Amministratori di immobili, 'nuovi e pesanti oneri dal ddl di riforma del condominio'
L'Anammi critica il testo di Gardini (FdI) al Senato che prevede due figure professionali.
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L’Anammi, l’Associazione nazional-europea amministratori d’immobili, lancia l’allarme sugli effetti del disegno di legge a firma della parlamentare di FdI Elisabetta Gardini (presentato a novembre, all’esame del Senato, ndr), che punta a riformare la gestione del condominio, perché “non farebbe che rendere ancora più onerosa l’attività” di chi se ne occupa, “senza fornire soluzioni realistiche ai problemi di gestione” degli edifici. Lo si legge in una nota, nella quale, si spiega, “il primo motivo di preoccupazione riguarda la previsione di ben due figure professionali, l’amministratore di condominio e il revisore condominiale”. E, “inserire nella gestione delle parti comuni e del bilancio addirittura una seconda professionalità – sottolinea il presidente dell’associazione Giuseppe Bica – significa aumentare le spese per i nostri condòmini, in un quadro economico che, secondo i nostri dati, ha visto aumentare la morosità di almeno il 20%. Lo stesso obbligo di revisione dei bilanci rappresenta un costo pesantissimo, che sarà scaricato sui cittadini e sui professionisti”.
Inoltre, “è concreto il pericolo di sovrapposizione tra i due ruoli, a danno innanzitutto dei condòmini” e, va avanti la nota, la salita delle spese concerne pure l’ipotesi di obbligo di laurea per gli amministratori. “Un amministratore laureato avrà ragione di proporre compensi più elevati – afferma Bica – soprattutto perché, anche nell’ipotesi di una fase transitoria, i professionisti laureati saranno in numero minore rispetto alla maggioranza e questo, per la legge della domanda e dell’offerta, farà lievitare i costi delle loro prestazioni”.
Accanto al tema finanziario, si precisa, “ne emerge poi un altro che si lega al mondo dei geometri e ragionieri, professioni ordinistiche che, da sempre, hanno nel condominio un fondamentale sbocco lavorativo in virtù del loro specifico programma di studi. Come si concilia il loro percorso con l’obbligo di laurea?”, si interroga l’Anammi, infine.
Ansa
