Agenda Schlein.
Un saluto a Conte, un ciaone a Calenda L'idea è dare un segnale.

di distensione ai 5 stelle e di presenza alla piazza contro il riarmo del 5 aprile, con un saluto breve.
Per proseguire nella strategia “testardamente unitaria”. Ma non sarà presente al congresso di Azione di sabato, dove ci saranno gli esponenti dell’ala riformista
A quanto si apprende da fonti convergenti, Elly Schlein è orientata a partecipare alla piazza del Movimento Cinque Stelle contro il riarmo, convocata a Roma il 5 aprile. Un saluto breve, non proprio un’adesione, senza ascoltare gli interventi dal palco. Ma il segnale che arriva dal Nazareno è di distensione, nel momento in cui il Movimento Cinque Stelle presenta una mozione sul riarmo che qualche grattacapo ai dem potrebbe darlo. L’ufficialità ancora non c’è e fonti di partito si limitano a non escluderlo. Ma Schlein – a quanto si apprende – ne ha fatto cenno nelle scorse ore a chi l’ha sentita. Il 5 aprile dovrebbe andare all’Esquilino, dove i manifestanti si sono dati appuntamento (il corteo sfilerà poi verso il palco dei Fori Imperiali). La segretaria dem sceglie di seguire la linea che tradizionalmente l’ha guidata in fatto di alleanze, l’essere cioè “testardamente unitaria”. Lo fa in un momento preciso, con l’opposizione che non era mai apparsa così disunita. L’altro giorno, nel giardino della Camera, con Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni – anche loro in piazza il 5 aprile – Schlein ha condiviso la necessità di avviare un cantiere del centrosinistra, un’iniziativa che dia il via a un rapporto strutturato e si rivolga a tutte le opposizioni. In questo solco si inserisce la scelta di manifestare seppur brevemente coi pentastellati, per mantenere un legame che in Parlamento a più riprese è stato intaccato. Da ultimo, nel voto sulle risoluzioni per il Rearm Europe, quando Pd e M5s si sono ignorati vicendevolmente.
I dem non si rassegnano a un destino da separati in casa nel fu campo largo. Il modo in cui fare opposizione, il raccordo tra linea politica e lavoro parlamentare, sarà appunto il tema del conclave organizzato dalla presidente dei deputati dem, Chiara Braga, a Reggio Emilia, il 4 aprile prossimo.
Le cose non vanno meglio lungo la direzione che porta all’ala più moderata della coalizione. Azione ha presentato una mozione di tono macroniano, uguale e contraria rispetto a quella del M5s, sull’Ucraina e sugli impegni italiani nel conflitto. Per il Pd è alto il rischio di dividersi, sventato nell’ultimo voto solo ‘grazie’ alla polemica sollevata da Meloni sul Manifesto di Ventotene, che ha avuto l’effetto di compattare il gruppo. Nei confronti di Azione, tuttavia, Schlein lavorerà per delega. Non sarà presente, infatti, al congresso dei calendiani che si terrà a Roma sabato prossimo. Il Pd sarà rappresentato dal presidente dei senatori Francesco Boccia, ma anche da tre esponenti dell’ala riformista, il presidente del Copasir Lorenzo Guerini, l’europarlamentare Pina Picierno e l’ex premier Paolo Gentiloni. Due Pd, insomma, che a Reggio Emilia, come una coppia provata, tenteranno di riscoprire le ragioni della convivenza. Intanto nella guerra delle mozioni che imperversa tra le opposizioni, ne esce male anche Italia viva: solo 15 voti a favore sono andati al documento posto al voto di Montecitorio che rilanciava il bonus renziano da 80 euro. Pd, M5s e Verdi Sinistra si sono astenuti.
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