Nel salvacasa troppe responsabilità per professionisti
Uno studio della Fondazione Inarcassa consegnato al Viceministro Sisto denuncia un sistema normativo da riequilibrare.
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Responsabilità solidale, coperture assicurative obbligatorie ma non garantite, incertezza sui termini di prescrizione. Sono solo alcuni dei paradossi normativi che gravano sui liberi professionisti dell’area tecnica. A denunciarli è uno studio commissionato dalla Fondazione Inarcassa sulla responsabilità civile di ingegneri e architetti impegnati nella progettazione e direzione dei lavori, in ambito pubblico e privato, consegnato oggi al Viceministro alla Giustizia Francesco Paolo Sisto, nel corso di un incontro con il Presidente della Fondazione Inarcassa, Andrea de Maio. Al centro del confronto non solo il tema dell’aumento delle responsabilità a fronte di tutele insufficienti, ma anche quello dei compensi professionali da tempo non più adeguati.
Lo studio evidenzia come il quadro normativo attuale esponga i professionisti a responsabilità eccessive e sproporzionate. In particolare, la mancata distinzione tra le responsabilità del professionista e quelle dell’appaltatore porta i primi a rispondere solidalmente per vizi non di loro competenza, mentre l’incertezza sui termini di prescrizione aggrava la situazione, estendendo la responsabilità anche a distanza di anni. L’equiparazione giurisprudenziale al ruolo dell’appaltatore, con responsabilità decennale anche per difetti non progettuali, genera incertezza, aumento dei costi assicurativi e scoraggia l’assunzione di incarichi complessi, con ricadute negative sull’intero settore.
Le proposte avanzate della Fondazione puntano innanzitutto sulla revisione del principio della responsabilità solidale, con una modifica al Codice Civile che limiti la responsabilità del professionista ai soli errori di progettazione o direzione lavori dovuti a dolo o colpa grave, escludendo ogni corresponsabilità con l’impresa esecutrice per vizi esecutivi. In materia di prescrizione dell’azione di responsabilità professionale, la proposta è di estendere le prescrizioni normative introdotte dalla Legge sull’equo compenso a tutti i tipi di committenti, mentre sul tema delle polizze indennitarie postume, la richiesta è quella di prevedere l’estensione decennale obbligatoria anche a carico delle imprese esecutrici per tutti i lavori, così da tutelare maggiormente la committenza.
Tra i temi oggetto di confronto anche quello degli onorari professionali sui quali si è ribadita la necessità di un aggiornamento del Decreto Parametri per compensare l’effettiva complessità e responsabilità degli incarichi.
“Ringrazio il Viceministro per l’attenzione che ha riservato a questi temi e per il confronto di oggi che ha rappresentato un’occasione per porre l’accento su criticità che stanno seriamente compromettendo l’esercizio della libera professione” ha dichiarato Andrea De Maio, Presidente della Fondazione Inarcassa. “Lo studio dimostra come la combinazione di responsabilità eccessive e compensi inadeguati stia rendendo sempre più difficile la scelta dei giovani verso la libera professione. Su questi fronti è urgente intervenire per riportare il corretto equilibrio tra obblighi e tutele, tra competenze e onorari, coerenti con il ruolo di sussidiarietà che i professionisti da tempo svolgono”.
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