Anno: XXV - Numero 86    
Venerdì 17 Maggio 2024 ore 13:00
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Eventi sospesi, abbuono dei crediti e nodi organizzativi.

Il difficile 2020 dell'Ecm Il decreto della presidenza del Consiglio del 18 ottobre per arginare il Covid getta ombre sugli eventi residenziali Ecm non solo di quest'anno ma anche dell'anno prossimo, vietando ogni congresso per il momento.

Eventi sospesi, abbuono dei crediti e nodi organizzativi.

Arrivano dunque a proposito gli abbuoni di quest’anno decisi dalla Commissione nazionale Ecm sui crediti formativi. Partiamo con uno sguardo sulla situazione degli eventi residenziali. Il Responsabile dei Provider ECM Alberto Iotti chiede al governo di non penalizzare almeno «gli eventi di piccole e medie dimensioni di carattere locale o regionale che per loro configurazione possono vedere garantita la sicurezza essendo caratterizzati da numeri ridotti di partecipanti e da possibilità di spostamento con mezzi propri. Questi eventi – continua Iotti – rappresentano un elemento di continuità formativa per il personale sanitario e fonte di sussistenza fondamentale per l’intera filiera congressuale già enormemente penalizzata dalle conseguenze del Covid-19. Peraltro, la normativa vigente definisce ‘convegni e congressi’ i meeting che coinvolgono oltre 200 partecipanti. Tra l’altro sul fronte sicurezza i Provider Ecm sono in grado di garantire standard molto elevati avvalendosi del protocollo Dvre (Documento di Valutazione del Rischio biologico in Eventi) messo a punto da Federcongressi&eventi».

Quattro, intanto, le misure che hanno caratterizzato l’avvio del triennio formativo 2020-22 per far fronte alla carenza di eventi: il fabbisogno di 50 crediti per il 2020 è stato abbuonato ma su questo punto c’è – come vedremo – un “giallo”; altri 30 crediti di sconto arrivano dall’iscrizione di default al dossier formativo per medici e odontoiatri (e ora anche per i farmacisti); e ancora, “balla” un terzo sconto fino a 30 crediti per chi lo scorso triennio ha totalizzato tra 121 e 150 crediti, cioè ha seguito corsi con intensità da “fascia massima”; inoltre, se prima i crediti non totalizzati nel triennio 2017-2019 si potevano recuperare entro quest’anno, ora con lo slittamento per mandare a regime il Cogeaps si possono recuperare entro il 2021. Infine, per inciso, ricordiamo la gratuità dei corsi di formazione a distanza di Fnomceo. Parliamo dell’abbuono “promesso” di 50 crediti per il 2020, praticamente per tutto il 2020 la legge prevede non sia obbligatorio “fare punti”. La norma è entrata in vigore in modo confuso come ci spiega il presidente Cogeaps Enrico De Pascale. «Qualcosa dev’essere rimasto nella penna del legislatore. Stiamo vivendo una contraddizione. Il decreto scuola che deve essere ancora convertito in legge sin dall’inizio dispone 50 crediti di sconto per il triennio Ecm 2020-22, ma solo per alcune categorie (tra cui medici ed odontoiatri ndr). Intanto nel decreto legge Rilancio, ormai legge, è stato introdotto ed approvato un emendamento sullo stesso tema che, stavolta per tutte le professioni sanitarie, riduce di un terzo il fabbisogno di crediti formativi del triennio 2020-22». Che succederà al decreto Scuola? «Come Fnomceo abbiamo proposto un emendamento con una lettura secondo cui va tenuta per buona la norma più nuova, che – includendo tutte le professioni sanitarie – assorbe la vecchia e anche il concetto secondo cui i 50 crediti di quest’anno, un terzo del debito formativo di ciascun professionista, non sono obbligatori. Speriamo e crediamo verrà accolto. È misura di buon senso».

Dopo il 31 dicembre 2020, data di scadenza del termine statutario, è difficiile che il Cogeaps resti consorzio. Un’ipotesi di scuola che si potrebbe fare è trasformarlo in agenzia sul tipo Agenas, ma si tratterebbe di organismo governativo e De Pascale sottolinea che qui il punto di partenza è molto diverso. «Con le Federazioni ci siamo attivati per una proposta condivisa ed agevole da realizzare e sono in corso colloqui serrati tra professioni. Cogeaps è nato prima della legge Lorenzin, alcune professioni che oggi ne fanno parte allora non c’erano, altre entità che hanno contribuito a istituirlo non rientrano più, o si sono trasformate. Inoltre soffre di una forma giuridica forse non adeguata ai compiti molto legati ai bisogni dei professionisti iscritti alle relative federazioni; non penso, personalmente, che la trasformazione in agenzia, cioè in organo governativo, ministeriale, lo avvicinerebbe agli utenti. Anzi si finirebbe per confliggere con il principio di autonomia delle professioni, e magari per escludere queste ultime dalla gestione. Occorre al contrario un modello “delle professioni”». Non è l’unica novità organizzativa che si attende sul fronte Ecm. I provider di formazione chiedono di far sentire la loro voce nella Consulta ECM prevista da anni ma ancora non istituita. «Dovrà raccogliere i pareri dei provider, oggi le norme prevedono questo organo e i suoi scopi ma non le modalità di istituzione e partecipazione ai lavori. Siamo favorevoli al varo di una norma di legge che definisca questi aspetti, è passato del tempo e bisogna adeguare rapidamente e in modo chiaro la normativa».

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