Avvocati Napoli Nord, è guerra: il presidente Mallardo chiede di commissariare il Consiglio
Acque agitatissime nelle stanze dell’Ordine degli avvocati di Napoli Nord
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Acque agitatissime nelle stanze dell’Ordine degli avvocati di Napoli Nord dove da mesi lotte intestine e aspirazioni personali bloccano le attività del Consiglio: è di due giorni fa l’ennesimo episodio caratterizzato da mancato buon senso nei confronti della Classe forense da parte di alcuni consiglieri. I fatti: si è costituito un nuovo assetto di maggioranza composto dai consiglieri Cirillo, Landolfo, Di Micco, Di Costanzo, Castaldo F. e Castaldo M, Di Foggia, Di Biase, Cesaro, D’Antò che prima della pausa estiva ha sfiduciato l’attuale presidente Gianfranco Mallardo (oltre al segretario, al tesoriere e al vicepresidente) chiedendo la revoca del mandato, le dimissioni e la convocazione di nuove elezioni. Richiesta respinta per due motivi: primo, perché tale atto era stato protocollato intempestivamente e non poteva essere trattato nel mese di agosto come suggerisce l’articolo 5 del regolamento. Secondo, perché il presidente Mallardo (nella foto) intendeva dare precedenza alla delibera di approvazione del bilancio. Martedì scorso, alla richiesta negata di porre come nuovo e primo punto all’ordine del giorno la discussione in merito alla mozione di sfiducia mossa nei confronti dell’Ufficio di presidenza, la nuova maggioranza del Consiglio ha abbandonato, in segno di protesta, il consesso al solo scopo di evitare la permanenza del numero legale, e quindi paralizzare tutte le attività consiliari consentite.
Da precisare che al primo punto dell’ordine del giorno erano fissate quelle attività consiliari ordinarie quali l’iscrizione di nuovi avvocati e praticanti, le cancellazioni, il rilascio di pareri di congruità, gratuito patrocinio, esenzioni per maternità, rimborsi agli iscritti.
«Purtroppo – ha sottolineato il presidente Mallardo in una nota – questo è solo l’ennesimo attacco alla mia persona, con ingiurie e fatti non corrispondenti al vero. Gli stessi consiglieri già nei mesi scorsi si sono astenuti dall’esprimere il proprio parere relativamente all’approvazione del bilancio preventivo, sebbene fossero stati approvati all’unanimità tutti gli impegni di spesa, al solo scopo di paralizzare anche la regolare approvazione del bilancio da sottoporre alla prossima assemblea degli iscritti. Lo stesso revisore dei Conti nominato dal Tribunale ha condiviso i miei rilievi per la mancata approvazione secondo le regole della bozza di bilancio. Con mio grande rammarico devo purtroppo evidenziare che tali comportamenti denotano solamente un forte senso di irresponsabilità ed una bramosia di posti di potere a discapito della classe già martoriata dalla crisi per il COVID. E’ stato un modo per richiedere di occupare i ruoli di vertice del Consiglio, disattendendo le norme del nostro Ordinamento professionale e del regolamento del COA, che non prevede la “sfiducia” dell’Ufficio di presidenza, che è stato regolarmente eletto e non semplicemente “nominato”. Acconsentendo alle richieste dei citati consiglieri si introdurrebbe nei Consigli dell’Ordine una forte instabilità negli organi direttivi, che sarebbero variabili alla pari delle risicate maggioranze che li sostengono, rendendo non funzionante l’Ente. Ricordo che le funzioni dei Consigli dell’Ordine non sono di natura politica ma di natura amministrativa e per questo la legge non prevede l’istituto della sfiducia. A dimostrazione che non sono legato alla poltrona di presidente, oggi ho richiesto l’intervento del Consiglio Nazionale Forense affinchè valuti la possibilità di commissariare il COA, come senso di responsabilità nei confronti degli iscritti che aspettano risposte alle loro legittime istanze».
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