Bonifici istantanei sempre. Ma guarda un po’, l’Abi non li vuole….
Riteniamo questa proposta troppo invasiva", servirebbero "misure più moderate, graduali e coerenti con i principi di libera concorrenza e libera prestazione dei servizi".

Andrebbe prevista “la possibilità per le banche di prestare il servizio nel rispetto delle proprie valutazioni interne di rischio”. Così riporta l’agenzia Ansa dell’audizione dell’Associazione bancaria italiana (ABI) in commissione finanze al Senato.
Parliamo di bonifici istantanei, su cui la Commissione europea intende promuovere una generalizzata offerta, con costi anche equiparati a quelli ordinari.
E la corporazione dei bancari ci ricorda che, sì certo, loro sono d’accordo, ma poi menano una “supercazzola”, travestita da gradualità, con in mezzo ovviamente il libero mercato e la concorrenza, per dire che non hanno nessuna intenzione di rinunciare a questi spropositati guadagni.
È bene ricordare che quando si fa un bonifico ordinario, si paga un importo che varia da 1 a 2 euro e il denaro viene accreditato come minimo tre giorni dopo al destinatario. In questi tre giorni le banche usano finanziariamente questi soldi per fare quello che vogliono (guadagnare).
La banca ha quindi, agli occhi del risparmiatore, un guadagno evidente e uno sconosciuto, un doppio guadagno.
Il bonifico istantaneo oggi ha come minimo prezzi raddoppiati di quelli ordinari e, in linea di massima la banca è privata dell’uso finanziario di quell’importo.
La Commissione europea dice che i bonifici istantanei, invece, dovrebbero essere dello stesso costo di quelli ordinari: nel 2023 trasferire denaro deve essere economico e veloce, i consumatori al centro del risparmio e non i bancari.
Chissà come andrà a finire questa storia, ma alcune cose sono certe: l’Abi la menerà fino all’inverosimile presentandosi con le pezze al culo (non sarebbe una novità, per questo governo, votare in modo difforme dalla maggioranza Ue). E quando arriverà la decisione europea faranno il diavolo a quattro per ritardarne l’esecuzione sul territorio italiano (facile, per loro, trovare complici in qualunque governo di turno). Probabile ci saranno anche multe all’Italia per non avere applicato questa decisione (multe che paghiamo noi contribuenti), e la vicenda dei balneari grida vendetta. E quando non potranno più farne a meno, a meno che non si inventino qualcosa di aberrante, come minimo cresceranno i costi dei bonifici.
Rompere questi circoletto infernale, a nostro avviso, dovrebbe essere tra le priorità di governi e parlamenti dalla parte dei risparmiatori.
Vincenzo Donvito Maxia – presidente Aduc
Comunicato stampa dell’Aduc
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