Anno: XXV - Numero 83    
Martedì 14 Maggio 2024 ore 13:00
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Il bilancio consuntivo 2023 di Cassa Forense

Saper leggere, interpretare e analizzare il bilancio d’esercizio permette, al di là del mainstream corrente, di avere informazioni precise sullo stato di salute della Fondazione.

Il bilancio consuntivo 2023 di Cassa Forense

«Avanzo da Bilancio tecnico attuariale

Il presente Bilancio utilizza i dati contenuti nel bilancio tecnico attuariale base 31.12.2020; i grafici che seguono forniscono una rappresentazione grafica del confronto previsto per l’andamento del:

  • saldo previdenziale e saldo totale,
  • patrimonio a fine anno

Si evidenzia che la redazione del bilancio tecnico base 31.12.2020 ha rispettato la tempistica dettata dall’art. 41 dello Statuto che prevede la redazione del documento con cadenza almeno triennale.

 

 

 

 

 

 Il bilancio tecnico prevede una negativizzazione del saldo previdenziale a partire dal 2041 e del saldo totale a partire dal 2049; tali valori pur rimanendo negativi fino al termine dell’intervallo temporale considerato nel documento (2070) inizieranno a risalire rispettivamente dal 2061 e dal 2066.

Il patrimonio, pur conservando valori positivi per tutto l’intervallo temporale, dopo una crescita che caratterizza il periodo 2021-2048 inizierà a decrescere dal 2049 come conseguenza della negativizzazione del saldo totale.

Sulla base dati del 31.12.2023 sarà redatto un nuovo documento tecnico.

Avanzo economico da bilancio consuntivo

L’avanzo economico dell’esercizio 2023 è pari a Euro 1.406.688.476,39 e segna un incremento rispetto alla gestione 2022 pari al 40% circa.

Il delta tra i due anni si deve principalmente alla maggiore contribuzione all’avanzo annuale sia da parte della gestione mobiliare (+43% rispetto al 2022) che da parte, se pur minor misura, del saldo previdenziale (+6% rispetto al 2022). Il grafico che segue fotografa l’andamento dei risultati d’esercizio del periodo 2016-2023.

Dal momento che costituisce il secondo parametro del raggiungimento degli obiettivi previsti dal piano, si propone il grafico che rappresenta la capacità degli avanzi d’esercizio del periodo 2016-2023 di allineare, senza ricorso ad altre fonti, la Riserva legale alle cinque annualità delle pensioni in essere. Si sottolinea che i dati esposti sono caratterizzati da uno sfasamento temporale di un anno dal momento che l’avanzo 2023 verrà utilizzato per allineare la riserva legale del bilancio d’esercizio 2024; per quanto detto i dati relativi all’esercizio 2023 sono stimati ipotizzando una percentuale di crescita della riserva legale al 2024 del 5,8% pari alla crescita media del triennio 2021-2023 (di qui la diversa colorazione).

È opportuno ricordare che il Funding ratio calcolato dall’attuario esterno si basa sulla curva di attualizzazione prevista dal bilancio tecnico dell’anno di riferimento mentre le curve adottate dall’Advisor sono di estrazione finanziaria (Risk free- Europe Corporate A- titoli di stato Italia).

La tabella sottostante riporta i valori del Funding Ratio ricalcolati dall’Attuario esterno (dott. Coppini, anni 2014-2020 e Studio De Angelis Savelli anni 2021-2023):

 

(Dal Bilancio consuntivo 2023 di Cassa Forense)

Questi sono i dati, ufficiali, tratti dal Consuntivo 2023 sui quali bisogna ragionare.

“L’unità di misura dell’efficienza amministrativa non è data tanto dalle performance contingenti, quanto dalla capacità di assicurare solidità al patrimonio e di declinare al futuro la programmazione delle iniziative, al fine di esaltare il senso più profondo della trasmissione intergenerazionale, che da la cifra identitaria delle Casse di previdenza professionali”.

Questo che io scrivo, non lo dico io ma lo trovate scritto alla pag. 314 nella Relazione del Collegio Sindacale sul Bilancio consuntivo 2023.

La riforma della previdenza forense non è entrata in vigore il 1° gennaio 2024, com’era nei programmi dichiarati di Cassa Forense e questo, come ho già scritto in passato, ha creato già un danno economico, per minori introiti e maggiori uscite.

La riforma è stata bloccata “sull’abbrivio delle autorevoli osservazioni dei Ministeri Vigilanti”, la frase è sempre del Collegio Sindacale!

Nel 2023, è proseguita la flessione della popolazione forense: dai 245.030 del 2020, si è passati a 236.946 iscritti, in calo dell’1,3% rispetto al 2022.

Le nuove iscrizioni – 6.393 – sono coperte da cancellazioni per 8.043 unità.

Siamo quindi di fronte ad una diminuzione della coorte legale che sembra irreversibile e questo dato dovrà portare a rivedere le proiezioni attuariali, secondo le quali dal 2031 sarebbe prefigurabile una sostanziale stazionarietà della platea degli iscritti contribuenti nel numero ipotizzato di 250.000.

Tutti dovrebbero comprendere che la disaffezione alla professione legale sta diventando endemica e lo sarà sempre di più man mano che aumenterà la diffusione dell’intelligenza artificiale con i suoi algoritmi.

È vero che il reddito medio dell’avvocatura si è portato ad € 44.654,00 ma questo, per chi va a vedere i dati, è la conseguenza dell’aumento reddituale della fascia dei ricchi, pari al 7,6% del totale, che si porta però a casa il 50% dell’intero PIL dell’avvocatura italiana.

Se poi andiamo a vedere la distribuzione dei redditi, la differenziazione fra il reddito medio della Lombardia e del Trentino Alto Adige, rispetto alla Calabria o alla Basilicata, è di tre volte circa.

La gestione finanziaria della Cassa ha conseguito un rendimento positivo del 9,2% e il rendimento contabile si attesta sul 3,27%.

La distribuzione per asset class per il triennio 2023 – 2025 prevede un decremento della liquidità ma un incremento degli investimenti sul private equity, con tutti i rischi che questo comporta.

Le raccomandazioni del Collegio sindacale, circa la necessità di redazione di un piano dei rischi degli investimenti, sono rimaste per ora inevase, perché gli annunci di un riassetto normativo degli investimenti delle Casse previdenziali professionali hanno consigliato alla specifica Commissione bilancio e patrimonio di soprassedervi temporaneamente.

Il portafoglio immobiliare estero ha subito un decremento nelle valutazioni degli esperti indipendenti, influenzate dai fattori di mercato che deprimono le stime.

Come ho già riferito in un precedente articolo, Cassa Forense si è dotata di due veicoli di investimento, SICAV e SICAF, finalizzati alla gestione più efficiente e razionale del patrimonio finanziario.

Il Collegio sindacale segnala che i meccanismi di operatività dei veicoli dovranno essere costantemente monitorati, allo scopo di scongiurare una potenziale perdita di sovranità e di controllo da parte del Cdd e del CdA della Cassa, soli organi deputati dallo Statuto, ma prima ancora dalla legge istitutiva delle Casse, a decidere le politiche di allocazione delle risorse, finalizzate a concorrere, con la gestione previdenziale, alla tenuta del sistema nel suo orizzonte temporale.

«Crediti. I crediti totali sono aumentati di € 372.906.959, collocandosi al nuovo importo di € 1.946.848.916, al netto dei fondi di svalutazione di complessivi € 74.386.430. I crediti verso gli iscritti sono incrementati di 274.364.131, collocandosi al nuovo importo di € 1.654.813.510, al netto dei fondi di svalutazione di € 72.022.424. Si segnala che prosegue l’azione di rientro dei crediti scaduti, promossa negli ultimi esercizi.

Le posizioni creditorie, esposte nell’attivo circolante, sono registrate al loro valore nominale, al netto dei relativi fondi svalutazione.

Comparando i dati del bilancio al 31.12.2023, con quelli del Bilancio Tecnico aggiornato dall’Attuario Esterno al 31.12.2020, si osserva che gli oneri pensionistici stimati con riferimento al 2023 si discostano del 7,45% (€ 959.703.000 nel BT, € 1.031.234.000 nel bilancio della Cassa), mentre nel 2022 la divergenza era solo dello 0,43 %.

Lo scostamento delle entrate contributive è sensibilmente favorevole, in quanto i valori di bilancio (€ 2.271.876.000) superano del 13,74% i valori previsti nel BT (10,46% nel 2022).

Le entrate patrimoniali registrano un surplus rimarchevole del dato bilancistico (€ 544.780.000) rispetto alle stime del BT, segnando un + 73,56%, mentre nel 2022 la differenza era del 30, 87%.

La differenza scaturisce in prevalenza dalla circostanza che il rendimento riportato nel BT è al netto di oneri fiscali e gestionali, nonché dallo scostamento tra il tasso medio assunto a riferimento nel Bilancio Tecnico, pari a 1% reale più inflazione dell’anno, e la redditività media che la Cassa è riuscita a spuntare grazie alla sagacia dell’impiego delle risorse.

Il patrimonio netto risultante dal consuntivo – pari ad € 17.629.362.000- è superiore dello 0,89% a quello stimato in sede attuariale.

Tale dato è particolarmente confortante, tenuto conto che le proiezioni del Bilancio Tecnico sono fondamentali ai fini della verifica dello stato di salute di un sistema previdenziale.

In questa direzione, come detto in premessa, la Riforma Previdenziale, sulla quale, dopo il CDA, sta alacremente lavorando il CDD, per conformarla alle osservazioni dei Vigilanti e renderla quanto prima meritevole di approvazione da parte dei Ministeri e di consenso informato da parte degli iscritti, è diretta a conseguire la permanenza dell’equilibrio del saldo previdenziale e globale oltre il mero orizzonte trentennale, in una prospettiva di stabilità che eviti, per quanto più possibile, il ricorso a frequenti, future revisioni del quadro previdenziale.

Per dovere di chiarezza su questi delicati profili, intorno ai quali, come detto, si fortifica o si dissolve il patto intergenerazionale, va specificato che i peggioramenti dei saldi, attesi come più prossimi rispetto a quelli prefigurati nel Bilancio Tecnico del 2017, così da suggerire interventi strutturali e di riforma più decisi, derivano (in assoluta preponderanza) dall’impoverimento demografico della società italiana e dal decremento della popolazione forense, che sfuggono al contrasto preventivo della Cassa, la quale, pertanto, può intervenire, nei limiti delle varie compatibilità, soprattutto, se non solo, “a valle”, ovvero limitando i danni delle minori entrate contributive dipendenti dalle cancellazioni, mediante politiche di promozione del reddito degli iscritti attivi e tramite revisione dei sistemi previdenziali secondo le regole contributive.

In considerazione della rilevanza del Bilancio Tecnico, quale collante di equilibrio strutturale fra le risorse finanziarie ed i trattamenti pensionistici attesi sulla base delle regole vigenti e delle evoluzioni demografiche e macroeconomiche, il Collegio Sindacale ha rinnovato il suggerimento di un aggiornamento biennale da parte del Servizio Attuariale interno, tenuto conto che quello redatto dall’Attuario Esterno ha una cadenza triennale.

In ogni caso, Collegio, Direzione ed Attuario Interno hanno tenuto frequenti incontri di aggiornamento sulle dinamiche demografiche della popolazione forense e sui sistemi di presidio delle variabili più significative, ed i report di questi confronti sono stati portati con assiduità all’attenzione ed alla sensibilità del Consiglio di Amministrazione.»

Il tutto tratto dalla Relazione del Collegio sindacale il quale, a proposito della riforma della previdenza forense, parla di “consenso informato da parte degli iscritti”.

Meglio sarebbe stato scrivere: una presa d’atto degli iscritti posto che tutti gli atti della riforma, con le osservazioni dei Ministeri Vigilanti ,sono state segregate (tutti respinti i miei tentativi di accesso agli atti ) e sulle quali quindi gli iscritti non hanno avuto la possibilità di alcun concorso.

Per ogni altra considerazione, vi rimando alla lettura del bilancio consuntivo 2023 che si compone di ben 353 cartelle, mentre sarebbe utile un prospetto riassuntivo con tutti i dati utili per comprendere lo stato di salute della Fondazione.

Sulla base dati del 31.12.2023 sarà redatto un nuovo documento tecnico.

Alla luce dei dati demografici sopra indicati sara’ ulteriormente negativo, ma sarebbe utile averlo con urgenza , anche per dare al CDD di CF altri dati sui quali conformare l’intervento riformatore.

 

 

 

 

 

 

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