Scarsi guadagni e poco appeal: avvocati, la professione si restringe
di Alice d'Este.Dopo anni di costante aumento, gli Ordini veneti registrano un calo di iscritti: «Per un giovane legale l’indipendenza economica arriva dopo 10 anni»
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Si cancellano dall’albo per fare un altro lavoro. Per entrare nelle imprese del territorio che sono sempre più alla ricerca di giovani da impiegare negli uffici legali. Così facendo, però, rinunciano alla libera professione. E, in qualche modo, forse, anche ai loro «sogni». Qualcuno aveva immaginato di diventare avvocato per difendere le persone più deboli, qualcun altro per incarnare quello che nell’immaginario collettivo è l’avvocato di grido in stile «Suits»: toga e dibattito in aula. Ma di fronte all’impossibilità di trasformare il sogno in realtà, si rinuncia.
I dati delle iscrizioni all’albo
A raccontarlo sono i dati recenti delle iscrizioni all’albo degli avvocati. Per molti anni il numero è stato in costante aumento. A fronte delle cessazioni (per morte o cancellazione) altrettanti (e anche di più) neoavvocati giovani si iscrivevano. Uno «scambio generazionale» per così dire che era sempre stato a saldo positivo. Il trend, tuttavia, con il tempo è cambiato ed è pian piano rallentato finché il dato non si è invertito: le cancellazioni di oggi sono ben di più rispetto ai nuovi ingressi. A livello nazionale si è passati dai 250 mila iscritti di qualche anno fa ai 221.523 del 2023. E in Veneto le cose non sono molto diverse. La conferma arriva da tutte le province, anche da quelle in cui la professione ha storicamente una presenza e un peso importanti come Padova e Venezia.
Il calo della professione a Padova
«A Padova per la prima volta il numero assoluto degli iscritti è in calo, anche se di poco (si passa da 3.100 a 3.080 ndr) – spiega Francesco Rossi che presiede l’Ordine locale – finora però non era mai accaduto. È chiaro che oggi la professione rimane riservata a chi la sceglie con passione e impegno. Non c’è più, diciamo così, una rendita di posizione. Un tempo si studiava, si faceva la pratica e ci si apriva uno studio. Questo percorso non esiste più. Per le persone competenti, sia chiaro, il posto c’è sempre». Non è una morte dichiarata della professione, quella segnata dai numeri in calo, dunque, ma un arretramento per la mancanza di prospettive «dirette» che frena i giovani.
A Venezia le cancellazioni superano gli ingressi
«A Venezia nel 2024 a fronte di 86 cancellazioni ci sono stati solo 33 nuovi ingressi – spiega Tommaso Bortoluzzi dell’Ordine degli avvocati di Venezia – le motivazioni sono molteplici. Intanto hanno riaperto i concorsi pubblici, come quello all’Agenzia delle entrate, e poi il numero di avvocati per residenti è molto alto e si fa fatica a trovare i clienti. Non solo: ci sono moltissimi adempimenti burocratici obbligatori che alla fine gravano sui giovani. E lo stipendio a fronte di 10 ore lavorative è molto basso».
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