Anno: XXVI - Numero 97    
Venerdì 16 Maggio 2025 ore 15:00
Resta aggiornato:

Home » Separazione delle carriere: Nessuna paralisi, è giusto accelerare

Separazione delle carriere: Nessuna paralisi, è giusto accelerare

Il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto commenta anche la recente sentenza della Consulta sull’abrogazione del reato di abuso d’ufficio: «Sapevamo di esserci mossi nel pieno rispetto delle Convenzioni internazionali».

Separazione delle carriere: Nessuna paralisi, è giusto accelerare

«Fermarci? Nemmeno per idea. Si va avanti. È innaturale che la volontà, di pochi, di ostacolare una riforma come la separazione delle carriere prevalga sull’altrettanto legittima determinazione di altri, cioè noi, i molti, che invece vogliono realizzare quel progetto, in coerenza con il programma sulla giustizia». Francesco Paolo Sisto non ha l’aria di chi si sente in un vicolo cieco.

Due giorni fa, nella capigruppo di Palazzo Madama, ramo del Parlamento in cui attualmente giace il ddl sulle carriere dei magistrati, si è consumato un duro scontro fra maggioranza e opposizione, col Pd a lanciare anatemi contro qualsiasi ipotesi di accelerazione: «Questa cosa non è mai avvenuta nella storia della Repubblica, siamo pronti a qualsiasi tipo di reazione, nel perimetro della Carta», ha “minacciato” il capogruppo dem Francesco Boccia.

E così, viceministro, siete alla paralisi. O no?

No. Nessuna paralisi. Perché appunto, c’è lo scontro di due volontà legittime, ma sarebbe irragionevole pretendere che quella delle opposizioni schiacci la nostra. Si deve trovare un equilibrato contemperamento fra le due aspirazioni, e quindi mettere in conto che, se lo stallo permanesse, si potrei decidere di fissare comunque una data per l’approdo della riforma nell’aula del Senato, oppure che si contempli un budget di ore da dedicare, in Prima commissione, all’esame degli emendamenti, esaurito il quale però si procede col mandato al relatore. Non vedo dove sarebbe l’abuso.

Secondo il Pd si tratterebbe di una compressione gravissima visto che è in gioco una modifica della Carta.

Allora: siamo di fronte a più di 1.300 emendamenti, tutti delle opposizioni, per lo più ripetitivi. Nella gran parte sono proposte di modifica depositate da più senatori in ciascuno dei gruppi parlamentari di opposizione, proposte che ripropongono, con minime variazioni, sempre gli stessi emendamenti. Non solo: posso testimoniare, come rappresentante del governo incaricato di seguire i lavori sulla separazione delle carriere, che diversi di quegli esponenti delle opposizioni hanno apertamente spiegato le loro proposte come il più classico degli ostruzionismi. Legittimo, ripeto. Anche se, giusto per sdrammatizzare, potremmo definirlo un eccesso colposo in legittimo ostruzionismo.

E quindi?

E quindi è assurdo pensare che la maggioranza non abbia il diritto di far valere la propria determinazione ad andare avanti. Mi sa che lei stesso sottovaluta un dettaglio.

Quale dettaglio?

Se il regolamento prevede che, pur in assenza del voto sugli emendamenti in commissione e del mandato al relatore, si possa comunque fissare una data per l’Aula, come mi auguro avverrà al più presto, e andare all’esame conclusivo, non è perché una soluzione del genere ce la siamo inventata noi, a nostro uso e consumo: quella possibilità è prevista proprio per superare eventuali, persistenti atteggiamenti ostruzionistici delle opposizioni. Il regolamento consente di andare comunque in Aula perché è innaturale, appunto, che l’ostruzionismo blocchi l’iter di una riforma, per di più costituzionale.

Avete sacrificato anche la legge Tortora, pur di concentrarvi sulle carriere separate, giusto?

I nostri compagni di viaggio ci hanno chiesto un ulteriore riflessione su quel testo. Noi di Forza Italia riteniamo sia giusto ricordare le vittime degli errori giudiziari. Senza alcun intento punitivo, come adombrato viceversa dall’Anm, ma solo per una volontà rievocativa, per fare in modo che gli errori giudiziari non si ripetano. Altro che strumentalizzare: l’obiettivo, com’è evidente, è esattamente l’opposto. Torneremo in commissione, approfondiremo, convinti di aver promosso giustamente l’istituzione di quella giornata, e torneremo in Aula.

Da ultimo c’è il caso della legge Zanettin, della quale il procuratore di Messina ha ritenuto di “smontare” l’applicabilità ai reati contro la Pa.

Intanto il metodo: un procuratore che con una circolare dice ai giudici come devono interpretare una legge appena entrata in vigore non le sembra riecheggiare una concezione procurocentrica del processo? E non le pare che si tratti di un perfetto spot per la separazione delle carriere, e cioè della conferma di quanto la terzietà del giudice prevista all’articolo 111 sia tuttora precaria, e vada dunque resa effettiva con una modifica costituzionale?

Ma davvero dovrete emanare una norma di interpretazione autentica, sul limite “ordinario” dei 45 giorni per le intercettazioni?

È in corso una valutazione da parte del ministero e del governo. Certamente bisogna accertarsi che non vi siano equivoci interpretativi sul provvedimento.

Sono invece superati quelli sulla legittimità della riforma che ha abolito l’abuso d’ufficio.

La sentenza con cui la Consulta ha appena confermato la costituzionalità dell’abrogazione di quel reato è una bella vittoria per le nuove competenze dell’attuale governo in materia di giustizia. Sapevamo di esserci mossi nel pieno rispetto delle Convenzioni internazionali, e che queste non obbligavano affatto gli Stati a prevedere l’abuso d’ufficio nell’ordinamento.

Siamo molto soddisfatti che la massima autorità possibile abbia riconosciuto questo nostro merito: meriti di squadra, dal Ministro a tutti i parlamentari e giuristi che ci hanno creduto. E un premio speciale, sulla giustizia, me lo faccia riservare alla tenacia storica della nostra Forza Italia, da Antonio Tajani a ciascuno dei nostri sostenitori…

Da Il Dubbio

© Riproduzione riservata

Iscriviti alla newsletter!Ricevi gli aggiornamenti settimanali delle notizie più importanti tra cui: articoli, video, eventi, corsi di formazione e libri inerenti la tua professione.

ISCRIVITI

Altre Notizie della sezione

Leone XIV non sarà un clone di Francesco

Leone XIV non sarà un clone di Francesco

09 Maggio 2025

Andrea Ricciardi fondatore della Comunità di Sant'Egidio: "È un uomo di pace, anche all’interno della Chiesa. Ci si domanderà: sarà all’altezza dei conflitti, perché non ha esperienza diplomatica?”.

Archivio sezione

Commenti


×

Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.