Associazione Avvocati Matrimonialitsi Italiani. Riforma Cartabia, a Roma il primo confronto tra magistrati e avvocati
Si terrà oggi a Roma il primo confronto tra magistrati e avvocati sulla riforma Cartabia.

Ad organizzarlo è l’Ami (Associazione Avvocati Matrimonialitsi Italiani) che affronterà il delicato tema presso l’Hotel Cicerone a pochi passi dalla Cassazione dalle ore 9.00 alle ore 19.00. Al tavolo dei relatori si alterneranno numerosi addetti ai lavori, tra cui il Presidente dell’AMI avv. Gian Ettore Gassani, il Presidente della Prima Sezione della Cassazione dott. Francesco Antonio Genovese, il Giudice penale Valerio de Gioia, il Giudice di Cassazione Annamaria Fasano, il prof. Vincenzo Mastronardi e tanti altri. La riforma Cartabia rappresenta una vera e propria rivoluzione del processo civile e penale: «Da anni aspettavamo una riforma che snellisse i processi – sottolinea l’avv. Gian Ettore Gassani -. È cambiato tutto, almeno per quanto concerne il diritto di famiglia. Oggi, almeno sulla carta, sarà più veloce ottenere sentenze di separazione e divorzio o comunque provvedimenti a tutela delle coppie di fatto e delle unioni civili. Tuttavia, la riforma Cartabia deve essere ancora assimilata dagli addetti ai lavori, essendo del tutto cambiate le regole del gioco processuale». Secondo l’avvocato Gassani però ci sono delle criticità che vanno risolte: «Resta il dato oggettivo di un sistema giustizia italiano in palese difficoltà, caratterizzato dalla mancanza di 4000 magistrati nella pianta organica e di circa 6000 cancellieri e personale di segreteria. La riforma Cartabia pertanto rischia di essere l’ennesima riforma a costo zero. L’AMI chiede alle istituzioni che governano il Paese di investire in modo imponente nel sistema giustizia, attraverso l’aumento di magistrati e personale e attraverso investimenti di edilizia giudiziaria. In mancanza di ciò la riforma Cartabia rischia di essere solo una bella legge sulla carta, che non solo non risolverà i problemi atavici della nostra giustizia, ma potrà addirittura aggravarli».
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