Anno: XXVI - Numero 131    
Lunedì 7 Luglio 2025 ore 13:45
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Damnatio memoriae.

Dopo la litigata con Trump, l'amore di Meloni&Salvini per Musk è finito in soffitta.

Damnatio memoriae.

Prima invitato, ospitato, citato, dopo il clamoroso dissing con il presidente Usa il centrodestra non nomina più Musk nemmeno per sbaglio. Tesla, Starlink e gli affari di Elon in Italia? “È tutto fermo”, scrive secco il fedelissimo Andrea Stroppa. Che da X critica pesantemente il governo

Dal grande freddo tra Donald Trump e Elon Musk arriva una ventata di aria fresca sulla torrida estate romana. Tra i meloniani e il magnate di Starlink e Tesla più di qualcosa si è rotto. Non lo citano più, non lo celebrano, e neppure cercano di portarne avanti i piani ambiziosi. Di rimando Musk non fa niente per frenare Andrea Stroppa, che lo rappresenta nel Belpaese, che da esaltatore del governo Meloni s’è trasformato in un commentatore puntuto e critico. Musk progetta un nuovo partito – “America” vorrebbe chiamarlo con poca originalità – e Stroppa vagheggia un “piano per salvare l’Italia”. Ma da chi, dall’ex amica Meloni? Ingrato.

Un passo alla volta. Lo scontro tra Trump e Musk è arrivato al punto che il patron di Tesla e Starlink definisce “un disgustoso abominio” la legge sul bilancio dello stato federale che the Donald ha fatto approvare al Senato. Musk si propone – “fosse l’ultima cosa che faccio” – di impedire la rielezione dei parlamentari repubblicani che l’hanno votata. Con la proverbiale indole diplomatica, Trump gli risponde a suon di minacce: “Se ti tolgo i sussidi, torni in Sudafrica”. E non esclude, prima o poi di deportarlo: “Non so, dobbiamo guardare dentro alla questione”, risponde a chi glielo propone.

Nella contesa Meloni con chi si schiera? Ovvio, con Trump. La risposta arriva una volta di più, e con plastica evidenza, dal ricevimento di villa Taverna, dove il neoambasciatore Tilman Fertitta celebra il giorno dell’Indipendenza. “Italia e Stati Uniti, su tanti dossier e su molte questioni, parlano la stessa lingua. God bless America, viva l’Italia!”, chiude il suo intervento la presidente del consiglio. Nelle stesse ore l’uomo di Musk in Italia – non invitato a villa Taverna – sui social bacchetta il governo.

Dai migranti, alle auto elettriche, alla crisi energetica, alle prospettive per il futuro, l’analisi di Stroppa salva ben poco dell’operato dei meloniani.

Ecco un piccolo sunto. Il governo ha appena varato il nuovo decreto flussi. Stroppa è furioso. “L’Italia ha promesso di bloccare l’immigrazione illegale, ma sembra che non stia facendo nulla per fermarla. Si erano impegnati a combattere lo sfruttamento degli immigrati, ma invece hanno appena accettato di accogliere 500.000 migranti poco qualificati provenienti da paesi extra-UE. Questo è vergognoso!”, scrive il rappresentante di Musk in Italia. Non pago aggiunge: “Il decreto flussi ha già dimostrato di favorire permessi di soggiorno in Italia fittizi, ma soprattutto di continuare a comprimere i salari e favorire lo sfruttamento degli immigrati. E’ un piano per rendere sempre più povero questo Paese”.

Secondo Stroppa, all’invasione dei migranti favorita dall’esecutivo, bisogna aggiungere una discutibile politica energetica. Il collaboratore di Musk si dedica agli effetti del grande caldo sui prodotti energetici. “Con questo clima e lo sbalzo dei prezzi dell’energia l’Italia doveva fare una cosa sola: investire in batterie per lo stoccaggio di energia a lungo termine da fonti rinnovabili e fossili. Come ha fatto l’Australia e stanno facendo altri. L’ha fatto? Ma certo che no!”, è la seconda bacchettata all’esecutivo.

Ma non basta. Stroppa vede nero sul futuro del Paese. “Gli storici racconteranno i primi 25 anni del 2000 come un declino continuo dell’Italia”, racconta, e auspica “un piano straordinario per salvare l’Italia” entro il 2050.

L’analisi si fa implacabile quando tocca in qualche modo gli affari di Musk in Italia. “È tutto fermo, il mio impegno sull’Italia sarà residuale. Lavorerò su altro sempre a supporto di Elon”, confessa al Sole24ore a proposito della costruzione di una rete satellitare a bassa orbita. Se ne era parlato a più riprese nel 2024, quando ancora i rapporti tra i meloniani e Musk erano ottimi. Poi però sul progetto affidato a Starlink è caduto un altro gelo – quello del Quirinale – e al ministero dello Sviluppo si sono adeguati.

Stroppa non ci sta. Prima sbeffeggia l’Italia perchè Macron, che le aveva chiesto di investire sulla rete europea e non su Starlink, alla fine sta lavorando a un progetto made in France: “E l’Italia è rimasta senza nulla. Italy first”, se la ride il muskiano. Quindi, nonostante avesse detto di non dedicarsi più ai satelliti per l’Italia, va su tutte le furie quando il ministro Adolfo Urso, a giugno, annuncia che anche Roma come Parigi guarda a un progetto nazionale. Il ministero ha commissionato un piano di fattibilità all’agenzia spaziale italiana. “Entro l’estate sapremo se c’è un’alternativa italiana ai satelliti di Musk”. Acido il commento di Stroppa: “Non possono lanciare satelliti, ma vogliono addirittura fare una costellazione a bassa orbita italiana. Lo so che fa ridere, ma è da piangere”.

Sulle auto elettriche non va meglio. Nel 2024 il governo aveva stabilito dei contatti con Tesla per la produzione di camion e furgoni elettrici. Ma dopo un anno il progetto è fermo. Né l’esecutivo pensa di comprare auto dal produttore americano. Agli inizi di luglio, anzi, il Viminale ha chiuso un bando per 1720 veicoli elettrici, ma neppure uno porta il simbolo caro a Musk. Stroppa assume un piglio da Corte dei conti: “Il ministero degli Interni ha speso 90 milioni di euro per 1720 auto elettriche. Perché sono state pagate così tanto rispetto al listino? Perché sono state scelti due modelli che nel settore elettrico sono considerati inefficienti?”

L’uomo di Musk deplora il modo in cui il governo investe i soldi europei in tecnologie digitali, biotecnologie e tecnologie green.  L’Italia è il paese che ha maggiormente riorientato i fondi su questi investimenti, con 3,32 miliardi su un totale europeo di 6,4. Ma per Stroppa sono “tutti progetti e progettini su temi vaghi “blockchain, quantum computing”. Per far finire i soldi nelle tasche di qualcuno se le inventano tutte. Hanno una creatività straordinaria. E vabbè”, dice rammaricato.

Insomma, sono lontani i tempi in cui Meloni invitava l’amico Elon ad Atreju. O quando il fratello, Kimbal Musk, si presentava a Palazzo Chigi per illustrare i suoi progetti sulla cucina italiana. Oggi non ne uscirebbe neppure un aperitivo.

Sui social si accorgono del mutato clima. “Guarda che c’è la tua amica Meloni al comando…”, fanno notare a Stroppa a fronte dell’ennesima critica. Lui si appella ai più alti valori: “Ho sempre riconosciuto e sostenuto il buon lavoro della presidente Meloni, ma questo – dice – non mi impedisce di esprimere con chiarezza ciò che ritengo sbagliato o ingiusto. Le critiche nella democrazia sono necessarie e salutari”. In realtà, l’emissario di Musk fa una differenza tra Meloni e i meloniani: “Lei è smart come al solito, peccato – dice – che nel governo non sono tutti come lei”.

Messo all’angolo dai meloniani, il Musk d’Italia avrà l’occasione di dire la sua sabato al Festival della Versiliana, ospite di Alessandro Sallusti. “Sarà un momento di condivisione e confronto. Ma anche l’occasione per raccontare alcune storie”, annuncia. O sarebbe meglio dire minaccia?

di  Alfonso Raimo su HuffPost

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