Anno: XXV - Numero 73    
Lunedì 29 Aprile 2024 ore 13:00
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La strada verso il contratto dei medici dirigenti si complica

Un contratto scaduto da 2 anni e molto atteso dalla categoria, che riguarda 120mila medici e 14mila dirigenti sanitari

La strada verso il contratto dei medici dirigenti si complica

Gli scogli non sono mai stati pochi, ma a testimoniare le difficoltà della trattativa è stato, nei giorni scorsi, il duro botta e risposta dei sindacati del settore con l’Aran.

Ad aprire lo scontro, dopo oltre 5 mesi di incontri serrati (conditi da un clima di confronto e buona volontà), il sindacato dei medici Cimo. “Ci chiedono di lavorare di più e in condizioni peggiori, mettendo in pericolo la tutela della salute”, sintetizzava il sindacato alla fine della scorsa settimana, annunciando una prossima mobilitazione e l’intenzione di incontrare gli iscritti “per far conoscere loro le implicazioni dell’ultima bozza del contratto” che si sta discutendo in Aran. Ma cosa sta accadendo?

Dopo cinque mesi di trattativa “sono state accolte solo alcune richieste dei sindacati, peggiorando al contempo la formulazione di altri articoli più rilevanti” del contratto, affermano da Cimo.

In particolare, la nuova formulazione dell’orario di lavoro “non elimina il rischio di dover lavorare senza limiti orari per il raggiungimento degli obiettivi aziendali, prevedendo, per le ore eccedenti, una retribuzione attraverso il fondo di risultato che vale in media 3.000 euro l’anno, pari a circa 57 euro a settimana. In concreto nulla di diverso rispetto a quanto previsto dal testo vigente che ha svuotato gli ospedali. Basti pensare che per un turno di 12 ore un medico a gettone può guadagnare fino a 1.700 euro”.

Il sindacato punta il dito anche sull’eccessivo numero di guardie notturne e festive e di pronte disponibilità, che rallenta la normale attività di elezione nei reparti e penalizza la crescita professionale dei giovani medici, che rischiano di essere relegati a guardiani di posti letto.

Non solo. “Viene introdotta la possibilità che un direttore di dipartimento possa delegare alcune delle proprie funzioni da primario a un medico di un altro reparto, determinando il rischio che, ad esempio, alcuni compiti del primario di pneumologia siano affidati ad un gastroenterologo”.

Nel mirino anche il cosiddetto ‘medico itinerante‘: il contratto prevede infatti il servizio fuori sede, per cui un medico che lavora in una azienda composta da diversi presidi potrà essere chiamato, senza alcun preavviso, a prestare la propria attività in uno che può essere distante anche decine di chilometri dalla propria sede di lavoro.

Insomma, la bozza “va nella direzione contraria rispetto a quella prospettata dal ministro della Salute Orazio Schillaci, che più volte ha dichiarato di voler migliorare le condizioni di lavoro del personale sanitario, e a cui – ha aggiunto il presidente Cimo Guido Quici – chiediamo un sostegno”. Dichiarazioni che arrivano dopo la mobilitazione proclamata a metà giugno dall’Intersindacale medica e che testimoniano tutto lo scontento di una categoria che, di fatto, si sente a rischio estinzione.

La secca replica di Aran

Non è certo rimasto in silenzio il presidente dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, Antonio Naddeo, impegnato da mesi nella trattativa.

“Mi meravigliano le dichiarazioni polemiche diffuse dai sindacati medici Anaao-Assomed e Cimo riguardo ai temi caldi del rinnovo contrattuale, Ccnl dirigenza medica e sanitaria 2019-2021: nelle ultime riunioni ristrette svolte in Aran – ha sottolineato Naddeo – abbiamo individuato importanti punti di incontro proprio sugli aspetti rilevati dalle organizzazioni sindacali come guardie mediche e pronta disponibilità, su cui contiamo di realizzare ulteriori passi avanti nella prossima riunione plenaria fissata per martedì prossimo” 4 luglio alle ore 15.

Quanto agli orari di lavoro, “l’Aran – ha assicurato Naddeo, auspicando da parte di chi siede ai tavoli di negoziazione ‘un profilo di coerenza tra quello che si dice nelle riunioni e quello che si dichiara pubblicamente’ – si sta attivamente adoperando con le Regioni per individuare le soluzioni più eque e percorribili per i sindacati per arrivare alla firma del contratto collettivo”. Insomma, lato Aran si ribadisce la massima attenzione e disponibilità.

Un testo inaccettabile

Ma i sindacati non fanno marcia indietro. Le dichiarazioni rilasciate negli ultimi giorni da Anaao Assomed e Cimo sulla trattativa per il rinnovo del contratto dei medici, veterinari e dirigenti sanitari “sono tutt’altro che polemiche”, replicano infatti le stesse organizzazioni.

Nel mirino c’è infatti una bozza che, a detta delle organizzazioni sindacali, ha numerosi risvolti negativi “per la qualità della vita e del lavoro” dei medici. “Una presa di posizione che è stata più volte ribadita dall’Anaao Assomed e dalla Cimo con coerenza nel corso delle riunioni, oltre che attraverso i mezzi stampa”, rivendicano i sindacati.

I punti di incontro concordati, insomma, “non risolvono le maggiori criticità denunciate dalle organizzazioni sindacali, tra le quali l’orario di lavoro – dichiarano Pierino Di Silverio, segretario Anaao-Assomed, e Guido Quici, presidente Cimo – E sono questi gli snodi su cui occorre lavorare per migliorare un testo che, al momento, riteniamo inaccettabile”.

Il nodo insomma non è in Aran, ma a livello delle Regioni. “Siamo consapevoli della disponibilità dell’Aran – riconoscono infatti i sindacati – che sta indubbiamente tentando di raggiungere un accordo nell’ambito del proprio ruolo istituzionale, ma appare evidente che ci troviamo dinanzi a un muro di gomma” delle Regioni “che al momento impedisce di ottenere risultati tangibili e avere tempi certi e rapidi di chiusura della trattativa”.

Dopo il botta e risposta, la ‘palla’ passa proprio all’Agenzia guidata da Naddeo. I sindacati auspicano infatti che l’Aran “riesca a persuadere le Regioni sulla necessità di arrivare a un contratto realmente migliorativo per i dirigenti medici, sanitari e veterinari”. Anche per mettere un freno alla grande fuga dei medici dal Ssn. Se l’auspicio era quello di portare a casa il nuovo contratto entro l’estate, il cammino al momento appare in salita.

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