Anno: XXVI - Numero 137    
Lunedì 14 Luglio 2025 ore 13:45
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Troppi carcerati. A destra si muove l’idea della clemenza

Dopo le parole di La Russa, FdI pensa a aumenti di sconto di pena per ridurre il sovraffollamento. Il silenzio di Meloni dà il via libera a un confronto parlamentare. Scurria, vicecapogruppo al Senato: "Cerchiamo una sintesi". Forza Italia ci sta, la Lega no. La strada è impervia.

Troppi carcerati. A destra si muove l’idea della clemenza

Le parole sulle carceri del presidente del Senato Ignazio La Russa smuovono la maggioranza. Non tutta ma, a sorpresa, una parte ben consistente. E una nuova proposta di legge per affrontare il sovraffollamento potrebbe partire proprio da Palazzo Madama. Sotto la regia di Fratelli d’Italia. Il partito di Giorgia Meloni si è sempre contraddistinto per la poca apertura a misure che potessero essere considerate alla stregua di “un regalo ai delinquenti”. Ed è anche per questo motivo se la proposta di legge che il deputato di Italia Viva Roberto Giachetti sulla liberazione anticipata speciale – uno sconto di pena di 75 giorni anziché di 45 ogni sei mesi per i detenuti che hanno una buona condotta – era stata insabbiata alla Camera più di un anno fa.

Le parole della seconda carica dello Stato nonché fondatore di FdI hanno però iniziato a scuotere le coscienze dei patrioti. Sin dalla prima esternazione di La Russa a favore di provvedimenti che rendessero più dignitosa la permanenza in carcere, qualcuno dei meloniani aveva iniziato a drizzare le antenne. Se, però, fino a pochi giorni fa, si trattava di singole e timide voci, ora qualcosa è cambiato. Sabato il presidente del Senato, in un messaggio all’associazione Nessuno tocchi Caino, che stava svolgendo un’iniziativa con i parlamentari nel carcere romano di Rebibbia, è stato ancora più chiaro: “Resto convinto che ogni iniziativa, anche normativa, tesa ad affrontare questa grave e perdurante problematica, debba essere presa in considerazione senza cadere nel pregiudizio politico o ideologico”, ha mandato a dire. Parole queste che, dato il peso di La Russa nelle istituzioni e nel partito, non potevano essere lasciate cadere.

E allora nei prossimi giorni, forse già la prossima settimana, qualcosa al Senato potrebbe muoversi. Cosa? Ce lo spiega Marco Scurria, senatore e vice capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Madama: “Stiamo cercando di capire – dice – se si può fare una sintesi delle sensibilità differenti sul tema del carcere. L’obiettivo sarebbe arrivare a un testo condiviso che coniughi il nostro ‘no’ a ogni forma di indulto e amnistia alla necessità di affrontare il problema del sovraffollamento. Noi rivendichiamo l’aver introdotto nuovi reati, ma dobbiamo anche avere cura della gestione delle persone che entrano in carcere”.

L’idea di partenza, per l’appunto, è la proposta di Giachetti: “Alla Camera si era fermata, è vero – ragiona Scurria – ma da noi le sensibilità oggi potrebbero essere diverse”. L’idea è di aggiungere al testo del parlamentare di Italia viva qualche correttivo. Alcune specifiche sulla buona condotta. Che, a ben vedere, non sarebbero neanche necessarie da un punto di vista tecnico. Lo sono, però, da un punto di vista comunicativo. Perché, ragiona ancora Scurria, “non possiamo farlo sembrare un indulto né una forma di scarcerazione senza criteri”. La sintesi chiosa il vicepresidente dei senatori di FdI, “andrà trovata sedendosi intorno a un tavolo. Ed è importante che a procedere sia il Parlamento, non il governo, perché per arrivare a una proposta condivisa bisogna far confrontare diversi punti di vista”.

Il tema è chi abbia voglia di sedersi a questo tavolo. Le sedie sono già tante. Perché le opposizioni, in linea di massima ci starebbero. Le uniche resistenze arrivano dal Movimento 5 stelle, che non avrebbe votato la legge Giachetti neanche alla Camera. E in maggioranza? Dentro Fratelli d’Italia, ci spiegano fonti ben informate, le sensibilità sono varie. Ma i possibilisti sono sempre di più. Al Senato sono tanti gli esponenti di FdI che sono disposti a ragionare sul punto. Dando seguito alla moral suasion di La Russa e facendosi forti anche del fatto che da Palazzo Chigi veti non ne sono arrivati. È ormai qualche settimana che la seconda carica dello Stato ha aperto un nuovo fronte nella sua parte politica. Una serie di interventi che seguono quelli, insistenti e ricorrenti, del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È per lo meno improbabile che il presidente del Senato e la premier non si siano confrontati sul tema, anche alla luce del solidissimo rapporto tra i due che si è cementato negli anni. Il silenzio di Meloni viene così interpretato come un sostanziale via libera, per lo meno a che si apra un confronto in Parlamento.

La fronda di chi non vorrebbe aprire spiragli sulla liberazione di detenuti (che comunque sono già a fine pena), ma vorrebbe insistere solo sul piano carceri – per costruire nuove patrie galere – tra i meloniani tuttavia esiste. Si colloca soprattutto sull’asse che va da Montecitorio al ministero della Giustizia, dove siede il sottosegretario Andrea Delmastro. Numericamente non è insignificante, ma è una fronda che i più ottimisti considerano scalfibile. Soprattutto dopo le parole così chiare di una figura dal peso di La Russa. Forza Italia, dal canto suo, al tavolo proposto sarebbe ben disposta a sedersi. Già l’anno scorso era arrivato, attraverso Pietro Pittalis, il sì dei forzisti alla proposta Giachetti, un attimo prima che fosse affossata dal resto della maggioranza. Nel partito fondato da Silvio Berlusconi la linea resta la stessa: “Sulle carceri qualcosa bisogna fare”. Secondo Tommaso Calderone, deputato di FI in commissione Giustizia, la liberazione anticipata speciale può essere una buona soluzione: “Chi sbaglia deve scontare la pena – dice ad HuffPost – ma non a 40 gradi in otto in una cella, Quella è tortura, è un patimento disumano”. Calderone che a titolo personale ritiene che un piccolo indulto non sarebbe sbagliato, ricorda che ci sarebbe anche un’altra strada per fare in modo che le carceri siano meno piene: rivedere la custodia cautelare. Ripensare, cioè, i criteri che portano in carcere anche persone che non hanno mai avuto una sentenza di condanna, ma che sono solo indagate. Sono circa 15mila. Una cifra quasi sovrapponibile a quella dei detenuti in sovrannumero nelle carceri. La capienza, secondo i dati del ministero della Giustizia, è di 51.300 posti, e i detenuti attualmente presenti 62.728: “Un quarto della popolazione detenuta è in custodia cautelare – chiosa Calderone – la metà di queste persone viene poi assolta. Se riformiamo la custodia cautelare abbiamo risolto il problema del sovraffollamento. Ho presentato circa un anno fa una proposta di legge che va in questo senso. Chiediamo, con tutto il partito, che sia calendarizzata”. Su questo dovrebbe esserci convergenza, perché è un’idea anche del ministro della Giustizia, Carlo Nordio.

Il vero ostacolo al lodo-Scurria potrebbe essere la Lega. “Il patto che abbiamo stretto con gli italiani non prevede soluzioni clemenziali che potrebbero essere interpretate come provvedimenti ‘svuotacarceri’ a cui ci siamo sempre dichiarati contrari, tra l’altro, perché andrebbero ad inficiare il concetto di rieducazione. Se prevalesse la percezione che la pena può essere blanda anche il percorso rieducativo potrebbe essere destinato al fallimento”, dice Jacopo Morrone, responsabile giustizia del Carroccio. “Oltretutto qualunque ipotesi di liberazione anticipata dei detenuti non servirebbe comunque a risolvere il sovraffollamento delle carceri che, al di là di strumentalizzazioni ideologiche, non può dirsi genericamente insostenibile. Siamo invece da sempre favorevoli all’incremento dell’edilizia carceraria che avrebbe effetti positivi sia sul benessere dei detenuti che sugli agenti della Polizia penitenziaria”. Arruolare il partito di Matteo Salvini in un percorso verso una legge che alleggerisca le carceri, insomma, sarà impresa molto dura. E il rischio è quello di aprire un’autostrada alla propaganda di dichiarazioni, post e meme della rodata macchina della “Bestia” salviniana, la famigerata macchina comunicativa di via Bellerio. Arrivare a un punto di caduta intorno al quale trovare l’assenso di tutte le forze di maggioranza sarà assai complicato. Ma, ribadiscono gli ottimisti di cui sopra, non impossibile.

di Federica Olivo su HuffPost

 

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