Anno: XXV - Numero 76    
Venerdì 3 Maggio 2024 ore 13:15
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Interrompere l’abitudine forense alla stasi, e difendere in piazza i propri diritti.

Non ci limitiamo però alla contestazione, ma – nel documento che contiene la nostra piattaforma rivendicativa – avanziamo una serie di proposte ponderate volte a riequilibrare il sistema, e a renderlo più equo e sostenibile.

Interrompere l’abitudine forense alla stasi, e difendere in piazza i propri diritti.

Quello che si intende contestare con il sit in a Roma è la politica di Cassa Forense, improntata a spostare il carico della sostenibilità dell’ente sulle fasce meno abbienti della categoria, e a conservare i privilegi delle fasce più ricche della professione. Non ci limitiamo però alla contestazione, ma – nel documento che contiene la nostra piattaforma rivendicativa – avanziamo una serie di proposte ponderate volte a riequilibrare il sistema, e a renderlo più equo e sostenibile anche per le avvocate e gli avvocati a reddito basso e medio basso.

MGA, già in passato – e mi riferisco agli anni 2012 (vale a dire, subito dopo aver “esordito” sui social, in particolare) – si è resa protagonista di iniziative di protesta, tipo il fax – day, che non hanno portato ad alcun risultato evidente, da un punto di vista della riduzione della pressione contributiva degli avvocati.

Nessun timore. Se non avessimo iniziato con MGA – ormai più di dieci anni fa – a rompere il silenzio circa le reali condizioni economiche ed esistenziali di larga parte della categoria forense, oggi non saremmo qui e non vi sarebbero state nè le proteste successive anche ad opera di altre formazioni, nè la possibilità di portare in Congresso Nazionale le rivendicazioni dell’avvocatura a basso reddito o quelle degli avvocati di fatto dipendenti negli studi legali.

Sicuramente MGA ha avuto un effetto dirompente, al momento della sua comparsa sul panorama della politica forense nazionale, ponendosi come “forza di rottura” degli equilibri in campo e suscitando interesse tra i colleghi, interesse rimasto confinato nel virtuale.

I cambiamenti sociali e di mentalità hanno bisogno, per prodursi, di un lavoro lungo, alle volte oscuro, alle volte apparentemente senza risultati diretti e immediati. Come si dice, la goccia scava la pietra: ecco, noi siamo e saremo sempre quella goccia, e anche un pò i grilli parlanti dell’avvocatura, con il coraggio di disvelare il reale precariato che altri tendono a sottacere o a nascondere. La manifestazione di domani si preannuncia come la più numerosa e partecipata che sia stata organizzata dal basso e non dalle grandi istituzioni forensi.

Gli avvocati tendono ad essere servili; molti preferiscono attendere che dall’alto piova qualche briciola di cui cibarsi, oppure lagnarsi dello status quo nella ingenua speranza di poter passare dall’altro lato, quello dei colleghi e delle colleghe ricche. Dico ingenua perchè nella nostra categoria l’ascensore sociale ed economico è ormai fermo da tempo, con scarsissime possibilità, da parte di chi non sia figli* d’arte o particolarmente fortunat*, di raggiungere vette reddituali congrue. L’avvocatura, difensore dei diritti altrui, è restia a difendere i propri, preferisce omaggiare questo o quel consigliere dell’ordine e fingere un benessere che in realtà manca.

Nel 2020, un “movimento spontaneo” di avvocati, si riunì a Roma per protestare contro Cassa Forense, ottenendo una partecipazione non folta, senza peraltro giungere ad un risultato importante.

La nostra piattaforma rivendicativa è stata resa pubblica, e poi inviata ad personam ai rappresentanti di  tutte le istituzioni forensi: Cassa, Cnf, Ocf, tutti i Coa territoriali, tutte le associazioni maggiormente rappresentative e molte delle associazioni minori. Il quotidiano on line ha fatto da cassa di risonanza Mondo Professionisti alle nostra rivendicazioni. All’esito del sit in una delegazione del Movimento ha incontrato  per un colloquio il presidente di Cassa Forense Militi e il coordinatore di OCF Scialla.

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