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Cassa Forense: il bilancio consuntivo 2021 e il bilancio tecnico al 31.12.2020.

Cassa Forense ha pubblicato, sul proprio sito istituzionale, il bilancio consuntivo 2021 ma non ancora il bilancio tecnico al 31.12.2020. Per chi sa leggere un bilancio, molti dati del bilancio tecnico si trovano nel consuntivo 2021 che utilizza appunto i dati contenuti nel bilancio tecnico attuariale base 31.12.2020

Cassa Forense: il bilancio consuntivo 2021 e il bilancio tecnico al 31.12.2020.

Rispetto al bilancio tecnico al 31.12.2017 la situazione, come ho già ampiamente illustrato, è notevolmente peggiorata.

Infatti, il bilancio tecnico al 31.12.2020 prevede una negativizzazione del saldo previdenziale (entrate contributive meno uscite per pensioni) a partire dal 2041 e questa volta anche del saldo totale (entrate contributive e patrimoniali meno uscite) a partire dal 2049.

Il saldo previdenziale e il saldo totale rimangono negativi fino al termine dell’intervallo temporale considerato nel documento (2070) e inizieranno a risalire rispettivamente dal 2061 e dal 2066.

Il patrimonio, pur conservando valori positivi per tutto l’intervallo temporale, dopo una crescita che caratterizza il periodo 2021 – 2048, inizierà a decresce dal 2049 come conseguenza della negativizzazione del saldo totale.

Secondo Prometeia, il funding ratio per il 2021 si attesta al 31%.

È utile concludere questa analisi con il confronto con il bilancio tecnico attuariale di cui alle pagg. 45 e 46:

«Confronto con il Bilancio Tecnico Attuariale

Il bilancio tecnico rappresenta lo strumento principale per valutare lo stato di salute di un sistema previdenziale e di tutti quei regimi preposti all’erogazione di prestazioni sotto forma di rendita.

I bilanci tecnici vengono redatti al fine di sopperire all’insufficienza di informazioni sul medio lungo periodo desumibili dai bilanci contabili.

Secondo quanto stabilito all’art. 6 comma 4 del Decreto interministeriale del 29/09/2007, “Linee guida per la redazione dei bilanci tecnici attuariali”, gli Enti previdenziali privati sono tenuti a verificare annualmente che le risultanze del bilancio consuntivo siano in linea con quelle tecnico-finanziarie del Bilancio Tecnico ed a fornire chiarimenti sui motivi degli eventuali scostamenti registrati.

Nel rispetto di quanto previsto dal Decreto interministeriale del 29/09/2007, la Cassa Forense ha provveduto a dare incarico all’Attuario esterno per la redazione del nuovo bilancio tecnico che, osservando la dovuta cadenza triennale, è stato redatto producendo la fotografia della situazione di equilibrio di lungo periodo dell’ente di previdenza alla data del 31.12.2020.

Si fa presente inoltre che, come previsto dal Decreto interministeriale del 29/09/2007, il bilancio tecnico viene redatto secondo due versioni: la prima versione predisposta secondo un quadro di ipotesi “standard”, comuni per tutti gli enti pensionistici nazionali e, una seconda versione, di tipo “specifico”, elaborata in base a ipotesi più aderenti alla realtà demografica ed economico – finanziaria dell’ente di previdenza. I risultati che qui si riportano sono riferiti alla situazione “specifica” di Cassa Forense secondo il Bilancio tecnico alla data del 31.12.2020.

Le tabelle che seguono evidenziano pertanto il confronto delle risultanze del bilancio consuntivi 2021 con le poste del bilancio tecnico redatto al 31.12.2020.

Gli oneri pensionistici rilevati contabilmente da Cassa Forense nel corso dell’anno 2021 risultano essere abbastanza in linea con quanto riportato nel bilancio tecnico, lo scostamento dello 0,16% degli oneri pensionistici effettivi rispetto a quanto previsto dal bilancio tecnico è del tutto trascurabile.

Dalla tabella precedente emerge che per il 2021 le entrate contributive risultano essere abbastanza in linea con quanto riportato nel bilancio tecnico, lo scostamento di -0,34% del livello di contribuzione effettiva rispetto a quanto previsto dal bilancio tecnico è del tutto trascurabile.

Le entrate patrimoniali corrispondenti ai ricavi del bilancio civilistico 2021 risultano superiori a quanto previsto dal bilancio tecnico di quasi il 100%. La differenza dipende essenzialmente dallo scostamento tra il tasso medio di rendimento utilizzato nel bilancio tecnico, pari all’1% reale, e la redditività media effettivamente ottenuta da Cassa Forense attraverso l’impiego delle risorse. Si tenga presente inoltre che il rendimento riportato nel bilancio tecnico risulta essere al netto degli oneri fiscali e gestionali così come previsto dal DM 29 novembre 2007; ciò comporta, inoltre, che detti oneri non vengano considerati nella voce “Spese di gestione” riportata nel prospetto di bilancio tecnico.

Il patrimonio netto risultante dal bilancio consuntivo al 31.12.2021 risulta superiore a quanto previsto dal bilancio tecnico per 147 milioni di euro circa, con una differenza percentuale inferiore all’1%.

Tenendo sempre presente comunque la differente metodologia con cui viene determinato il patrimonio nei due bilanci, i valori risultano verosimilmente in linea a causa del totale recepimento da parte della base di partenza per le proiezioni di bilancio tecnico di quanto registrato contabilmente nel corso dell’anno 2020 e nel 2021».

Dall’insieme di questi dati risulta evidente che le pensioni delle generazioni in movimento dipenderanno sempre più dal rendimento del patrimonio legato, come ovvio, alle variabili dei mercati finanziari per i quali CF, come le altre Casse, a tutt’oggi NON dispongono di regole cogenti in materia di investimenti. L’inserimento del comitato investimenti tra gli organi della Cassa non risolve certo il problema salvo creare altre poltrone.

Valutino gli iscritti se tutto questo, versandosi nella previdenza obbligatoria, corrisponda al parametro costituzionale di cui all’art. 38.

Come ha osservato in questi giorni Stefano Distilli, Presidente della Cassa dei Dottori Commercialisti: «il paradigma finanziario al quale da tempo ci eravamo abituati è, infatti, mutato radicalmente e repentinamente. Negli ultimi anni le politiche monetarie avevano puntato, senza risultati concreti, al raggiungimento di un target di inflazione al 2% mentre, tra fine 2021 e inizio 2022, si è registrata un’impennata non controllata e non prevista in questi termini dei prezzi, inizialmente concentrata su energia e materie prime e poi estesa a tutti i beni e servizi. Dinamica che ha portato a sforare ampiamente quel target inflattivo auspicato e a interpretarla non più come transitoria ma strutturale. Questa situazione sta comportando un rallentamento nei ritmi di una crescita economica che ancora non aveva pienamente recuperato lo stop causato dallo scoppio della pandemia. Anche i tassi di mercato registrano un generale e progressivo rialzo, soprattutto per le scadenze a medio/lungo termine, mentre le Banche centrali hanno iniziato a mettere in atto o programmare politiche restrittive. Nonostante il rialzo dei tassi, la gestione della liquidità continua a rimanere un tema di particolare attenzione posto che quelli a breve sono ancora prossimi allo zero e considerati i livelli di inflazione raggiunti e le dinamiche in atto. Oltre alle strategie di gestione finanziaria le Casse dovranno riflettere, altrettanto responsabilmente, sugli effetti potenziali che una dinamica inflattiva strutturale e di tassi di interesse crescenti comporterà sugli equilibri attuariali di lungo periodo, anche in considerazione delle conseguenti incertezze sulle prospettive economiche, demografiche e professionali connesse al quadro generale» (da Investimenti. Parola d’ordine diversificazione).

La Commissione europea nel frattempo ha tagliato le stime di crescita dell’Italia: il PIL dovrebbe scendere al 2,4% nel 2022 e rallentare al 1,9% nel 2023, rispetto al 4,1% e al 2,3% previsti a febbraio, a causa dell’impatto della guerra della Russia contro l’Ucraina che pesa su catene di approvvigionamento e prezzi.

È vero che il debito pubblico italiano calerà al 147,9% quest’anno e al 146,8% nel 2023 ma il PIL reale italiano si è contratto nel primo trimestre del 2022 e le prospettive a breve termine rimangono modeste.

Il tasso di inflazione che sta affrontando l’Europa è il più alto nella storia dell’Unione monetaria secondo quanto sottolineato dal Commissario UE all’Economia Paolo Gentiloni illustrando le stime economiche europee di primavera.

In buona sostanza l’inflazione si mangerà tutto il rendimento del patrimonio e quindi le proiezioni del bilancio tecnico al 31.12.2020 dovranno sicuramente essere aggiornate in peius.

Diritto e Giustizi1

 

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