Il 4 marzo ci sarà uno sciopero degli avvocati penalisti del foro di Milano.
La decisione è stata presa dal Consiglio direttivo della Camera penale di Milano in seguito alle vicende che ruotano attorno al processo contro Alessia Pifferi, accusata di aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi.

Gli avvocati, in una nota, sottolineano di voler «tutelare la serenità del processo e dunque dell’imputato che lo subisce. Il diritto di difesa e di esercizio del diritto alla prova nel processo che sono stati pericolosamente intaccati dalla condotta del pubblico ministero».
Ci si riferisce ad un’inchiesta parallela al processo, riguardante due psicologhe che lavorano nel carcere di San Vittore. Queste avrebbero aiutato Alessia Pifferi, insieme all’avvocata, ad ottenere la perizia psichiatrica alterando i risultati del test psicodiagnostico e il suo diario clinico, accertando che la donna soffrisse di un grave deficit cognitivo.
Dell’inchiesta non era stata informata l’altra Pm, che per questo motivo ha rinunciato all’incarico.
Secondo il procuratore Viola della Camera penale di Milano si dovrebbe procedere a «riassegnare» ad altri pm sia il processo in corso che le nuove indagini. Secondo gli avvocati, il pm, «anziché contestare la prova durante il processo, ha usato impropriamente il suo potere investigativo, rischiando di intimidire difensore, personale sanitario, consulenti, periti e, in ultima analisi, i giudici che, ne siamo certi, non consentiranno ingerenze».
Spiega la Camera penale milanese: «Crediamo che debba esserci una compatta reazione contro condotte al di fuori delle regole del sistema processuale ed invitiamo i dirigenti degli uffici giudiziari a confrontarsi con gli avvocati penalisti sui temi posti nella delibera.
Vi sono forti dubbi in ordine al rispetto delle disposizioni contenute nel progetto organizzativo della stessa Procura, che fornisce precise indicazioni in ordine alle modalità di iscrizione delle notizie di reato, prima tra tutti il divieto di auto assegnazione, e che prevede, comunque, l’intervento del Procuratore aggiunto di turno».
Lo sciopero previsto per il 4 marzo avverrà contemporaneamente alla prossima udienza del processo a Pifferi, che riprenderà a seguito della perizia psichiatrica.
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