Anno: XXVI - Numero 92    
Venerdì 9 Maggio 2025 ore 14:00
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Punizioni più severe per chi continua a uscire

La decisione arriva in mattinata, quando si capisce che il numero dei contagiati da coronavirus continua ad aumentare, così come quello dei denunciati per violazione del divieto di uscire a chi non ha comprovate necessità

Punizioni più severe per chi continua a uscire

E allora la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese dà indicazione al capo della polizia Franco Gabrielli e ai prefetti di tutta Italia per una nuova stretta sui controlli di chi viene sorpreso in strada e non può giustificarsi. Ma, soprattutto, fa cambiare il modulo dell’autocertificazione con l’inserimento di una «voce» in cui la persona fermata deve dichiarare di «non essere in quarantena». Se mente può essere denunciata per procurata epidemia che prevede fino a 12 anni di carcere. Per tutta la giornata si moltiplicano gli appelli — dal governatore della Lombardia Attilio Fontana al sindaco di Milano Sala, dal capo della protezione civile Angelo Borrelli, al nuovo commissario agli acquisti Domenico Arcuri — per convincere i cittadini a «restare a casa». Il rischio è fin troppo chiaro: rimanere in questa situazione di «isolamento» ancora per settimane o — peggio — costringere il governo a prendere misure ancora più drastiche. Il modulo che da ieri è sul sito del ministero dell’Interno e si deve esibire al momento dei controlli (si può scaricare gratuitamente anche su Corriere.it) contiene tre punti. Nel primo si dichiara di «essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio», nel secondo si certifica di «non essere sottoposto alla misura della quarantena e di non essere risultato positivo al virus Covid-19», nel terzo infine di «essere a conoscenza delle sanzioni previste». E cioè una denuncia per violazione dell’articolo 650 del codice penale che prevede l’arresto fino a tre mesi e una sanzione fino a 206 euro, sempre che non scatti la contestazione più grave relativa ai reati contro la salute pubblica. Molti si sono chiesti se rischiano la sanzione dichiarando di essere «negativi» pur non avendo fatto il tampone, e così è stato chiarito che l’autocertificazione riguarda esclusivamente chi ha effettuato il test. Naturalmente chi non ha possibilità di stampare il modulo lo può ricopiare oppure fotografare con lo smartphone mostrandolo al momento della verifica in strada. Dall’11 marzo scorso — giorno dell’entrata in vigore del decreto che impone di non uscire — sono state controllate un milione e 250 mila persone e più di 415 mila negozi. Sono oltre 35 mila i denunciati: soltanto ieri 7.890, il 13,5% in più rispetto al giorno precedente. Alto anche il numero di commercianti che hanno deciso di alzare le serrande nonostante il decreto abbia indicato in maniera chiara quali negozi possano rimanere aperti: 1.319 i titolari denunciati con una progressione che anche in questo caso sale con il trascorrere dei giorni.

Da giorni vengono pubblicate video e foto di persone a spasso, tanto che l’assessore al Welfare della Lombardia Giulio Gallera avvisa via Facebook: «Vi controlliamo attraverso le celle telefoniche, non uscite di casa è assolutamente importante perché questa battaglia la vinciamo noi». Il governatore della Campania Vincenzo De Luca invoca la presenza dell’esercito per i controlli. Di certo c’è che l’invito formulato nelle prime ore di applicazione del decreto da Lamorgese a poliziotti e carabinieri affinché fossero comprensivi con i cittadini, adesso si è trasformato in una richiesta di applicare linea dura e dunque il massimo delle sanzioni. Nel decreto firmato dal premier Giuseppe Conte non si vieta di passeggiare o portare a spasso il cane, ma il governo ha chiarito — e Borrelli lo ha detto esplicitamente — che gli spostamenti devono essere «nella propria zona e per un tempo limitato, massimo in due, mantenendo invece la distanza di sicurezza rispetto agli altri». E dunque evitando in ogni caso gli assembramenti davanti ai negozi. Proprio per evitare che i cittadini stiano in giro numerosi, molti sindaci hanno deciso di chiudere i parchi, ma anche questa misura non appare sufficiente. E così — se nei prossimi giorni le denunce continueranno a crescere — non è escluso che si arrivi a una stretta più decisa. «Siamo pronti a nuove scelte coraggiose per fermare il virus», aveva detto tre giorni fa Lamorgese. Una linea condivisa con il premier che potrebbe essere attuata per sconfiggere il Covid-19.

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