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Decreto legge Pubblica Amministrazione, ecco tutti gli interventi di rilievo per i medici

Discrezionalità della pubblica amministrazione nella scelta degli incarichi dirigenziali

Decreto legge Pubblica Amministrazione, ecco tutti gli interventi di rilievo per i medici

Nel decreto-legge Pubblica Amministrazione appena approvato alla Camera e atteso dall’ultimo ok in Senato, oltre alla vicenda della Corte dei Conti che si è vista limitare i poteri di monitoraggio sul Piano nazionale di Ripresa e Resilienza, ci sono altre storie da raccontare in Sanità. All’articolo 19 bis, riguarda da vicino centinaia di medici di continuità assistenziale di Abruzzo, Basilicata, Campania che si sono visti chiedere indietro in modi e tempi diversi somme percepite in busta paga in base ad accordi regionali. Riprendendo una norma transitoria del 2021 che, per farli lavorare “tranquilli” in pandemia, escludeva i medici del 118 dal dover restituire all’Asl somme percepite a tutto il 2020 e poi contestate (si ricorderanno le “cartelle” pervenute ai medici del 118 in Campania proprio ai tempi dell’esplosione dei contagi), il parlamento ha esteso l’esclusione a tutti i medici convenzionati con il Servizio sanitario nazionale, di famiglia, pediatri e specialisti ambulatoriali. Si sanano pure le posizioni dei medici di guardia delle regioni che avevano sospeso accordi contestati dai giudici contabili. Là, le Asl dovranno evitare di proseguire nella richiesta di somme già erogate a meno di casi di dolo o colpa grave. In Basilicata la Corte dei Conti aveva ravvisato nell’elargizione, per 10 anni, dell’indennità di rischio alle ex guardie mediche un danno erariale da 18 milioni e le Asl avevano sospeso i pagamenti, inizialmente chiedendo indietro le erogazioni. In Abruzzo la Regione, in piano di rientro, di fronte ad analoga contestazione della Procura della Corte dei Conti, aveva fatto la stessa cosa. Ora la schiarita, complice forse una sentenza della Corte europea dei Diritti dell’Uomo di 2 anni fa su cui torneremo alla fine.

Le altre previsioni- La misura più discussa del decreto-legge sottrae alla Corte dei Conti il “controllo concomitante” sugli atti delle pubbliche amministrazioni inerenti agli interventi di sostegno e di rilancio dell’economia nazionale, e nello specifico quelli previsti dal Pnrr e dal Piano nazionale per gli investimenti complementari. La legge inoltre rinvia dal 30 giugno 2023 al 30 giugno 2024 lo “scudo erariale”, che limita la responsabilità di sindaci ed amministratori cui, anche nel privato, è affidata la gestione di pubbliche risorse. Poi prevede si possano stabilizzare 3 mila precari assunti nel pubblico (2 mila nelle forze dell’ordine) se hanno maturato 36 mesi di servizio non continuativi. In sanità prevede 45 assunzioni al Ministero della Salute ed altre in Agenas, mantiene il numero di pubblica utilità 1500 per le emergenze per la salute pubblica fino al 31 dicembre 2023 e istituisce al Ministero della salute, ma solo a tutto il 2026, una struttura di missione per la cooperazione internazionale. E ancora, stanzia 276 mila euro quest’anno e il doppio dal 2024 per potenziare la Lega italiana per la lotta contro i tumori, previsto un rafforzamento dell’organico dellasanità militare. Tra le competenze del Ministero dell’Università aggiunge le aree di supporto agli Osservatori per la formazione sanitaria specialistica e per le professioni sanitarie. Infine, esenta le regioni, in tema di ristori per l’emergenza Covid, da versamenti al bilancio dello Stato, salvo se legati ad evasione fiscale, ed esenta lo Stato da ulteriori forme di compensazione alle Regioni.

La testimonianza – «Lo stop alla richiesta delle indennità è la fine di un incubo che non ci eravamo cercati noi», dice Sandro Campanelli, segretario CA Fimmg Abruzzo. «Nel 2017 erano iniziate ad arrivare lettere per il recupero, fino a 10 anni indietro, delle indennità di rischio versate dalle Asl in forza dell’accordo regionale firmato nel 2006. Alcuni di noi dovevano restituire fino a 70 mila euro, ma intanto qualcuno era deceduto e le richieste arrivavano ai figli; o aveva lasciato il lavoro perché malato o approdato ad altra convenzione. Peccato che la Regione quell’accordo lo aveva firmato, e ora di fronte alla contestazione della Procura non difendeva nemmeno le proprie ragioni. E peccato che chi aveva fruito dell’accordo regionale non solo si era visto bloccare la corresponsione dell’indennità, ma era richiesto di pagare decine di migliaia di euro pur avendo ottemperato ad un contratto formalmente valido». Molti medici si erano rivolti ai tribunali che in prima istanza avevano dato loro ragione; in appello no, la stessa Cassazione ha contestato la dicitura generica di indennità di rischio. «Quell’indennità c’è per alcune categorie, come i vigili del fuoco, e a conoscere la realtà orografica dell’Abruzzo (e le condizioni delle postazioni) potrebbe giustificarsi, ma tutto questo non è servito. Il contenzioso ha inoltre tenuto bloccati avanzamenti della nostra sanità. Quando proposi qualcosa di molto simile alle Cau firmate ieri in Emilia-Romagna per lo screening dei codici bianchi in postazioni dedicate, mi sentii rispondere: bene, ma prima ci ridate i soldi del l’indennità?» La legge ora dice alle regioni che quei soldi non devono richiederli più.

Duello nascosto con l’Europa – Due fatti irrobustiscono la vicenda. Primo, una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo l’11 febbraio 2021 (sentenza Casarin) ha ritenuto “ingerenza sproporzionata” l’azione delle autorità volta a ottenere il rimborso di somme versate per errore. Casualmente, la norma-sanatoria per i medici del 118 nel Dl 41 fu inserita il mese dopo. Quest’anno con sentenza 8 del 27 gennaio la Corte Costituzionale, in materia di somme richieste indietro dall’Inps, ha rivisto l’orientamento di Strasburgo, dichiarando “legittima la ripetibilità dell’indebito retributivo e previdenziale diverso dal pensionistico, con cautele e garanzie per il percipiente di buona fede” (in caso di stipendi impropriamente percepiti, già è tanto se il medico non paga gli interessi ndr). A distanza di quasi sei mesi, però, il governo ha confermato la linea adottata due anni fa a vantaggio dei sanitari.

Da Doctor News 33

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