Anno: XXV - Numero 200    
Giovedì 31 Ottobre 2024 ore 13:30
Resta aggiornato:

Home » C’è poco da stare allegri

C’è poco da stare allegri

L’osservatorio di Itinerari previdenziali del prof. Alberto Brambilla ha pubblicato il Report con l’analisi delle dichiarazioni dei redditi anno 2022 e i dati sono terrificanti.

C’è poco da stare allegri

Il 46% degli italiani provvede al sostentamento del restante 54% e, in particolare, di quel 15,26% di cittadini che dichiarano redditi da € 35.000,00 in su (che non sono nababbi) e che pagano il 63,39% di tutta l’Irpef.

Pur tuttavia gli italiani sono una “società di poveri benestanti” perché nel 2023 il volume di denaro speso per il gioco d’azzardo ha raggiunto la cifra di 150 miliardi di euro.

Gli italiani sono tra i maggiori possessori di prime e seconde case e detengono il parco auto più numeroso d’Europa.

L’Italia è tra i primi posti in Europa, oltre che per il possesso di abitazioni, autoveicoli e motoveicoli, anche per la telefonia mobile e gli abbonamenti internet; primeggia anche per le TV a pagamento, soprattutto per sport e cinema, e siamo al secondo posto per possesso di animali da compagnia dopo l’Ungheria.

I dati regionalizzati indicano come il divario tra nord, sud e in parte il centro (escluso il Lazio) nonostante oltre 50 anni di politiche di sostegno, mostra una sostanziale stabilità nel tempo. Ciò evidenzia tutte le criticità e le insufficienze nella capacità di finanziamento del welfare e, più in generale, della spesa pubblica per queste Regioni.

L’autonomia differenziata assesterà un colpo mortale a questo disequilibrio già importante.

La Flat tax è un motore di produzione di sommerso e di lavoro nero.

In questi ultimi 15 anni è mancata la verifica se le somme ridistribuite dai pochi che le tasse le pagano ai tanti che vivono sui pochi, producano effetti positivi sull’economia oppure, come ci dicono i dati, siano un metadone sociale: più si spende in assistenza e più aumentano i poveri perché più assistenza e ISEE producono lavoro irregolare, bloccano la crescita, la produttività e l’occupazione.

Il quadro è desolante e se andiamo avanti di questo passo, il default è dietro l’angolo.

Il prof. Brambilla formula però alcune proposte che potrebbero essere subito messe in atto accanto ad una profonda revisione dell’Isee e alla costruzione della “banca dati dell’assistenza”:

  1. Inviare a tutti i cittadini un estratto conto che indichi le tasse pagate e i benefici di cui hanno goduto, in primis scuola e sanità così la gran parte si renderà conto che ha pagato molto meno dei servizi ricevuti;
  2. Convocare oltre ad una certa età (intorno ai 35 anni) chi non ha mai fatto una dichiarazione dei redditi per sapere di cosa vive;
  3. Chiedere ai neopensionati assistiti, sconosciuti a Inps e Fisco, il motivo per cui in 67 anni di vita non hanno versato contributi e tasse;
  4. Evitare manovre fiscali (ad esempio la Flat tax) che, con l’eliminazione delle deduzioni e detrazioni, incentivano elusione ed evasione fiscale;
  5. Evitare la decontribuzione che non crea posti di lavoro e ha comportato in tre anni oltre 66 miliardi di entrate in meno all’Inps, e debito occulto ed è costata allo Stato, per il 2024, i trasferimenti all’Inps di 32 miliardi (una legge di bilancio).

Sul sito di Itinerari previdenziali www.itinerariprevidenziali.it  trovate tutte le slide e il commento analitico.

 

© Riproduzione riservata

Iscriviti alla newsletter!Ricevi gli aggiornamenti settimanali delle notizie più importanti tra cui: articoli, video, eventi, corsi di formazione e libri inerenti la tua professione.

ISCRIVITI

Altre Notizie della sezione

Archivio sezione

Commenti


×

Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.