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Superbonus, bonus edilizi e cessione crediti: interrogazione sulle intenzioni future del Governo

Secondo la premier Giorgia Meloni il superbonus è la più grande truffa ai danni dello Stato. Ma un'interrogazione alla Camera evidenzia che le frodi su bonus edilizi si collocano ben al di sotto dell'indice di evasione che si registra per altre imposte e strumenti di incentivo

Superbonus, bonus edilizi e cessione crediti: interrogazione sulle intenzioni future del Governo

 “Il dato relativo alle frodi su bonus edilizi, oltre che a far emergere un’efficace sistema di controlli, andrebbe in ogni caso accolto e analizzato tenendo conto della sua incidenza sul complesso degli interventi posti in essere: al riguardo, la percentuale è inferiore al 10 per cento ben al di sotto dell’indice di evasione che si registra per altre imposte e strumenti di incentivo”.

Lo afferma Emiliano Fenu, capogruppo M5s in commissione Finanze della Camera, in  un’interrogazione presentata il 5 settembre e rivolta al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze.

“All’esito dell’ultimo Consiglio dei ministri del 28 agosto 2023, fonti di stampa hanno riportato le dichiarazioni della Presidente Meloni in merito al superbonus, qualificato come «la più grande truffa ai danni dello Stato»; la Premier avrebbe fatto riferimento a «documenti dell’Agenzia delle entrate» da cui emergerebbero «più di 12 miliardi di irregolarità»”, ricorda l’interrogazione.

“Sarebbe utile acquisire, anche in vista della prossima manovra di bilancio, maggiori dettagli e chiarimenti in merito al documento richiamato e, in particolare, con riguardo al dato citato, considerato che durante la seduta la Presidente avrebbe genericamente fatto riferimento ai bonus edilizi e, più precisamente, al bonus facciate”, prosegue l’atto parlamentare.

“A fronte delle lapidarie dichiarazioni della Presidente del Consiglio dei ministri in merito al superbonus, sarebbe altresì utile a questo punto comprendere quali siano le intenzioni future del Governo in relazione al sistema dei bonus edilizi, al fine di dare quanto prima certezze agli operatori e ai cittadini; ciò anche in considerazione dell’evidente contraddizione, che oramai si ripete sempre più spesso, tra le dichiarazioni rilasciate dagli esponenti del Governo e le scelte operate, come da ultimo dimostra la proroga del termine al 31 dicembre 2023 degli interventi superbonus relativi agli edifici unifamiliari, disposta con il decreto-legge 10 agosto 2023, n. 104”, osservano gli interroganti, che aggiungono: “Il contrasto d’intenti è emerso, in più occasioni, anche tra gli stessi rappresentanti governativi: solo qualche settimana fa le fonti di stampa riportavano dell’intenzione dei Ministri Fitto e Pichetto Fratin di destinare 4 miliardi di euro al superbonus nell’ambito della revisione del Pnrr; vale la pena anche ricordare l’esito dello studio della Fondazione commercialisti, elaborato tra gli altri da Enrico Zanetti, consigliere economico di Giorgetti, che certificava un impatto molto positivo del superbonus sul Pil e sulla dinamica debito/Pil. Le dichiarazioni della Presidente intervengono peraltro in un momento di confidente ripresa del mercato delle cessioni come risulta dal recente comunicato di Poste italiane che ha annunciato la riapertura del canale di acquisto dei crediti e come emerge anche dalle operazioni di acquisto (pubblicate in Gazzetta Ufficiale) di diversi operatori di mercato, anche con riferimento a crediti futuri, a dimostrazione della fiducia che il mercato privato riserva nella prosecuzione degli incentivi e nella riattivazione del meccanismo di cessione”.

Altre iniziative molto più rischiose per le casse pubbliche

Nell’interrogazione si osserva inoltre che “L’attenzione mostrata dal Governo verso i bonus edilizi, in particolare verso il superbonus, svanisce del tutto, invece, in relazione ad altre iniziative molto più rischiose per le casse dello Stato; come più volte sottolineato dalla Corte dei conti, infatti, vanno in direzione opposta all’emersione di base imponibile alcune misure fortemente volute dal Governo in carica: è il caso delle scelte in materia di limite al contante nonché delle misure che ampliano l’area dei ricavi soggetti a regimi forfettari o che propongono regimi di favore e di condono ovvero tutte quelle iniziative che, se consentono di ottenere un incremento del gettito immediato (spesso sovrastimato), si sostanziano in rinunce alle entrate future”.

Tutto ciò premesso, gli interroganti chiedono “se il Governo confermi il valore di 12 miliardi di euro di frodi riportato dalla stampa e in che misura esso sia direttamente riconducibile al superbonus”, e “quali siano gli intendimenti del Governo in merito alla proroga del superbonus e dei bonus edilizi e alla riattivazione del meccanismo della cessione dei crediti, al fine di dare certezze agli operatori e ai cittadini”.

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