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Avvocati, è scontro sul green pass in Tribunale

Cnf e Ocf: Cartabia chiarisca la decorrenza

Avvocati, è scontro sul green pass in Tribunale

Per il Consiglio nazionale forense e l’Organismo congressuale forense, che hanno chiesto un chiarimento urgente alla Ministra della Giustizia Marta Cartabia, l’obbligo per gli avvocati di accedere col green pass ai tribunali parte soltanto dal 1° febbraio e non oggi. Secondo molte Procure, inclusa quella Generale della Corte di cassazione invece la disposizione è già in vigore ed i controlli all’ingresso sono partiti questa mattina. È scontro, dunque, sulla interpretazione dell’articolo 3 del Dl 1/2022, approvato dal Consiglio dei ministri la settimana scorsa, che per la prima volta estende l’obbligo del certificato verde, nella sua forma base (dunque anche con tampone), ai difensori. Nessun dubbio dunque sull’estensione in sé, considerata la lettera inequivoca della norma, ma profonda incertezza sulla decorrenza. Interviene anche l’Associazione dei giovani avvocati per chiedere “uniformità di interpretazione sul territorio nazionale”. Nelle scorse ore intanto è cresciuta la protesta anche sui social di alcuni legali che lamentavano tempi troppo stretti colo rischio di mettere a repentaglio il diritto di difesa.

“Le condizioni del Paese – si legge nella nota di Cnf e Ocf – hanno ritenuto necessario un ripensamento sull’iniziale esenzione che l’Avvocatura non contesta ma che, con fermezza, chiede venga attuata nel rispetto del diritto dei cittadini ad essere pienamente difesi davanti agli organi di giustizia”. “Pertanto – proseguono -, pur a fronte di un disposto normativo non chiaro e carente sotto il profilo della tecnica legislativa, non vi è dubbio, in ossequio al principio di ragionevolezza, che l’ipotesi sia disciplinata dell’art. 9-bis del Dl n. 52/21 come modificato dal Dl n. 1/2022 che regola, tra l’altro, l’accesso ai pubblici uffici e, dunque, anche ai Tribunali, con la conseguenza che l’obbligo per i difensori entra in vigore dal 1° febbraio ovvero dalla diversa data in cui verranno individuati con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri gli specifici settori per i quali l’obbligo non sussiste, trattandosi di ‘servizi ed attività necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona’, quali per esempio i procedimenti cautelari e urgenti. Non compete agli Scriventi – concludono Cnf e Ocf – ricordare la difficoltà, nelle attuali condizioni del Paese, di sottoporsi a tampone soprattutto in giorni festivi e prefestivi (ovvero il 9 e l’8 gennaio appena trascorsi), ma preme ricordare che in prima battuta il Dl n. 52/21 aveva ritenuto di tenere indenne la funzione difensiva da qualsivoglia condizionamento, esonerando gli avvocati dall’obbligo di esibizione di certificazione proprio in ragione della delicatezza della funzione svolta”.

Diversa invece l’interpretazione della Procura generale della Corte di cassazione. Nella nota inviata oggi a tutti gli Uffici, a firma del Segretario generale M. Francesca Loy, si legge: “Per quanto di immediata applicazione a decorrere dall’8 gennaio sino al 31 marzo 2022, si prevede, per l’accesso al Palazzo di giustizia, l’obbligo di possedere e di esibire su richiesta, la certificazione verde COVID-19 (C.d. green pass base), anche derivante da tampone, oltre che per tutto il personale delle amministrazioni pubbliche e per i magistrati, anche per gli avvocati, per i quali in precedenza non era richiesto”. Mentre “dal 15 febbraio p.v., sarà richiesto per gli over cinquantenni il possesso del C.d. Greenpass rafforzato, ossia generato dal vaccino”. È attesa per questo pomeriggio poi la posizione della Corte costituzionale in vista delle udienze di domani (dove si discuterà del requisito del permesso di soggiorno di lungo periodo per Bonus bebè e assegno di maternità agli extracomunitari e sul benefit ambientale della regione Lazio per smaltimento rifiuti).

L’Aiga dal canto suo esprime “l’urgente necessità di una interpretazione unica, su tutto il territorio nazionale, sul momento in cui tale disposizione debba intendersi in vigore e quindi applicabile”. Una esigenza, scrivono i giovani avvocati, che “si rende necessaria” perché “alcuni Uffici Giudiziari, fin dalla giornata di oggi, hanno chiesto di esibire il certificato verde Covid19, mentre altri, in base a quanto previsto dal comma 1 dell’art. 3, hanno scelto di rimandare ogni verifica a dopo il 20 gennaio”. “Si auspica, pertanto – ha dichiarato il Presidente Nazionale Avv. Francesco Paolo Perchinunno -, una quanto mai celere nota esplicativa da parte del Legislatore che permetta di uniformare l’interpretazione del dettato normativo”.

 

 

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