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CASSE PRIVATIZZATE CON RESPONSABILITÀ

Distilli ricorda il decreto legislativo di 30 anni fa.

CASSE PRIVATIZZATE CON RESPONSABILITÀ

Un compleanno che non fa adagiare sugli allori del passato, ma che è il trampolino di lancio per immaginare scenari futuri, delineando “prospettive, in un contesto caratterizzato da cambiamenti socio-demografici, economici e tecnologici”, anche perché, nella gestione di un Ente di previdenza, “la capacità di prevedere è l’unica bussola in grado di orientarne le scelte in una prospettiva in cui è necessario collocarsi in uno spazio e in un tempo definiti”. Parola del presidente della Cassa dottori commercialisti (Cdc) Stefano Distilli, che oggi ha tenuto la relazione introduttiva del XIII forum promosso dallo stesso Istituto pensionistico privato presso il complesso di Santo Spirito in Sassia, a Roma, specificando che prosegue l’attività di investimento anche nella crescita professionale della propria platea di associati, “con l’obiettivo di mettere al sicuro il futuro degli iscritti di oggi e di domani”.

Per il numero uno dell’Ente, “quattro, in particolare, sono le coordinate che ci hanno accompagnato in questo percorso: la sostenibilità che ci permette di garantire la tenuta del sistema previdenziale secondo i principi di autonomia e responsabilità, le linee di azione attraverso le quali promuoviamo i valori di adeguatezza delle prestazioni, inclusività, parità ed equità, l’assistenza, che ci consente di assicurare prestazioni crescenti a favore degli associati e dei loro familiari e, infine, il welfare strategico con il quale sosteniamo gli investimenti a favore del futuro professionale, della salute e della conciliazione vita-lavoro, consapevoli anche che il sapere e la formazione siano la più importante ricchezza per orientare e sostenere la categoria”, ha incalzato Distilli. L’iniziativa capitolina è stata anche l’opportunità per illustrare i contenuti della quinta edizione del ‘Reputational Report’ della Cdc, che attualmente gestisce oltre 10 miliardi di patrimonio: grazie alle 2.025 nuove adesioni, si legge nel documento, il bacino totale “raggiunge i 72.817 iscritti, con un incremento, al netto degli uscenti, del 1% rispetto all’anno precedente e del 6,2% nell’ultimo quinquennio”.

Nel 2022, poi, il numero di pensionati si attesta a 10.136, con un rapporto con gli associati pari a 7,2 ed è – specifica la Cdc – un dato che “risulta particolarmente significativo, se confrontato con i dati medi del settore di riferimento rappresentato dalle Casse privatizzate” di cosiddetta ‘vecchia generazione’ (disciplinate dal decreto legislativo 509/1994) esclusa la Cdc, “che è pari a 3,3 iscritti per pensionato”. Dal punto di vista territoriale, recita ancora il dossier, “la regione con il maggior numero di associati è la Lombardia (13.368), seguita da Lazio (8.013), Campania (7.642), Veneto (6.257) ed Emilia-Romagna (6.011). Nel 2022, l’età media degli associati, al netto dei pensionati attivi, si attesta intorno ai 48 anni”. Rispetto, inoltre, al numero totale dei dottori commercialisti che figurano nella fila dell’Ente, “l’incidenza femminile continua a crescere, con un valore pari al 33,3% che permette di consolidare il rapporto uno a tre tra donne e uomini”. Il Report, a seguire, evidenzia come, malgrado la crisi economica legata al periodo post-pandemico e alla guerra fra Russia e Ucraina, i redditi medi dichiarati nel 2022 dai dottori commercialisti, “in riferimento al 2021, registrano un aumento pari al 9,4%, passando da 68.000 a oltre 74.000 euro. Per quanto riguarda, invece, i volumi d’affari, che superano gli oltre 131.000 euro, si registra un incremento pari al 9,1%. Per quanto riguarda la componente femminile, i redditi e i volumi d’affari medi dichiarati nel 2022, in riferimento al 2021, si attestano al +9,6% e al +10,1%. Si registra, dunque, una tendenza in crescita dei dati reddituali delle professioniste, anche se permangono ancora evidenti differenze”, sottolinea, infine, la Cassa.

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