Anno: XXV - Numero 71    
Mercoledì 24 Aprile 2024 ore 16:45
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C'È L'INTESA SULLA GIUSTIZIA

Dopo le tensioni andate avanti per otto ore, il governo trova la quadra e raggiunge l'intesa sulla riforma della giustizia. Via tutti gli emendamenti

C'È L'INTESA SULLA GIUSTIZIA

Alla fine il Movimento 5 Stelle ha accettato la proposta di mediazione sul processo penale che prevede ora un regime speciale per tutti i reati di mafia. Il provvedimento approderà alla Camera domenica 1 agosto: i lavori inizieranno alle ore 14 con il voto sulla pregiudiziale; nel pomeriggio verrà avviato l’esame e il seguito nei giorni successivi.

“O si cambia o per noi l’intesa non c’è”, era stata la linea tracciata dai grillini durante la giornata. La bozza prevedeva infatti che le “deroghe” all’improcedibilità riguardassero solo i reati previsti dagli articoli 416 bis e ter (associazione di tipo mafioso e scambio elettorale politico-mafioso). “Così non ci stiamo”, avevano avvertito fonti pentastellate ventilando anche l’ipotesi astensione. Poi la fumata bianca. Nel dettaglio, l’intesa dovrebbe prevedere nessun timing per i reati riconducibili al 416 bis e ter, dunque processi sine die. Mentre per i reati aggravati da mafia sei anni di appello, con un regime transitorio da qui al 2024. Dal 2025 l’appello scenderà a 5 anni. “Il fatto che alcune forze politiche abbiano faticato enormemente a dare l’ok finale al testo, è la dimostrazione che siamo di fronte ad una riforma garantista”, ha affermato in una nota Mariastella Gelmini di Forza Italia. Matteo Salvini e Giulia Bongiorno della Lega hanno espresso “soddisfazione” per il punto di sintesi a cui si è arrivati: “Come chiesto dalla Lega, non rischieranno di andare in fumo i processi per mafia, traffico di droga e violenza sessuale. E ora avanti tutta con i referendum che completeranno il profondo cambiamento chiesto dai cittadini”.

Esulta anche Giuseppe Conte, leader in pectore del M5S: “I processi per mafia e terrorismo non si dissolvono nel nulla, non si estinguono”. Sorride pure Enrico Letta del Partito democratico: “Accelerare i processi, garantire strutture sufficienti per gli operatori di giustizia, evitare qualunque rischio di impunità. L’equilibrio trovato dal governo Draghi rende la riforma della giustizia migliore. Lo avevamo chiesto e ci siamo spesi per l’accordo fino in fondo. Bene”.

Ma fonti di Italia Viva hanno immediatamente frenato gli entusiasmi in casa 5 Stelle: “Il match si è finalmente concluso, il M5S lo ha perso e la riforma Bonafede va meritatamente in soffitta. Il governo ha trovato un buon accordo”. A rincarare la dose ci pensa Matteo Renzi: “Il caro estinto è la riforma Bonafede, che da stasera non c’è più. Non si può essere più imputati a vita. La riforma è una piccola parte, c’è ancora un lavoro lunghissimo da fare, ma ora abbiamo archiviato la Bonafede”.

Commenta con gioia anche Marta Cartabia. Il ministro della Giustizia ritiene che quella di oggi sia una “giornata importante” dopo lunghe e faticose ore di lavoro. “C’è stata un’approvazione all’unanimità, con convinzione di tutte le forze politiche e l’impegno a ritirare tutti gli emendamenti che erano stati presentati dalle forze di maggioranza con l’obiettivo di accelerare il più possibile il lavoro in Parlamento e concludere prima della pausa estiva questa importantissima riforma”, ha dichiarato la Guardasigilli.

Il Consiglio dei ministri – inizialmente convocato per le ore 11:30 – è iniziato con oltre due ore di ritardo, per un primo momento senza i ministri in quota Movimento 5 Stelle. La riunione del Cdm è stata poi sospesa per circa 120 minuti. Il confronto tra Mario Draghi e le formazioni politiche è stato portato avanti in maniera serrata: l’intenzione del premier era proprio quella di chiudere la partita entro oggi per fare in modo che il provvedimento potesse arrivare alla Camera già domani. In campo è sceso anche Giuseppe Conte: l’avvocato si è riunito in call con i ministri 5S e i capigruppo grillini di Camera e Senato per visionare e valutare la proposta del governo.

In mattinata Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, ha avuto un colloquio telefonico con il premier Draghi. I due hanno parlato anche del tema delle riforme: l’esponente del partito azzurro avrebbe chiesto di apportare “correttivi in senso garantista” in materia di procedura penale. Al lavoro per una mediazione pure Matteo Salvini, che spera di raggiungere un compromesso a strettissimo giro: “Spero che il M5S non la tiri lunga per altri giorni o settimane. Conto che entro oggi si chiuda, se nessuno si rimangia la parola data. Per quello che riguarda la Lega, la partita è chiusa”.

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