Anno: XXV - Numero 180    
Giovedì 3 Ottobre 2024 ore 13:00
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Bene la separazione giudice-pm. Ma ora si facciano due concorsi

Intervista all’avvocato Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Einaudi. Tanti i temi affrontati: dalla separazione delle carriere all’Alta Corte disciplinare.

Bene la separazione giudice-pm. Ma ora si facciano due concorsi

Ddl su separazione delle carriere e Alta Corte disciplinare: ne parliamo con l’avvocato Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Einaudi.

Che giudizio dà del ddl costituzionale?

Sicuramente positivo, finalmente si è smosso qualcosa di rilevante ma è migliorabile. Manca infatti la previsione di due concorsi separati.

Molto è stato rimandato alla legge ordinaria.

Questo è un punto debole. Prima occorrono 4 passaggi in Parlamento e poi il referendum; poi un anno per le leggi ordinarie di attuazione. Mi consenta di essere seriamente preoccupato su tempi di approvazione.

Ci potrebbe essere un incrocio con il premierato in Commissione Affari Costituzionali.

Questo è l’aspetto più critico. Sotto il profilo squisitamente politico sono molto scettico: si è detto in tutti i modi “prima il premierato”, che verosimilmente sarà approvato in prima lettura dopo l’estate. Facendo un rapido calcolo non si parlerà più di separazione delle carriere, almeno non in questa legislatura. Se tutto va bene il premierato sarà approvato a 2025 avanzato. Si andrà sicuramente a referendum nel 2026, l’anno prima delle elezioni politiche a scadenza ordinaria. Non capisco dove troveranno il tempo per avere una procedura analoga sull’altra legge costituzionale della separazione delle carriere.

Cosa bisognerebbe fare allora?

Consiglierei alla Meloni di andare avanti rapidamente sulla separazione: a favore di questa riforma, a mio avviso, non c’è solo la maggioranza ampia in Parlamento, ma anche una fetta della opposizione – a differenza che sul premierato – potrebbe appoggiarla, come Iv e Azione. E alcuni esponenti del Pd che hanno firmato al tempo, ad esempio, la mozione Martina. In ogni caso il referendum confermativo avrebbe una maggioranza ampia a favore della separazione.

La separazione delle carriere sarebbe necessaria perché il giudice è appiattito sul pm ma i dati dicono che in primo grado ci sono il 50% delle assoluzioni.

Quello che lei mi dice, in realtà, non riguarda tanto il giudice del dibattimento quanto il gip. Sul giudice c’è da dire che ci sono altri aspetti che preoccupano: ad esempio il fatto che trattandosi di colleghi – il giudice con il pm – certamente una serenità di giudizio può essere inficiata da questo aspetto, ma per quanto riguarda il gip il problema per chi frequenta le aule di tribunale è di tutta evidenza: il gip è un giudice e dunque quello che lei dice glielo ribalto in questo senso.

Però quando il Gip decide su una richiesta del pm la difesa ancora non ha toccato palla. Il problema dell’equidistanza casomai si pone successivamente. Ricordiamo che nel ddl penale Nordio è previsto il gip collegiale per le misure cautelari.

Io non parlo solo di quello ma anche di rinvio a giudizio, parlo di tutti gli aspetti che riguardano una fase fondamentale, credo la più importante ormai del processo, che è quella delle indagini prima e dell’udienza preliminare dopo. Mi riferisco ad esempio al peso debordante di un pm che ha tutta la stampa a favore e dunque l’opinione pubblica, rispetto a un povero Gip di cui nessuno parla. Quindi prima entra in vigore la riforma, prima riusciremo a divenire un Paese normale, cioè un Paese europeo. L’unione delle carriere c’è in Turchia, in Bulgaria, mentre in tutta l’Europa occidentale liberale essa è sconosciuta.

Però i magistrati obiettano che laddove c’è la separazione il pm alla fine sarà posto sotto l’Esecutivo.

I magistrati fanno un processo a cosa? Alle intenzioni? Sia nelle quattro pdl incardinate in Commissione Affari Costituzionali sia il ddl appena varano in Cdm non contengono questa previsione.

Due Csm separati: il pm diventa un poliziotto.

Non voglio un pm debole, voglio un pm forte, anzi fortissimo, ma lo voglio separato dal giudice e autonomo. Io non ho paura del pm super poliziotto. A tal proposito raccomando in fase di legge di attuazione di separare anche i palazzi dei due Csm. Distaccare fisicamente giudici e pm è un’antica battaglia di noi avvocati e non solo: così sarà realtà quel triangolo isoscele in cui il giudice è al vertice e pm e difesa sono equidistanti da lui.

Cosa mai può accadere che non può succedere in un bar o in un hotel come accaduto in passato?

La contiguità fisica porta anche a una contiguità amicale, di frequentazione. Guai a lasciare due CSM a Palazzo dei Marescialli.

L’ex presidente dell’Ucpi Migliucci ha detto che non sarebbe favorevole al sorteggio puro dei membri del Csm. Lei?

A me pare che il sorteggio integrale possa andare bene, però su questo non ne faccio una questione ideologica, è una delle questioni di cui secondo me un Parlamento serio può discutere.

L’ex presidente dell’Anm Eugenio Albamonte ha detto a Tagadà su La7: ma perché il CSM, che è un organo di rilevanza costituzionale, deve essere soggetto a sorteggio, mentre altri organi costituzionali, come il Presidente della Repubblica, il Parlamento e la Corte Costituzionale no?

Perché non c’è nessuna parità di organi costituzionali. Il Parlamento è sopra gli altri organi costituzionali, questa infatti è una Repubblica parlamentare, il Presidente della Repubblica rappresenta la nazione, i magistrati la devono finire di immaginare il loro corpo separato come un organo che si pone allo stesso livello del Parlamento. Nessuno in Italia è o può essere allo stesso livello del Parlamento, non scherziamo.

Alta Corte: è solo per i magistrati ordinari e su questo l’Anm è critica.

Sono d’accordo con le critiche dell’Anm. Si faccia l’Alta Corte, ma riguardi tutte le magistrature italiane.

Molti magistrati in questi giorni stanno facendo circolare la foto di Licio Gelli: l’idea della separazione è la sua, quindi va respinta.

Ricorderemo a questi magistrati che effettivamente nel programma della P2 un aspetto fondamentale è stato già attuato in questo Paese: il taglio dei parlamentari che andava bene perché il populismo imperante lo voleva. Ora la separazione va male. Sono delle strumentalizzazioni meschine.

Di Valentina Stella per Il Dubbio

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