Anno: XXV - Numero 71    
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Green pass: sono 644 i medici sospesi in Italia, ma i sanitari “no vax” sono migliaia.

Solo in Piemonte sono 18mila quelli senza vaccino

Green pass: sono 644 i medici sospesi in Italia, ma i sanitari “no vax” sono migliaia.

I medici attualmente sospesi dagli albi degli ordini italiani perché non vaccinati sono 644. È il dato reso noto dalla Fnomceo e aggiornato a quattro giorni fa secondo quanto inviato dagli Ordini provinciali (44 su 106). Le sospensioni, finora, sono state 820, ma 176 sono state revocate dopo che i medici si sono vaccinati. Il procedimento di sospensione, a carico di ogni singola regione, avviene attraverso un incrocio dei dati dell’anagrafe vaccinale con quella dei medici. Una volta in possesso dei dati, la regione comunica alle Asl i nominativi dei professionisti non vaccinati che vengono contattati per verificare la motivazione, e, ove carenti, si procede alla sospensione dall’attività, comunicando contestualmente la decisione agli Ordini che sospendono di fatto i medici dall’albo, sino ad avvenuta vaccinazione e comunque fino al 31 dicembre.  Piemonte I numeri, però, rischiano di salire ulteriormente. Solo in Piemonte sono 18mila gli operatori sanitari che, al momento, non hanno aderito alla campagna vaccinale contro il Covid. Di questi, 3mila sono alle dipendenze della Regione (tra personale sanitario e chi ricopre ruoli tecnici). Sono 155mila, invece, i vaccinati, su un numero complessivo di 173mila unità. Per quanto riguarda i dipendenti della Regione Piemonte, sono i numeri degli infermieri a preoccupare di più: al momento ne mancano all’appello circa duemila su un totale di oltre 23mila unità. Non ancora vaccinati anche circa 400 medici e 800 operatori socio sanitari.  Lazio Sono circa 3.000 i medici e gli infermieri del Lazio no vax, e di questi un centinaio sono stati già sospesi. Gli ultimi dati aggiornati risalgono alla seconda metà di agosto e nel frattempo qualcuno potrebbe aver cambiato idea. «I sanitari no vax sono il 3% dei 100mila medici, infermieri e operatori che lavorano nel privato e nel pubblico», aveva spiegato giorni fa l’assessore alla Sanità della Regione, Alessio D’Amato. «Lettere di richiamo e sanzioni sono già partite, come nel caso della Asl di Viterbo che ha avviato provvedimenti per 17 camici bianchi, sei i sospesi. Ogni Asl sta esaminando i singoli casi, mandando le note ai singoli interessati di vaccinarsi o verrà avviata la diffida, il cambio di mansione e il licenziamento dove ci sono situazioni immotivate», aveva aggiunto D’Amato. Da allora altre Asl hanno preso provvedimenti contro i sanitari che rifiutano di mostrare il braccio. In particolare, al 31 agosto risultavano “richiamati” 19 sanitari all’Asl Viterbo, 10 all’Asl Roma5 e 2 all’Asl Frosinone. Nell’azienda ciociara su oltre 4.000 dipendenti, la componente sanitaria che non si è sottoposta alla vaccinazione è stata di circa 30 unità. Intanto il presidente dell’Ordine dei medici di Roma e provincia, Antonio Magi, ha specificato che non tutti, ovviamente, sono medici: «Appena una trentina, sui 46mila della Capitale e i 55mila totali del Lazio, i medici. Molti di più gli infermieri che hanno manifestato la volontà di non vaccinarsi».  Toscana Raffica di sanzioni in Toscana per i sanitari no vax. Dopo la fase di accertamento condotta in estate le Asl finora hanno firmato la delibera di sospensione per 202 tra medici, infermieri, tecnici e ostetriche non ancora vaccinati. I professionisti saranno sostituiti a tempo determinato e non riceveranno lo stipendio durante i mesi a casa. Liguria è  fortemente sceso il numero dei sanitari no vax in Liguria rispetto ai mesi scorsi: ad oggi, dalle 5 aziende sanitarie e dagli ospedali della regione risultano 179 casi di personale in forze al sistema sanitario regionale con relativi provvedimenti aziendali adottati, al netto delle revoche. Il dato è aggiornato al 9 settembre e vede nell’area di Genova il numero maggiore di casi: tra Asl 3, con 31 casi segnalati, e ospedali, con 62 casi segnalati. Segue la Asl 2 savonese con 46 casi, quella del Tigullio con 22 casi, l’imperiese, ovvero Asl 1, con 18 casi, mentre la Asl 5 non ne vede nessuno. Una percentuale molto bassa, rispetto ai circa 25.000 operatori che operano in tutta la Liguria. Coloro che hanno rifiutato la vaccinazione sono stati sospesi o spostati a servizi non a contatto con i malati.  Puglia Sono oltre 6 mila in tutta la Puglia gli operatori sanitari sotto la lente di ingrandimento delle Asl. 4932 (di cui 900 medici) sembrerebbero non vaccinati, 1200 sarebbero, invece, i codici fiscali dubbi. Si tratterebbe, quindi, del 3,5% rispetto al totale del personale a lavoro negli ospedali della Regione. Nel dettaglio 1708 risiedono nella provincia di Bari, 973 nel capoluogo Dauno, 584 nel Tarantino, 579 in Salento, 325 nella sesta provincia di Barletta-Andria-Trani e 318 nel Brindisino. I dipendenti con ruolo sanitario non ancora vaccinati della Asl di Bari sono, al momento, 151 pari al 2% del personale; mentre nella Asl Bt sono 23 i dipendenti non vaccinati su 23 mila totali, dunque si tratta dello 0,38%. «Non c’è dubbio che il numero sarà sicuramente da scremare – ha rassicurato all’Agi il direttore del Dipartimento Salute della Regione, Vito Montanaro – lunedì avrò un incontro con i direttori generali delle Asl che dovrebbero aver terminato la verifica di eventuali errori di registrazione. Verifica effettuata non solo nei sistemi elettronici (attraverso il sistema Giava utilizzato per registrare le vaccinazioni, ndr), ma anche attraverso le chiamate attive».  Lombardia Sono 623 gli accertamenti effettuati in Lombardia sul personale sanitario delle strutture pubbliche che non si è vaccinato. Tra questi 221 sono stati sospesi, 14 adibiti ad altre mansioni e 285 sono stati riammessi in seguito alla vaccinazione. È quanto apprende l’Agi da fonti della Regione Lombardia. In totale, includendo anche le strutture private, gli accertamenti inviati dalle Ats sono stati 4.350 (il numero in questo caso è però riferito alla scorsa settimana). Gli operatori sanitari in Lombardia sono circa 340 mila e, secondo le stime, i non vaccinati oscillano tra il 3 e il 5%, ma il peso può variare a seconda delle categorie: medici, infermieri, oss, tecnici di laboratorio. Nei giorni scorsi, la vicepresidente e assessore al Welfare della Regione Lombardia, Letizia Moratti, aveva assicurato di non temere contraccolpi sul servizio sanitario dopo la partenza delle prime lettere di sospensione per i medici no vax. «No per il momento no, un medico che non si vaccina non è l’esempio che si dovrebbe dare, un medico è a contatto con i pazienti fragili» e questi ultimi «dobbiamo tutelarli, è un dovere di sanità pubblica». Trentino Alto Adige In Trentino Alto Adige sono circa 2.800 i sanitari – tra medici, infermieri e operatori socio-sanitario (Oss) – contrari alla vaccinazione anti Covid-19 e quindi a rischio sospensione. Sia in provincia di Bolzano che in quella di Trento sono già iniziate le sospensioni ma dei quasi tremila ‘No vax’ c’è qualcuno che ha dato seguito alle lettere inviate dalle rispettive aziende sanitarie. Ci sono casi di sanitari che hanno fissato, o si sono sottoposti alla prima dose, altri che avevano fatto pervenire comunicazione di essere stati vaccinati altrove oppure di essere in aspettativa per gravidanza o altri motivi. Si tratta soprattutto di “sospensioni” con lavoro da casa (home working) qualora fosse possibile. In Alto Adige erano 3.967 i sanitari non vaccinati ad aprile; nel corso dei mesi estivi i sanitari che si sono fatti vaccinare sono stati 1.961 e ora 2.006 – il dato da circa una settimana non viene aggiornato – non risulta vaccinato. Per il momento sono in corso accertamenti su 402 sanitari, 336 dei quali dell’azienda sanitaria. In degli 860 sanitari invitati, 172 erano dipendenti dell”azienda sanitaria e circa una trentina ha iniziato l’iter vaccinale. Ad oggi i sanitari a rischio sospensione sono circa 500.

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