Anno: XXV - Numero 72    
Venerdì 26 Aprile 2024 ore 13:00
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Calderone: “Fondo perduto a professionisti è questione di equità e giustizia”

Senza misure strutturali, c'è il rischio della “proletarizzazione” del lavoro autonomo. L’intervento al convegno “Obiettivo Futuro”

Calderone: “Fondo perduto a professionisti è questione di equità e giustizia”

 “A fronte dell’enorme complessità degli adempimenti che dobbiamo costantemente garantire ai nostri clienti e alla PA con cui ci relazioniamo quotidianamente, non abbiamo avuto nessuna forma di sostegno e di comprensione delle difficoltà che affrontiamo” quando l’accesso al fondo perduto “è una questione di equità e di giustizia”. A sostenerlo la Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Marina Calderone, intervenendo al XVII convegno nazionale “Obiettivo Futuro” organizzato dall’Associazione Nazionale Commercialisti. “Una fragilità – ha evidenziato – che si ripercuote non solo sui nostri fatturati ma, se guardiamo ai dati delle nostre ricerche, anche sull’occupazione”. Si corre dunque il serio rischio di una “proletarizzazione” del lavoro autonomo se si pensa che sono stati erogati solo 500mila sussidi a fronte di circa 1 milione e 300mila iscritti alle Casse professionali, il che “vuol dire che circa il 40% degli iscritti ha un reddito inferiore a 35mila euro all’anno” e ciò non è l’effetto del momento attuale, ma la fotografia di una crisi precedente.  

Per la Presidente Calderone è un bene l’apertura del ministro dell’Economia e delle Finanze, Roberto Gualtieri, ad ammettere anche i professionisti all’accesso ai contributi a fondo perduto, anche se in ritardo visto che “c’è una normativa europea che ci equipara a piccole e medie imprese non dal punto di vista giuridico ma nel diritto al godimento di determinati benefici”. Ma il sussidio non basta, bisogna guardare oltre l’emergenza: “abbiamo bisogno di mettere in campo misure strutturali”, ha sottolineato, ricordando che “il nostro è anche un mondo di eccellenze visto che le nostre Casse sono riuscite a creare un circuito di virtuosismi in cui gli 87 miliardi del nostro patrimonio rappresentano una parte importante del bilancio dello Stato”. Un patrimonio che potrebbe essere impiegato anche per sostenere gli iscritti con ulteriori misure rispetto a quelle già messe in campo, in particolare rivolte a donne e giovani, ma soltanto se liberato dei vincoli ad oggi imposti dalla burocrazia.

Guarda l’intervento

 

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