COMMERCIALISTI L’INCHIESTA DI BRESCIA SI ALLARGA A LATINA
Un’indagine della Procura di Brescia sull’Ordine nazionale ha un troncone che porta a Latina.
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Un’indagine della Procura di Brescia sul Consiglio nazionale dei commercialisti (Vedi Mondoprofessionisti del 25/9) riaccende indirettamente i riflettori sull’Ordine dei Commercialisti di Latina, oggetto di uno stralcio che dovrebbe essere inviato alla Procura di Latina nelle prossime settimane. Si tratta di un troncone indipendente generato da due esposti, il primo di un consigliere di minoranza dell’Ordine pontino circa contestate anomalie, il secondo firmato dalla presidente Raffaella Romagnoli e inviato al Ministero della Giustizia con cui contesta le modalità di una «attività di ispezione svolta dal Cndcec presso l’Ordine di Latina», lo scorso 26 luglio. In pratica Romagnoli sostiene che ci sia stato un «esercizio arbitrario della vigilanza» da parte dell’Ordine nazionale. L’ispezione è stata decisa il 17 luglio dal presidente nazionale Elbano de Nuccio nel corso di una riunione del consiglio sulla base dell’esposto di un consigliere di minoranza dell’Odcec di Latina. I tre ispettori inviati a Latina, all’esito del questionario compilato, hanno anche chiesto quella che viene definita «una copiosa e sovrabbondante documentazione… a fronte di un esposto costituito da un mero racconto di personali idee dell’esponente».
L’Ordine di Latina oltre a segnalare le anomalie ha nominato un legale per l’accesso agli atti della decisione inerente all’ispezione e annunciato anche nella nota al ministro che ci sarà un ricorso al Tribunale amministrativo «avverso la delibera del consiglio nazionale contenente l’ispezione».
Negli atti si ipotizza anche una sorta di vendetta politica per le critiche espresse in passato dall’Ordine di Latina verso quello nazionale; tuttavia, questa storia riaccende i riflettori sull’Ordine dei Commercialisti pontino. Nei documenti attualmente inseriti nel fascicolo della Procura di Brescia non è stato ancora inserito, da ciò che risulta, il contenuto del primo esposto, quello cioè del consigliere di minoranza e sul quale si è basata la decisione di inviare gli ispettori a Latina. Dettagli che potrebbero emergere dal fascicolo dell’annunciato ricorso dell’Ordine di Latina «avverso la delibera ispettiva, per mancanza di motivazioni e per irregolarità formali e sostanziali» e per «verificare, anche attraverso un esposto, eventuali responsabilità penali derivanti dalla procedura ispettiva». Per comprendere cosa è accaduto davvero la scorsa estate non è chiaro se sarà sufficiente un intervento ulteriore del Ministero. D’altro canto, gli esposti contro le attività dell’Ordine nazionale sono molteplici, ma non tutti vivono il destino di quest’ultimo.
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