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OGGI IL GRAN GIORNO FIRMATO IL CONTRATTO DEI MEDICI

Riguarda di 140 mila dipendenti del Servizio sanitario, medici, veterinari, biologi. I sindacati hanno espresso soddisfazione per le novità

OGGI IL GRAN GIORNO FIRMATO IL CONTRATTO DEI MEDICI

Aran e sindacati della dirigenza sanitaria hanno firmato oggi alle dieci il contratto d’area per il 2019-21, in rappresentanza di 140 mila dipendenti del Servizio sanitario, medici, veterinari, biologi etc. L’accordo, cui si era arrivati già a settembre, porta in media nei bilanci del medico ospedaliero 10.700 euro di arretrati più 289 euro mensili medi aggiuntivi (+4,5%) che recuperano per metà lo scatto dell’inflazione nel 2022. Gli aumenti si distribuiscono per lo più sulla componente principale del salario, ma ci sono ritocchi anche sull’indennità di specificità medico veterinaria, sulla parte fissa della retribuzione di posizione. A ciò vanno sommate l’indennità di esclusività, e un’indennità specifica per chi lavora in pronto soccorso (85 euro mensili). Vanno poi considerate le prestazioni aggiuntive: 80 euro l’ora che, detassati, sostituiscono lo straordinario.

I sindacati già in autunno hanno espresso soddisfazione per queste novità, che si combinano con altre normative tese a migliorare le condizioni di lavoro: ad esempio, il riconoscimento delle ore lavorate oltre un certo tetto che d’ora in poi saranno recuperate, o pagate, nei 12 mesi successivi secondo criteri definiti da un algoritmo armonizzato con le norme dei contratti aziendali. Sono state riviste le regole anche per servizi di guardia e pronta disponibilità. Per le guardie notturne si fissano non più di 5 servizi al mese calcolati nell’arco di 4 mesi. Non si possono inoltre programmare più di 10 servizi di pronta disponibilità al mese, calcolati su due mesi. E nel bimestre non si possono programmare più di 12 servizi medi mensili complessivi, intesi come somma dei servizi di guardia e servizi di pronta disponibilità. Altre misure a tutela della sicurezza dei lavoratori: va determinata una sede certa di lavoro, stop a medici distribuiti di regola su più strutture (con relativi equivoci). Gli incarichi professionali devono essere assegnati dall’ospedale entro 60 giorni dalle valutazioni. A ridimensionare certe discrezionalità delle aziende, per quanto possibile si è cercato di togliere locuzioni come “di norma”, “di regola” che rendevano le norme ambigue. Viene assicurato il godimento di almeno 15 giorni continuativi di ferie estive, laddove prima c’era discrezionalità dell’azienda. Si dettano regole per assumere specializzandi a tempo determinato, con orari compatibili con la formazione universitaria da espletare. Si interviene pure sul patrocinio legale: se l’azienda non è d’accordo con l’avvocato scelto dal medico in caso di contenzioso che riguardi entrambi, deve motivare la sua posizione entro 15 giorni per iscritto.

Tutto bene, dunque? No. Non solo l’inflazione non è tutta recuperata, ma il contratto nasce scaduto e ci si dovrebbe rimettere al tavolo per discutere del triennio 2022-24. Per quest’ultimo la Finanziaria stanzia 2,4 miliardi. Ma nel “tesoretto” rientrano anche i fondi per finanziare le convenzioni di medici di famiglia, pediatri, specialisti ambulatoriali, che tuttavia attendono ancora di concludere il contratto 2019-21. Sarà cruciale come il governo ripartirà le risorse ed aprirà alle nuove trattative. I sindacati Anaao Assomed e Cimo Fesmed, oltre a Nursing-up per gli infermieri, stanno per proclamare nuovi scioperi a febbraio dopo quelli di novembre-dicembre negli ospedali. Il segretario nazionale Anaao Assomed Pierino Di Silverio sottolinea la comune richiesta di una indennità di specificità per la dirigenza da finanziare con 300 milioni, di norme per rimuovere i tetti alle assunzioni di personale fermi dal 2004 e di uno scudo penale per i sanitari in caso di omicidio o lesioni colpose a fronte di situazioni di carenza di personale. Su quest’ultimo punto c’è l’appoggio del Ministro e c’è una previsione valida tutto quest’anno già inserita nel decreto-legge Milleproroghe in fase di conversione alle Camere, che per i sindacati dovrebbe essere per sempre.

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