura all’unanimità dall’Assemblea della Camera e dalla Commissione giustizia del Senato. Per la relatrice Varchi il testo “costituisce già una sintesi tra le varie forze politiche”. Alle obiezioni dell’opposizione, il Sottosegretario ha risposto che il Governo non vuole dare l’impressione di una chiusura eccessiva, pertanto gli uffici “stanno effettuando degli approfondimenti per valutare se vi sia la possibilità di migliorare, attraverso il recepimento di alcuni emendamenti, la proposta di legge”.
Emendamenti possibili– In discussione ci sono soprattutto gli emendamenti dell’On Gribaudo (PD). In particolare, l’emendamento che sopprime la previsione che demanda agli ordini e collegi professionali il compito di introdurre norme deontologiche per sanzionare il professionista. La soppressione- caldeggiata nel corso delle audizioni anche da Confprofessioni– sottrae il professionista a sanzioni in caso di violazione delle disposizioni sull’equo compenso, in particolare se accetta un compenso inferiore. Da sopprimere anche la sanzione nel caso in cui il professionista, in caso di convenzione, ometta di esplicitare alla controparte che il compenso dovrà rispettare la disciplina dell’equio compenso. Il professionista si vedrebbe limitare nella propria autonomia deontologica, cadendo in una posizione di debolezza contrattuale.
Emendamenti bocciati– La Commissione Giustizia ha rinviato la discussione alla Camera, precludendo tuttavia la proposta Gribaudo di estendere l’equo compenso a tutti i lavoratori autonomi. Altre questioni che invece potranno essere riesaminate in plenaria riguardano la prescrizione del diritto al pagamento dell’equo compenso, l’aggiornamento biennale dei parametri di liquidazione dei compensi e la previsione di un anno di transizione, prima dell’entrata in vigore della disciplina dell’equo compenso.
Cosa prevede la proposta di legge
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