Un barlume di governo
Cinque giorni di passione e poi decide Draghi
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Non poteva trasformarsi in un governo balneare, nelle dimissioni c’è la fine con denuncia incorporata. Un nuovo inizio ci sarà solo se in aula i riottosi mostreranno un plateale pentimento
Calma e gesso, quando c’è una crisi. Sarebbe stato bizzarro (e anche grave) se un severo e fedele custode della Costituzione come Sergio Mattarella, davanti a un presidente del Consiglio che comunque ha incassato una fiducia, avesse sciolto le Camere di fronte alle sue dimissioni senza una verifica parlamentare. E sarebbe stato altrettanto stupefacente se Mario Draghi, non avesse scelto di drammatizzare, di fronte allo spettacolo andato in scena nell’Aula del Senato, comportandosi come se nulla fosse: il partito di maggioranza relativa non vota la fiducia al governo di cui fa parte, un clima di verifica permanente, gli animal spirit di una campagna elettorale che si sono manifestati in tutto il loro fragore.
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