Anno: XXV - Numero 77    
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A Milano coltellate, calci e pugni: la furia degli immigrati di seconda generazione al corteo del 25 aprile

Una decina di ragazzini egiziani hanno scatenato il panico in piazza Duomo al passaggio della Brigata ebraica: lanci di sedie, insulti minacce e anche un coltello. Sono i "maranza" che terrorizzano da tempo Milano.

A Milano coltellate, calci e pugni: la furia degli immigrati di seconda generazione al corteo del 25 aprile

Al netto di qualche coro, di qualche insulto e dei fischi, la manifestazione del 25 Aprile a Milano, dal punto di vista della sicurezza, è proceduto senza problemi. Almeno fino a quando il corteo non è arrivato in piazza Duomo. Il dispositivo schierato al corteo, per tenere separati gli spezzoni pro-Palestina da quelli ucraini e della Brigata ebraica, ha funzionato. Così come ha funzionato quello in Duomo, dove decine di uomini hanno tenuto sotto controllo migliaia di rappresentanti di collettivi e gruppi che avevano minacciato di “prendersi la piazza”. Qui ci sono state alcune cariche per evitare gli i soliti agitatori di piazza si prendessero la scena ma la professionalità delle forze dell’ordine ha evitato il peggio. È quando il corteo della Brigata ebraica ha superato piazza Duomo, mentre sul palco si alternavano gli interventi, che è successo l’inaspettato. Il tutto per mano di un manipolo di ragazzini di seconda generazione, di origine egiziana, che hanno deciso di rendersi protagonisti in negativo della giornata.

Sono in 10 e sono nel fast food davanti alla piazza: sono i maranza, che ogni giorno hanno come passatempo importunare i passanti e i colleghi, spesso con violenza. Quando vedono passare il gruppo con la Brigata ebraica scatta l’aggressione: provocano e insultano, minacciano fisicamente i presenti, partono calci e pugni. Ma non solo, nel parapiglia che si è generato, tra i City Angels che cercavano di riportare la calma, i teppisti che cercavano di aggredire e la Brigata ebraica che si stava scaldando, uno degli egiziani ha tirato fuori un coltello. È vestito di chiaro, si riconosce nel mucchio: prima taglia una parte dello striscione e poi ferisce uno degli esponenti della Brigata ebraica. Nel parapiglia, rimane ferito anche uno dei volontari. “Hanno tirato una sedia a me, che ho 60 anni”, dice una donna.

Il ragazzino, che si scoprirà essere il più giovane del gruppo, quando arrivano le forze dell’ordine in borghese tenta la fuga tra la folla ma i poliziotti riescono a raggiungerlo e a fermarlo, portandolo in questura. Anche un altro del gruppo è stato fermato e portato via e alla fine saranno 9 i denunciati per istigazione all’odio razziale, tutti di origine egiziana e giovanissimi. Non erano schierati in nessun gruppo che ieri ha presenziato alla manifestazione e sono noti per essere degli attaccabrighe, con anche esperienze di rapina. Il conflitto tra Palestina e Israele li unisce e lo schierarsi da parte dei primi diventa un elemento identitario, in nome dell’Islam. Quando la polizia ha portato via uno degli egiziani, non sono mancati i soliti “difensori” che hanno cercato di evitarlo.

“Sono solo ragazzini”, si sente dire a una donna, mentre gli uomini in tenuta antisommossa hanno dovuto proteggere i colleghi della questura che stavano completando l’arresto.

 

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