Anno: XXV - Numero 76    
Venerdì 3 Maggio 2024 ore 13:15
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Borseggiatrici incinte il carcere ora è possibile

Per le borseggiatrici la pacchia dell'illegalità ha i giorni contati.

Borseggiatrici incinte il carcere ora è possibile

Nel disegno di legge sulla sicurezza, che approda oggi sul tavolo del Consiglio dei ministri, è infatti prevista una modifica del Codice penale che contempla il rinvio della pena facoltativo, e non più obbligatorio come è oggi, per le donne incinte e le madri con figli fino ad un anno d’età.

Insomma, non ci saranno più mani legate. È una risposta che il governo vuole dare a tutte le vittime rapinata in metropolitana o nei mezzi pubblici. Ma è anche un rimedio all’impotenza di quei poliziotti che finora hanno colto in flagranza di reato le ladre con la consapevolezza che il giudice le avrebbe liberate in un battibaleno.

L’esecuzione della pena dovrà sempre e comunque avvenire negli istituti a custodia attenuata e non nelle carceri, ma con questa stretta la consuetudine a cui le cronache ci avevano tristemente abituati verrà radicalmente modificata. Grande attenzione inoltre è riservata proprio alle forze dell’ordine, troppo spesso oggetto di attacchi nelle pubbliche piazze. Infatti, nella bozza del ddl visionata dall’Agi, si legge che «nell’ipotesi di lesioni personali cagionate a un ufficiale o agente di polizia giudiziaria o di pubblica sicurezza nell’atto o a causa dell’adempimento delle funzioni, si applica la reclusione da due a cinque anni. In caso di lesioni gravi o gravissime, la pena è, rispettivamente, della reclusione da quattro a dieci anni e da otto a sedici anni».

Si introduce, inoltre, «una specifica sanzione anche per le lesioni lievi o lievissime compiute in danno di un operatore della sicurezza».

Prevista anche una norma a tutela dei beni mobili e immobili in uso alle Forze di polizia al fine di tutelarne l’onore che spesso viene denigrato: reclusione da sei mesi a 1 anno e sei mesi e multa da 1.000 a 3.000 euro. E poi ancora una sfilza di sanzioni inasprite: da 100 a 400 euro (al momento è da 87 a 344 euro) per chi, ad esempio, si rifiuta di esibire i documenti di guida o far ispezionare il veicolo. Da 200 a 600 euro per chi non rispetta l’invito a fermarsi a un posto di blocco. In caso di reiterazione nei successivi due anni, scatta anche la sospensione della patente fino ad un mese. Molto più alta, infine, la sanzione se si viola un posto di blocco: da 1.500 a 6mila euro e la sospensione della patente da 3 mesi ad un anno.

Ma le strette non finiscono qui. Chi organizza, favorisce, induce o impiega i minori fino a 16 anni (e non fino a 14 come finora previsto) nell’accattonaggio rischierà fino a 5 anni di carcere. Che possono arrivare fino a otto per chi organizza e dirige una rivolta in carcere e fino a 5 per chi vi partecipa. Attenzione anche alle categorie deboli come gli anziani: prevista un’aggravante per chi li truffa e si innalza la reclusione dagli attuali 1-5 anni a 2-6 anni, con l’introduzione di una multa da 700 a 3.000 euro. Infine, per le vittime di usura è prevista l’introduzione della figura di un «tutor» col compito di aiutare il reinserimento delle vittime nell’attività economica legale.

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