Anno: XXVI - Numero 136    
Venerdì 11 Luglio 2025 ore 13:45
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NEGLI OSPEDALI FERIE IMPOSSIBILI

Di Silverio: in estate carenza medici in ospedale peggiora del 20%.

NEGLI OSPEDALI FERIE IMPOSSIBILI

Estate sempre più difficile negli ospedali italiani, dove alla carenza strutturale di medici si aggiungono assenze per ferie che, seppur poche, aggravano il problema della mancanza di personale del 20%. E peggiorano anche le condizioni degli operatori, che in molti casi non possono andare in vacanza “anche per più di 1 anno. E questo è direttamente collegato con la crescita del burnout, sempre più frequente tra i professionisti sanitari”. È il quadro che traccia all’Adnkronos Salute Pierino di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed.

È noto che “abbiamo una carezza endemica di medici soprattutto nei pronto soccorso, ma non solo. Abbiamo un problema nelle chirurgie, nelle anestesie, nelle medicine interne e in tanti altri reparti”, elenca il sindacalista. Tutto questo riduce la possibilità dei medici di andare in ferie. “In gran parte succede che i colleghi rinuncino – sottolinea Di Silverio – e quei pochi che vanno in ferie, come hanno diritto di fare ed è giusto che sia, determinano un ulteriore accumulo di lavoro per chi resta”. Sappiamo che “più del 65% dei colleghi è in burnout. E parte di questo fenomeno è dovuta proprio al fatto che molti colleghi non fanno ferie da 1 anno, 1 anno e mezzo, compreso me. Con turni massacranti da 60 ore a settimana di lavoro – incalza il leader Anaao – non andiamo neanche in ferie in estate, non ci andiamo a Natale. Soprattutto i medici che lavorano nei reparti di urgenza e emergenza, perché inevitabilmente lì non si può chiudere o ridurre l’attività”.

E non basta ‘mettere le pezze’ qua e là, avverte Di Silverio. “Il problema è non far andare via i medici, in primo luogo. Perché alla carenza strutturale oggi associamo 8mila medici che in 1 anno e mezzo si dimettono. Il problema non si risolve con i gettonisti o altro. La questione da affrontare è l’appetibilità della professione. Mi auguro – auspica il segretario Anaao Assomed – che nel prossimo Def, che dovrebbe essere in discussione, non ci sia più la presa in giro annuale da parte dei governi, ma il segnale che si cominci davvero ad investire sui professionisti della sanità. Un segnale non solo economico, ma anche legislativo. Per fare in modo che la sanità pubblica continui ad essere quella che è sempre stata in termini di accesso e efficienza”.

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