Anno: XXV - Numero 86    
Venerdì 17 Maggio 2024 ore 13:00
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Velocizzare i lavori della Cceps, la Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie

Le Federazioni e i Consigli degli Ordini delle professioni sociosanitarie sottopongono a Schillaci i nodi' su lavoro e formazione

Velocizzare i lavori della Cceps, la Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie

Medici e odontoiatri, infermieri, farmacisti, tecnici sanitari e professionisti della riabilitazione e della prevenzione, fisioterapisti, chimici e fisici, medici veterinari, psicologi, assistenti sociali, ostetriche, biologi, in un incontro con il ministro della Salute Orazio Schillaci, hanno affrontato “diversi temi generali”, che saranno successivamente oggetto di approfondimento in incontri ‘ad hoc’ con le singole categorie.

Lo si legge in una nota, in cui si evidenzia, tra l’altro, l’esigenza di “una velocizzazione dei lavori della Cceps, la Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie, organo di giurisdizione speciale, istituito presso il ministero, che esamina i ricorsi presentati dai professionisti sanitari contro i provvedimenti dei rispettivi Ordini.

Tra questi, le sanzioni disciplinari, che non possono essere applicate sino a che i ricorsi sono pendenti”, si puntualizza. Tra gli argomenti da sviluppare, l’insediamento della Commissione nazionale formazione continua (Ecm): il suo ruolo rispetto alla proroga di un anno del triennio formativo, prevista nel decreto “milleproroghe”, e la definizione di forme di premialità per chi è in regola con l’acquisizione dei crediti. Particolare urgenza, recita la nota, “è stata posta sul tema della grave carenza di infermieri e di medici specialisti, rispetto alla quale si dovranno definire azioni non solo sul reclutamento, ma anche per l’incremento dell’attrattività delle professioni sanitarie in generale e del loro impiego nel Servizio sanitario nazionale.

    Dovrà poi essere sviluppato il discorso dell’assistenza domiciliare, in virtù dei mutati bisogni e dei cambiamenti demografici, così come il problema di ricoveri e accessi impropri, con nuovi modelli organizzativi da adottare e adattare in ospedali, pronto soccorso e sul territorio”, si legge, infine.

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