Il Cup di Modena sulla fase 2: nessuna tutela per le professioni
Il Comitato Unitario dei Professionisti della Provincia di Modena prende posizione e aderisce agli Stati Generali di domani chiedendo al Governo di intervenire
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“Molti di noi sono rimasti attivi e disponibili anche durante le fasi più virulente dell’emergenza sanitaria, per senso del dovere e per la necessità rispetto ai compiti cui siamo chiamati, eppure non abbiamo ricevuto alcun tipo di attenzione quando si è trattato di adottare misure di sostegno. Vogliamo dunque esprimere al Governo il malessere di una componente produttiva essenziale per il Paese, e incidere per correggere il Decreto Rilancio durante il suo prossimo passaggio parlamentare. È inconcepibile che non sia stata prevista alcuna forma di tutela per le professioni”: con queste parole il Presidente del Comitato Unitario dei Professionisti della Provincia di Modena, Giuliano Fusco, esprime la preoccupazione e lo sconcerto delle categorie professionali rispetto alle misure adottate dall’esecutivo. L’organismo modenese – che riunisce migliaia di professionisti iscritti agli Ordini/Collegi dei Dottori Agronomi e Forestali, Architetti, Avvocati, Dottori commercialisti ed Esperti contabili, Farmacisti, Giornalisti, Ingegneri, Medici Chirurghi e Odontoiatri, Medici Veterinari, Consiglio notarile, Periti Agrari, Periti Industriali– aderisce quindi agli Stati Generali delle Professioni convocati per il 4 giugno prossimo dal Comitato Unitario delle Professioni (CUP) e dalla Rete delle Professioni Tecniche (Rtp). Dalle ore 10.30 alle 12.30 del 4 giugno saranno infatti trasmesse on-line sia le interviste ai principali leader di partito, sia i contributi video di molti presidenti degli Ordini e dei Collegi aderenti al CUP e alla Rete delle Professioni Tecniche. “Dall’esclusione all’accesso ai contributi a fondo perduto e al bonus di 600 euro ad aprile e maggio per chi già lo aveva ottenuto a marzo – sottolinea il Presidente dell’Ordine dei Periti Industriali Enrico Pivetti – non si fa altro che registrare un disinteresse verso tutte le professioni ordinistiche, che hanno sempre rappresentato uno dei motori dello sviluppo del Paese. A Modena non siamo esenti da quanto sta succedendo nel resto del Paese, e per questo vogliamo far sentire unitariamente le nostre ragioni, sia a un Governo che fino a oggi ci ha escluso da ogni aiuto pur essendo riconosciuti come tra le attività essenziali che hanno sempre operato durante il periodo di chiusura per il contrasto al Covid-19, sia all’opinione pubblica, che della nostra professionalità si avvale in innumerevoli ambiti della vita di ogni giorno”.
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