Anno: XXV - Numero 81    
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Maxi blitz contro la criminalità al Parco Verde di Caivano

Oltre 400 uomini delle forze dell’ordine. La premier aveva promesso che sarebbe tornata “la presenza dello Stato”

Maxi blitz contro la criminalità al Parco Verde di Caivano

L’obiettivo è riportare la legalità nella degradata zona del Parco Verde di Caivano, un grosso agglomerato urbano nell’area Nord della provincia di Napoli che, dopo il quasi totale oblio di Scampia, è diventata una delle più grandi piazze di spaccio di droga in Europa. La premier Giorgia Meloni, a Caivano lo scorso 31 agosto, aveva promesso che si sarebbero “visti presto i frutti della sua visita”. In un luogo dove “si è consumato il fallimento dello Stato”, aveva spiegato ai giornalisti che era lì “per riportare la presenza autorevole dello Stato” perché “in Italia non possono esserci zone franche” assicurando che Caivano era un tema “centrale nell’agenda di governo” annunciando che tutti i ministri sarebbero venuti a farvi visita.

Questa mattina è scattato il primo maxi blitz interforze: 400 uomini in divisa hanno circondato il Parco Verde ed eseguito controlli e perquisizioni in cerca di stupefacenti, armi, latitanti e denaro provento di estorsioni e spaccio.

“Il governo Meloni è determinato a riaffermare la sicurezza e la legalità su tutto il territorio nazionale, a partire dalle aree da troppo tempo in sofferenza. Abbiamo iniziato con le grandi stazioni, poi Ostia, oggi Caivano e nei prossimi giorni andremo in altri contesti problematici affinché non ci siano zone franche. Lo Stato lavora per riportare la sicurezza in ogni periferia del paese”, ha commentato il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, dopo l’operazione “Alto impatto”.

A chiedere non solo l’intervento della presidente del Consiglio, ma anche la bonifica della zona, i cittadini onesti del Parco Verde e il parroco della chiesa di San Paolo Apostolo, don Maurizio Patriciello. Dal sacerdote era arrivato l’invito a Meloni dopo l’ennesima storia di degrado: la violenza sessuale a due cuginette di 10 e 12 anni perpetrata nell’area dismessa del centro sportivo Delphinia. Una struttura di circa 25mila metri quadrati divenuta da tempo un luogo abbandonato dove si commercia droga, una discarica a cielo aperto e un rifugio per tossicodipendenti. E dalla premier è arrivato l’impegno di riaprire il centro entro la prossima primavera, con un investimento di 10 milioni di euro e la promessa che a gestirlo ci saranno le Fiamme Oro della polizia di Stato.

Quelle delle due ragazzine non è, purtroppo, l’unica storia di violenza sui bambini che ha visto come teatro il Parco Verde. Il 24 giugno 2014, una piccola di 6 anni, Fortuna Loffredo, venne ritrovata senza vita ai piedi di uno dei palazzi del rione: era caduta dall’ottavo piano. Le indagini hanno poi portato a scoprire la triste verità: la bambina era stata prima abusata e poi gettata giù da un uomo, suo vicino di casa, poi condannato all’ergastolo. Il 28 aprile 2013 un altro bambino, Antonio Giglio, cadde da una finestra di un palazzo, sempre del Parco Verde, ma sulla sua morte ancora non è stata completamente fatta luce.

 

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