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Politiche attive e formazione: la ricetta per ripartire

Nell’approfondimento della Fondazione Studi CdL le novità in materia introdotte dal D.L. n. 34/2020

Politiche attive e formazione: la ricetta per ripartire

Mettere le imprese, soprattutto quelle piccole e piccolissime, nella condizione di poter ripartire, dopo la sospensione delle attività produttive per il diffondersi del Covid-19, attraverso strumenti di politica passiva, come gli ammortizzatori sociali, ma anche di politica attiva del lavoro, che favoriscano nuova produttività aziendale e garantiscano i livelli occupazionali. Fondamentale in questo contesto è l’apporto dei Consulenti del Lavoro, che insieme alle parti sociali e datoriali, possono aiutare lo Stato a migliorare il mercato del lavoro, favorendone la crescita. É il messaggio emerso nel corso della videoconferenza organizzata dalla Fondazione Consulenti per il Lavoro lo scorso 26 maggio per discutere degli strumenti messi in campo dalla Commissione Europea per fronteggiare l’occupazione durante l’emergenza sanitaria ed economica. All’evento hanno preso parte, tra gli altri, il Sottosegretario al Ministero Lavoro, Stanislao Di Piazza, che ha sottolineato la necessità di aiutare le imprese italiane a crescere e a diventare competitive attraverso gli strumenti europei, come lo SURE, ma anche incrementando la formazione dei lavoratori, “perché attraverso di essa possiamo aiutare le persone a crescere all’interno dell’azienda ma anche eventualmente a ricollocarsi”. Un ruolo importante in questo percorso può assumerlo il Fondo per le nuove competenze, istituito dal decreto “Rilancio” per consentire ai lavoratori di convertire una parte del loro orario di lavoro in percorsi formativi. Il Fondo, costituito presso l’Anpal con una dotazione iniziale di 230 milioni di euro, potrebbe rappresentare uno strumento alternativo agli ammortizzatori sociali con cui gestire i cali di attività produttiva e al tempo stesso le presenze in azienda, incrementando le competenze dei lavoratori. “Intervenendo con la formazione si possono riqualificare i lavoratori per renderli pronti alla ripresa”, ha sottolineato il direttore generale dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, Paola Nicastro, annunciando che le modalità di utilizzo di questo strumento saranno note con il decreto di attuazione che sarà emanato dal Ministro del Lavoro di concerto col Ministro dell’Economia. Al dibattito è intervenuto anche il Segretario del Consiglio nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, Francesco Duraccio, che ha auspicato che le misure finanziate dalla UE, come il SURE ed il Recovery Fund, si attuino con la massima celerità, con il coinvolgimento di tutta la rete degli operatori dei servizi al lavoro, pubblici e privati, e in modo uniforme su tutto il territorio nazionale. Infine, l’intervento del Presidente della Fondazione Consulenti per il Lavoro, Vincenzo Silvestri, il quale ha sottolineato l’urgenza di intervenire per evitare l’aumento della disoccupazione dopo i numerosi interventi di cassa integrazione, che in questi due mesi di lockdown hanno consentito alle imprese di resistere sul mercato e non licenziare i propri dipendenti. “I destinatari di questi interventi di sostegno al reddito dovrebbero ricevere anche l’assegno di ricollocazione, strumento di politica attiva del lavoro utilizzato per finanziare servizi di formazione per i lavoratori”, ha precisato. “In questo modo – ha aggiunto Silvestri – si può dare la possibilità a tanti lavoratori di essere seguiti da operatori specializzati del mercato del lavoro in un percorso formativo in cui acquisire nuove skill”. Fondamentale, secondo il Presidente della Fondazione Lavoro, che i Consulenti del Lavoro, l’Anpal, i sindacati, i fondi professionali, le aziende ed i lavoratori collaborino insieme per far nascere nuova occupazione dalle politiche attive del lavoro

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