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Il bilancio di previsione 2022 di Cassa Forense

È stato finalmente pubblicato sul sito istituzionale e quindi le notizie sono ufficiali.

Il bilancio di previsione 2022 di Cassa Forense

Sui debiti degli iscritti verso Cassa Forense ho già illustrato la situazione nel mio I debiti contributivi degli iscritti a Cassa Forense del 19.11.2021.

In questa analisi mi soffermerò su alcuni passaggi fondamentali nell’ottica della sostenibilità di lungo periodo.

A pag. 11 viene evidenziato il Funding Ratio, che misura il rapporto tra le passività e le attività dell’Ente, secondo il modello di Asset Liability Management (ALM).

Il Funding Ratio a mercato alla data di analisi risulta pari al 31%, in lieve aumento rispetto al 29,6% del 2020.

Tale valore, pari al 31%, come è scritto, indica, sulla base delle ipotesi utilizzate e con l’attuale livello dei tassi di interesse, che la Cassa risulterebbe non pienamente capitalizzata.

Una conferma di ciò, per altra via, si ottiene dal confronto con il bilancio tecnico attuariale.

Il bilancio tecnico attuariale, nell’ordinamento giuridico italiano, è un bilancio di previsione di un ente di gestione di forme di previdenza obbligatorie sviluppato, nel nostro caso, per un periodo futuro fino a 50 anni.

Il bilancio tecnico è sviluppato partendo dai dati iniziali di patrimonio e popolazione degli iscritti, reali, e sulla base delle tabelle attuariali di mortalità della popolazione e dei parametri di sviluppo dell’economia (variazione del PIL, inflazione, rendimento del patrimonio) e delle spese di gestione, e valuta l’equilibrio della gestione finanziaria dell’ente cui è riferito.

Si vedano, a questo punto, le pagg. 24, 25 e 26 che qui riproduco integralmente:

Confronto con il Bilancio Tecnico Attuariale

Cassa Forense provvede alla redazione di un Bilancio Tecnico nel rispetto di quanto contemplato nel Decreto interministeriale del 29/09/2007 “Linee guida per la redazione dei bilanci tecnici attuariali”. Nel decreto è previsto che il bilancio tecnico attuariale venga elaborato con cadenza almeno triennale o, comunque, in presenza di modifiche normative che producono effetti sugli equilibri previdenziali di lungo periodo.

L’ultimo bilancio tecnico redatto da cassa forense si riferisce ad una base dati di iscritti e pensionati presenti alla data del 31.12.2017.

Secondo quanto stabilito nel suddetto DM 2007 all’art. 6 comma 4 gli enti previdenziali privati sono tenuti a verificare che le risultanze del bilancio consuntivo e del bilancio di previsione siano in linea con quelle del bilancio tecnico ed a fornire chiarimenti sui motivi degli eventuali scostamenti. Il confronto tra bilancio tecnico e bilancio di previsione, a causa dell’elevato grado di aleatorietà dei valori delle poste, può in alcuni casi non essere di semplice interpretazione. Tuttavia tenendo presente il diverso approccio dei due bilanci, si è proceduto alla disamina del confronto fra le poste e a fornire un commento gli eventuali scostamenti rilevati tra bilancio tecnico e bilancio di previsione.

Le tabelle che seguono riportano pertanto il confronto delle risultanze del bilancio consuntivo 2020, del preventivo assestato 2021 e del preventivo 2022 con le poste del bilancio tecnico redatto al 31.12.2017.

Le tabelle che seguono riportano pertanto il confronto delle risultanze del bilancio consuntivo 2020, del preventivo assestato 2021 e del preventivo 2022 con le poste del bilancio tecnico redatto al 31.12.2017.

 

Dalla tabella si rileva che le entrate contributive riportate nei bilanci di previsione risultano essere di valore inferiore a quello riportate nel Bilancio Tecnico, ciò è imputabile soprattutto:

  • ad un atteggiamento estremamente prudente che contraddistingue la determinazione dei ricavi per contributi in fase di stima, soprattutto in assenza di un trend aggiornato rispetto al dato del consuntivo 2020, visto anche il differimento delle scadenze al 31.12.2021,
  • alla differente metodologia di calcolo dei contributi prevista nel bilancio tecnico. Si ricorda infatti che, a differenza di quanto accade realmente, nel bilancio tecnico le entrate contributive sono contabilizzate per competenza d’anno, non si tiene conto pertanto dello sfasamento temporale esistente tra l’incasso dei contributi minimi (nell’anno di produzione del reddito) e delle autoliquidazioni (nell’anno di dichiarazione del reddito).
  •  

Gli scostamenti delle entrate patrimoniali sono essenzialmente dovuti allo scarto tra il tasso medio di rendimento utilizzato nel bilancio tecnico, pari all’ 1% reale, e la redditività media derivante dall’impiego delle risorse patrimoniali effettivamente ottenuta da Cassa Forense. In particolare poi, nell’anno 2021 lo scostamento è imputabile a plusvalenze legate alla dismissione di titoli o fondi azionari consentita dall’andamento dei mercati finanziari e in coerenza con l’assett allocation strategica e tattica di riferimento. Nell’anno 2022, il minor gettito delle entrate patrimoniali rispetto non solo a quanto previsto in bilancio tecnico ma anche rispetto all’anno 2021 è dovuto ad un atteggiamento prudenziale di stima delle eventuali plusvalenze realizzabili che solo nell’ambito dell’assestamento è possibile definire con un relativo grado di attendibilità stante il semestre appena trascorso.

 

 

Il patrimonio netto del bilancio consuntivo 2020 e preventivo per gli anni 2021 e 2022 risulta sempre inferiore a quanto previsto dal bilancio tecnico. Tale differenza è imputabile soprattutto alle maggiori entrate contributive stimate nel bilancio tecnico, per le motivazioni in precedenza esposte, nonché alla presenza di fondi e accantonamenti, costituiti e alimentati nella gestione economica di Cassa Forense e non contabilizzati nel bilancio tecnico, che riducono notevolmente l’entità dell’avanzo di gestione e di conseguenza del patrimonio netto.

Il confronto tra il consuntivo 2020, il preventivo assestato 2021 e il preventivo 2022 riporta dati tutti negativi tranne per la voce entrate patrimoniali, negative (– 13,38%) rispetto al preventivo 2022.

Non è un campanello d’allarme ma una campana di allarme che richiede una profonda riforma strutturale, preannunciata nel corso del prossimo 2022.

Il confronto con il Bilancio preventivo 2021 mi pare d’obbligo visivamente.

Riporto, di seguito, il dato del preventivo 2021:

Confronto con il Bilancio Tecnico Attuariale

Secondo quanto stabilito nel Decreto interministeriale del 29/09/2007 “Linee guida per la redazione dei bilanci tecnici attuariali” all’art. 6 comma 4 gli enti previdenziali privati sono tenuti a verificare che le risultanze del bilancio consuntivo siano in linea con quelle del bilancio tecnico ed a fornire chiarimenti sui motivi degli eventuali scostamenti. Il confronto tra bilancio tecnico e bilancio di previsione, a causa dell’elevato grado di aleatorietà dei valori delle poste, può in alcuni casi non essere di semplice interpretazione, malgrado questo si è proceduto a dare una interpretazione agli scostamenti rilevati tra bilancio tecnico e bilancio di previsione.

Cassa Forense ha provveduto alla redazione del Bilancio Tecnico con base al 31.12.2017 nel rispetto di quanto contemplato nel DM 2007 in cui si prevede che il bilancio tecnico attuariale venga elaborato con cadenza almeno triennale e comunque in presenza di modifiche normative con effetti sugli equilibri tra entrate ed uscite.

Le tabelle che seguono riportano pertanto il confronto delle risultanze del bilancio consuntivo 2019, del preventivo assestato 2020 e del preventivo 2021 con le poste del bilancio tecnico redatto al 31.12.2017.

Si ricorda che, come previsto dal succitato decreto ministeriale, il bilancio tecnico con cadenza triennale viene redatto secondo due versioni: la prima predisposta secondo un quadro di ipotesi “standard”, comuni per tutti gli enti pensionistici nazionali e, una seconda, di tipo “specifico”, elaborata in base a ipotesi più aderenti alla realtà demografica ed economico- finanziaria dell’ente di previdenza. I risultati che qui si riportano sono riferiti alla situazione specifica del nostro Ente.

 

 

Gli oneri pensionistici riportati in tabella si riferiscono esattamente a quanto imputabile per spesa per pensioni erogate agli iscritti. Per il triennio considerato 2019 – 2021 i valori di bilancio tecnico sono essenzialmente in linea con quelli riportati in conto consuntivo 2019 in assestamento 2020 e in bilancio di previsione 2021.

La voce entrate contributive è quella che dal confronto tra bilancio tecnico e bilanci consuntivi/preventivi riporta le differenze maggiori ma è anche vero che tale voce è quella che maggiormente presenta caratteristiche disomogenee tali da rendere il confronto bilancio tecnico – bilancio consuntivo e abbastanza articolato.

 

 

Dalla tabella si rileva che le entrate contributive riportate nei bilanci di previsione risultano essere di valore inferiore a quello riportato nel Bilancio Tecnico, ciò è imputabile, oltre che ad un atteggiamento estremamente prudente che contraddistingue la determinazione delle poste dei bilanci di preventivi, alla differente metodologia di calcolo dei contributi prevista nel bilancio tecnico. Si ricorda infatti che, a differenza di quanto accade realmente, nel bilancio tecnico le entrate contributive sono contabilizzate per competenza d’anno, non si tiene conto pertanto dello sfasamento temporale esistente tra l’incasso dei contributi minimi (nell’anno di produzione del reddito) e delle autoliquidazioni (nell’anno di dichiarazione del reddito). Con specifico riferimento all’anno 2021, peraltro, il valore di previsione tiene conto di una prevedibile riduzione dei redditi professionali degli iscritti a seguito degli eventi pandemici che hanno comportato un blocco dell’attività e una conseguente crisi economico-sociale tale da incidere notevolmente sui redditi degli iscritti. La stima delle entrate contributive in autoliquidazioni nel bilancio di previsione tengono conto infatti di una contrazione del monte redditi e del volume d’affari di circa il 20% rispetto all’anno precedente.

 

 

Gli scostamenti tra entrate patrimoniali sono essenzialmente dovuti allo scarto tra il tasso medio di rendimento utilizzato nel bilancio tecnico, pari all’ 1% reale, e la redditività media derivante dall’impiego delle risorse patrimoniali effettivamente ottenuta da Cassa Forense nell’anno 2019 e prevista in modo prudenziale per gli anni 2020 e 2021. Con riferimento all’anno 2021 la riduzione delle entrate patrimoniali rispetto non solo a quanto previsto in bilancio tecnico ma anche rispetto all’anno precedente è in parte imputabile anche alle minori entrate contributive previste a seguito degli effetti pandemici, nonché alle particolari plusvalenze realizzate da alcune vendite nel 2020 ma non replicabili nel 2021. Si ricorda che le stime delle entrate patrimoniali (sia nel preventivo che nei valori accertati del consuntivo) risentono dei 3,2 miliardi di euro investiti in fondi ad accumulazione che non distribuiscono proventi.

 

 

Il patrimonio netto di bilancio consuntivo 2019 e preventivo per gli anni 2019 e 2020 risulta sempre inferiore a quanto previsto dal bilancio tecnico. Tale differenza è imputabile oltre che allo scostamento tra tasso di rendimento stimato nel bilancio tecnico e tasso di rendimento effettivamente ottenuto o stimato da Cassa Forense anche alla differente stima delle altre poste (entrate contributive e patrimoniali) il cui valore agisce direttamente sulla stima degli accantonamenti patrimoniali.

Il Collegio Sindacale sottolinea un aumento atteso di oltre il 33% per la voce relativa al rimborso delle spese degli Organi Collegiali e, nel confronto con il Bilancio tecnico, pone in evidenza quanto già segnalato in precedenti contesti e cioè la differenza sulla variazione del patrimonio netto, pari a poco meno di 700 milioni alla fine del triennio 2018 – 2020, che diventa di oltre 1.200 milioni alla fine del 2022.

Questo è dovuto in parte alle minori entrate contributive previste in assestamento 2021 e in previsione 2022, e in parte (circa 300 milioni) alle imposte e altri costi eccedenti i costi di gestione in senso stretto.

Il Collegio dei Sindaci, a tale proposito, ha richiesto l’elaborazione, da parte degli uffici interni, di un bilancio tecnico con cadenza biennale, rispetto a quello triennale dell’attuario esterno, che tenga conto di tutti gli oneri che la Fondazione sostiene annualmente, ovvero che espliciti il rendimento del patrimonio al netto dei costi aggiuntivi rispetto a quelli di gestione in senso stretto.

Se pensiamo che, secondo le previsioni, nel 2050 il rapporto tra attivi e pensionati sarà di 1 : 1 c’è poco da stare allegri dato che, a mio giudizio, la sostenibilità della Fondazione non può dipender solo dal rendimento del patrimonio.

Il patrimonio della Fondazione è una riserva a protezione delle pensioni future, un salvadanaio di contributi a garanzia della tenuta del patto generazionale. Il modello di governance del patrimonio deve riflettere la centralità della missione previdenziale.

Avendo, infatti, come priorità la tutela delle pensioni attuali e future, la Fondazione deve sentire la responsabilità di compiere scelte prudenti ed evitare investimenti speculativi, che comportino costi di commissione e, soprattutto, rischi elevati. In quest’ottica, il Consiglio di Amministrazione assume il ruolo di garante della coerenza e della compatibilità di tutte le scelte rispetto agli obiettivi previdenziali.

Non v’è chi non veda che se il futuro di Cassa Forense dipende dagli investimenti finanziari, c’è il rischio concreto di transitare, surrettiziamente, dal sistema di finanziamento a ripartizione al sistema di finanziamento a capitalizzazione con tutti i rischi che questo comporta, versando noi nella previdenza obbligatoria di primo pilastro.

Le scelte di investimento devono essere prudenziali e coerenti con l’obiettivo previdenziale e con la realtà di riferimento dell’ente.

È necessaria un’analisi integrata delle poste dell’attivo e del passivo, che comprenda una valutazione delle opportunità di investimento, tenuto conto del profilo di rischio del patrimonio e del differenziale tra prestazioni e contributi che nell’arco temporale di riferimento potrebbero generarsi in base alle proiezioni contenute nel bilancio tecnico.

Per Cassa Forense, come risulta da un’analisi complessiva del documento in commento:

  • la demografia è tutta da verificare perché c’è il rischio di una diminuzione degli iscritti a causa delle possibili assunzioni nell’ambiente lavorativo pubblico come previsto dal PNRR;
  • ugualmente la reddittività perché siamo passati da una riduzione ipotizzata del 20% per il 2021 ad una riduzione ipotizzata del 5,7% per il 2022 che sembrerebbe sostanzialmente confermata da una prima valutazione effettuata dagli uffici dell’Ente sulla base delle dichiarazioni contenute nei Modd. 5 pervenuti alla data del 30.09.2021. Per l’anno 2022 Cassa Forense ipotizza il pieno recupero rispetto ai livelli del 2019 e quindi l’azzeramento della contrazione del 5,7%, assunta in fase di assestamento 2021.

Con molta lungimiranza il Collegio Sindacale suggerisce, con particolare riferimento all’esercizio 2022, la necessità di un continuo monitoraggio dell’andamento degli incassi dei contributi con l’eventuale revisione delle stime effettuate non appena si rendesse necessario.

  • La spesa per pensioni è prevista in crescita, rispetto al bilancio di previsione assestato 2021, dell’1,95%; di tale incremento l’1,3% viene giustificato dall’adeguamento dell’importo delle pensioni previsto a gennaio 2022 ma l’accelerazione delle dinamiche inflazionistiche che si riscontrano in questa tornata di tempo potrebbero determinare una percentuale di indicizzazione sensibilmente superiore a quanto ipotizzato.

Nella sua relazione il Collegio Sindacale evidenzia “perdite derivanti da negoziazioni titoli – minusvalore da gestione diretta” che presenta un importo di 10 milioni per l’anno 2022, ed è nulla nell’assestato 2021.

Le perplessità del Collegio Sindacale sono le mie.

Tra i costi per il personale il Collegio Sindacale evidenzia la voce “stipendi dipendenti” dovuto al programma di assunzioni recentemente approvato dal CdA in un’ottica di riorganizzazione del lavoro e per sostenere il piano di recupero dei crediti contributivi senza tener conto dei costi prevedibili legati ai rinnovi contrattuali dato che il 31.12.2021 vanno a scadenza sia il CCNL che il Contratto integrativo aziendale.

Per il resto, invito tutti gli iscritti a leggere il bilancio di previsione perché ci si può determinare solo conoscendo.

Personalmente sono contrario sia alla SICAV sul modello proposto che ad investimenti in HOPE Sicaf perché ipotizzare rendimenti a doppia cifra significa assunzione di rischio a doppia cifra ma su questi tempi rinvio al mio Il superenalotto delle pensioni del 18.11.2021.

Tratto da Diritto e Giustizia

 

 

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