Augusta, è nata l’Associazione forense
Un avvocato ogni 300 abitanti, neonati compresi. Con tutte le specializzazioni possibili e immaginabili dello scibile giuridico.

“E ad Augusta va pure bene, perché la media nazionale è di 4,3 ogni mille cittadini”. Ma quando c’è uno studio legale in ogni condominio, allora la patria del Diritto mostra il rovescio della medaglia. Fatto dei potenziali rischi di preparazione approssimata, liti temerarie, moltiplicazione delle cause, e di quant’altro diventa logica conseguenza della brutale necessità di sbarcare il lunario. I 63 professionisti che hanno dato vita alla “Associazione forense megarese” ancora non hanno una ricetta, per affrontare le problematiche della categoria. Ma hanno iniziato, cominciando col “miracolo” di mettere assieme una metà abbondante di chi esercita con studio in città. Dopo un ventennio di tentativi a vuoto, il 23 luglio è stata finalmente tenuta a battesimo l’Afm. A presiederla, “spero non solo per ragioni anagrafiche ma sicuramente solo temporaneamente”, è stato indicato il noto penalista Puccio Forestiere. Che tuttavia, oltre a una lunga e prestigiosa carriera con la toga, si porta dietro in parallelo anche un ruolo di primo piano nella Destra siracusana. Per questo l’ex deputato del collegio, durante la conferenza stampa di presentazione all’hotel Campolato, mette subito in chiaro che “siamo apolitici e apartitici”. Se saranno anche tutti asintomatici al virus delle amministrative d’ottobre, si vedrà nei prossimi mesi.
Altre Notizie della sezione

Tra separazione carriere, due Csm e Alta Corte in aula in Senato
18 Giugno 2025In Commissione l'esame non è concluso e il provvedimento è arrivato senza mandato al relatore, si discute il testo trasmesso dalla Camera.

Open Day dei penalisti italiani
17 Giugno 2025Al centro il rapporto fra Costituzione e diritto di difesa.

Istituto dei collaboratori di giustizia a rischio
16 Giugno 2025Manca da troppo tempo la determinazione dello Stato di incoraggiare il manifestarsi delle volontà di collaborazione e il rischio più grave e incombente è l’estinzione fattuale dell’istituto.