Anno: XXV - Numero 52    
Giovedì 28 Marzo 2024 ore 15:40
Resta aggiornato:

Home » Il salario minimo non può prescindere dalla riforma dei sindacati

Il salario minimo non può prescindere dalla riforma dei sindacati

A ribadirlo a “Punti di Vista” la senatrice leghista Anna Cinzia Bonfrisco. Per l’onorevole di Forza Italia Renata Polverini, il salario minimo garantito ridurrebbe le retribuzioni di tutti i lavoratori nei prossimi rinnovi contrattuali

Il salario minimo non può prescindere dalla riforma dei sindacati

Il Governo punta sull’avvio di un percorso parallelo tra il salario minimo garantito e la riforma dei sindacati.

L’obiettivo è duplice: garantire a tutte le categorie di lavoratori, anche a quelli con una retribuzione non fissata dalla contrattazione collettiva, un compenso adeguato alla qualità e quantità del lavoro svolto, ma anche rendere più moderna ed efficace la rappresentatività sindacale.

La conferma arriva dalla senatrice leghista Anna Cinzia Bonfrisco, ospite di “Punti di Vista”, il programma di approfondimento politico della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro.

Il salario minimo garantito rappresenta “un tema di grande importanza e interesse – ha detto la senatrice -, ma non può essere disgiunto dalla storia del lavoro in Italia, la cui essenza è data dalla rappresentanza dei lavoratori.

Su questo fronte intendiamo concentrare l’attenzione per armonizzare i 2 temi”.

Contrario al salario minimo garantito il partito di Forza Italia, rappresentato in studio dall’onorevole Renata Polverini, secondo cui introducendo una base di retribuzione garantita per i lavoratori di difficoltà, si finirebbe per abbassare le retribuzioni di tutti i lavoratori nei futuri rinnovi contrattuali.

“Non vorremmo vedere il ripetersi di ciò che è accaduto con gli 80 euro di Renzi, dove i rinnovi contrattuali negli anni successivi sono stati tutti a 80 euro, tranne nel contratto degli autoferrotranvieri”, ha sottolineato.

Molto, invece, si può fare in tema di rappresentanza. Polverini ha, infatti, annunciato di aver presentato anche in questa legislatura la riforma, avviando l’iter in Commissione Lavoro della Camera per ascoltare tutte le parti sociali. “Dobbiamo dare al Paese la certezza di quali sono i soggetti delegati a trattare, come avviene nel pubblico impiego”, ha replicato, “prevedendo un contratto unico per ogni settore che poi abbia applicazione erga omnes”.

Per Rosario De Luca, Presidente della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, “classificare tutto all’interno del rapporto di lavoro subordinato è impossibile.

È giusto invece interessarsi dell’equo compenso, soprattutto per i professionisti”, ai quali vengono chieste molto spesso prestazioni professionali a titolo gratuito.

Al di là dell’esito del Ddl sul salario minimo, la riduzione delle disuguaglianze passa anche da misure a sostegno dei lavoratori e delle famiglie.

Il Documento di economia e finanza, presentato in Consiglio dei Ministri, non fornisce ancora chiari dettagli su come favorire la crescita e gli investimenti, ma accenna all’introduzione di una riforma fiscale che preveda la flat tax per i ceti medi e tagli alla spesa pubblica e alle agevolazioni fiscali.

“Il reddito di cittadinanza – su cui ha puntato il Governo – non arriva ai poveri veri, esclusi dai requisiti richiesti, e non crea opportunità di lavoro”, ha sottolineato la Polverini. “Questo Paese deve rivedere la sua politica industriale, incentivare il lavoro dei giovani e delle donne, intervenire sul cuneo fiscale e investire sull’autoimprenditorialità e sulla ricerca”, ha aggiunto.

La senatrice leghista Bonfrisco ha sottolineato che il Governo ha a cuore l’abbattimento delle tasse, che la tassa piatta si farà e che l’Iva non sarà aumentata, aggiungendo anche che “una rivisitazione della spesa legata alle agevolazioni fiscali ha senso da molto tempo”. Occorre un po’ di coraggio in più e mi auguro che questo Governo lo abbia”, ha replicato. Il riferimento è a quei 316 mld di euro l’anno in tax expenditures, ovvero in agevolazioni fiscali, che per la leghista sono “una mole gigantesca di risorse a cui attingere” per gli investimenti delle imprese, per ridurre le tasse dei lavoratori e per ridurre il cuneo fiscale. 

 Guarda il video

© Riproduzione riservata

Iscriviti alla newsletter!Ricevi gli aggiornamenti settimanali delle notizie più importanti tra cui: articoli, video, eventi, corsi di formazione e libri inerenti la tua professione.

ISCRIVITI

Altre Notizie della sezione

Ora legale: quanto ci fai risparmiare?

Ora legale: quanto ci fai risparmiare?

28 Marzo 2024

La domanda si pone ogni anno: quanto risparmieremmo tenendo l'ora legale un mese in più o tutto l'anno? Il primo punto è se esista davvero un risparmio e poi bisogna capire quanto.

Archivio sezione

Commenti


×

Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie.