Più giovani verso lavoro autonomo
La richiesta di Confprofessioni al prossimo governo di un piano 'choc' per non disperdere competenze
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“Il primo e più urgente intervento di sistema è ricondurre i giovani nella libera professione”, visto che, “negli ultimi anni, abbiamo registrato un flusso crescente di neolaureati verso forme di lavoro dipendente e, contestualmente, un preoccupante calo di iscritti agli albi professionali, soprattutto nell’area tecnica e legale”.
Lo si legge nel documento predisposto da Confprofessioni, in vista dell’incontro di oggi, a Roma, con vari esponenti del mondo politico, prima delle elezioni del 25 settembre.
Un paio di esempi, recita il dossier, “aiutano a comprendere il fenomeno: tra il 2011 e il 2020 il numero di ingegneri dipendenti è cresciuto di oltre il 35%, mentre chi svolge l’attività in forma indipendente segna una flessione dell’1,6%. Le stesse dinamiche – si legge – si registrano tra gli architetti e nell’area legale, dove nello stesso periodo il numero di avvocati è cresciuto rispettivamente del 23% e del 10% come attività “dipendente” e autonoma”. Al prossimo Governo, perciò, Confprofessioni, chiede “l’impegno di varare un piano ‘choc’ per favorire l’occupazione giovanile nella libera professione, per non disperdere quel patrimonio di competenze economiche, tecniche, scientifiche e culturali che hanno sostenuto il sistema produttivo e sociale del Paese”
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