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Giovedì 12 Dicembre 2024 ore 14:00
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PERCHÈ TRASFORMARE UN EVENTO PLANETARIO IN UN GAY PRIDE?

L'affondo di “avvenire” contro la cerimonia inaugurale delle olimpiadi . E lo sponsor olimpico C-Spire ritira le pubblicità dopo la “presa in giro” dell’Ultima Cena.

PERCHÈ TRASFORMARE UN EVENTO PLANETARIO IN UN GAY PRIDE?

La cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi 2024 ha suscitato un’ondata di polemiche e divisioni politiche nel paese, con l’ex ministro della Cultura francese Philippe de Villiers che l’ha definita un “suicidio” nazionale. La cerimonia, caratterizzata da una parodia transgender dell’Ultima Cena e dalla presenza di un controverso artista musulmano, è stata ampiamente criticata da vari settori della società francese.

Nonostante le Olimpiadi avrebbero dovuto rappresentare una tregua politica, la Francia è rimasta profondamente divisa dopo le elezioni anticipate del presidente Emmanuel Macron, che hanno lasciato il paese senza un governo stabile. Sabato sera, la cerimonia di apertura ha provocato reazioni contrastanti, con alcuni che esultavano e altri che esprimevano rabbia, a seconda delle loro affiliazioni politiche.

Eichettati come i giochi “più gay di sempre”, la cerimonia di apertura ha attirato critiche per aver promosso il paganesimo e per aver preso in giro il cristianesimo con una reinterpretazione dell’Ultima Cena di Gesù Cristo in chiave drag queen.

Philippe de Villiers ha dichiarato che la cerimonia è stata una “vergogna”, aggiungendo: “Stiamo commettendo il suicidio del nostro Paese di fronte al mondo intero. L’Ultima Cena con le drag queen e la decapitazione di Maria Antonietta aggiungono infamia alla bruttezza. La Francia di Macron e del wokismo non è la Francia.”

Anche Marion Marechal, parlamentare europea di destra e nipote di Marine Le Pen, ha espresso il suo disappunto: “A tutti i cristiani del mondo che stanno guardando la cerimonia di Parigi 2024 e si sono sentiti insultati da questa parodia drag queen dell’Ultima Cena, sappiate che non è la Francia a parlare, ma una minoranza di sinistra pronta a qualsiasi provocazione. Non in mio nome.” Le cerimonie, ampiamente descritte come anticristiane, sono state criticate anche dai leader cristiani, tra cui il vescovo della diocesi di Winona-Rochester, Robert Barron.

Il vescovo Barron ha commentato: “La Francia ha evidentemente ritenuto che, mentre cercava di mettere in mostra il suo lato culturale migliore, la cosa giusta da fare era deridere questo momento centrale del cristianesimo, in cui Gesù durante l’Ultima Cena diede il suo corpo e il suo sangue in previsione della croce. È presentato come una presa in giro grossolana e superficiale.”

“Questa società profondamente secolarista e postmoderna sa chi è il suo nemico; lo sta nominando, e noi dovremmo credergli. Ma inoltre, noi cristiani, noi cattolici, non dovremmo essere timidi; dovremmo resistere; dovremmo far sentire la nostra voce.”

Il vescovo ha anche sollevato una domanda provocatoria: “Avrebbero mai osato deridere l’Islam in un modo simile? Avrebbero mai sognato di deridere, in questo modo volgare e pubblico, una scena del Corano? Sappiamo tutti la risposta.”

La cerimonia ha visto la partecipazione della cantante musulmana franco-maliana Aya Nakamura, che ha eseguito la sua canzone “Pookie” accompagnata dalla Guardia repubblicana francese. Questo nonostante il 63% dei francesi si opponesse al suo coinvolgimento.

D’altra parte, la sinistra progressista in Francia ha elogiato la cerimonia. La deputata dei Verdi Sandrine Rousseau ha dichiarato che “la migliore risposta all’ascesa del fascismo e dell’estrema destra è questa cerimonia. Lasciate che il mondo si svegli. Sarà molto più bello.”

Thomas Portes, parlamentare di estrema sinistra, ha espresso soddisfazione per una cerimonia che, a suo avviso, si opponeva alle “ossessioni razziste e reazionarie dell’estrema destra e dei suoi canali mediatici… Una cerimonia in cui la delegazione palestinese è stata applaudita.”

Le Olimpiadi di Parigi 2024 hanno così dato inizio a un evento globale sotto un velo di controversie e discussioni, riflettendo le profonde divisioni politiche e culturali che attraversano la Francia contemporanea.

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